“Sosteniamo la proposta di istituire il 10 gennaio la giornata nazionale contro il racket e l’usura nel nostro Paese avanzata da Lino Busà, responsabile nazionale del ‘Centro Studi TEMI per la Legalità’, organismo dell’associazione Sos Impresa-Rete per la Legalità Aps. Il 10 gennaio del 1991 compare sul ‘Giornale di Sicilia’, la ‘Lettera al caro estorsore’ nella quale l’imprenditore palermitano Libero Grassi, rivolgendosi a chi gli chiedeva il pizzo dichiarava ‘io non vi pago’. L’opportunità di istituire una giornata nazionale contro il racket e l’usura nel nostro Paese è un tema sul quale la nostra organizzazione nazionale sta ragionando da tempo”. Lo afferma in una nota Luigi Cuomo, presidente nazionale di Sos Impresa Rete per la Legalità Aps che ricorda come l’omicidio di Libero Grassi sia stato il germoglio della nascita del movimento antiracket che oggi compie 30 anni. “Nel 1992 nascono le prime esperienze di SOS IMPRESA, in Sicilia, a Roma, a Torino, Bari, Genova, Milano e Napoli, da quella stagione e da quel patrimonio di esperienze abbiamo nel tempo contribuito a migliorare le strategie di prevenzione e contrasto al racket e all’usura in tutt’Italia. Un lavoro quotidiano, rigoroso e attento che si fonda su un sistema associativo antiracket e antiusura più moderno, connesso e sinergico con le istituzioni e con la partecipazione delle vittime. L’istituzione di una giornata nazionale contro il racket e l’usura nel nostro Paese in coincidenza con la data del 10 gennaio di ogni anno consentirebbe un importante sostegno alla lotta alle mafie che, attraverso il racket e l’usura, consolidano il loro potere nel sistema economico nazionale nella quasi indifferenza dell’opinione pubblica. Oltre ad avere, inoltre, uno straordinario valore simbolico, di memoria e di rafforzamento delle iniziative di prevenzione e contrasto, potrebbe sancire un importante salto di qualità dell’intera comunità nazionale verso una consapevolezza responsabile ed attiva perché questi due crimini riguardano tutti e non solo quelli che hanno la disavventura di subirli”.