Senatore

Mario Monti

Mario Monti (Varese19 marzo 1943) è un economistaaccademico e politico italiano.

È senatore a vita dal 9 novembre 2011[2], e dal 16 novembre 2011 fino al 28 aprile 2013 è stato Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana a capo del rispettivo governo Monti, conservando inizialmente l’incarico anche di Ministro dell’economia e delle finanze dello stesso governo[3]; lascia successivamente l’incarico al dicastero economico a Vittorio Grilli l’11 luglio 2012[4][5]. Il 21 dicembre dello stesso anno rassegna le sue dimissioni da capo del Governo[6], rimanendo in carica per il disbrigo degli affari correnti; a seguito delle dimissioni di Giulio Terzi di Sant’Agata, assume ad interim l’incarico di Ministro degli affari esteri dal 26 marzo al 28 aprile 2013.

Presidente dell’Università Bocconi dal 1994, Monti è stato commissario europeo per il mercato interno tra il 1995 e il 1999 nella Commissione Santer; sotto la Commissione Prodi ha rivestito il ruolo di commissario europeo per la concorrenza fino al 2004.

 

La nomina a senatore a vita

Il 9 novembre 2011, durante la XVI legislatura della Repubblica Italiana, è nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai sensi del secondo comma dell’articolo 59 Cost., avendo illustrato la Patria per altissimi meriti in campo scientifico e sociale[29][30].

Presidente del Consiglio dei ministri

Mario Monti, al Quirinale, presenta il nuovo Consiglio dei ministri (2011).

Il governo Monti, al Quirinale dopo il giuramento.

Da sinistra: Mario Monti, l’ex presidente del Senato Renato SchifaniGiorgio Napolitano e l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini.

Il 13 novembre 2011, a seguito delle dimissioni di Silvio Berlusconi, riceve da Napolitano l’incarico per la formazione di un nuovo governo, accettandolo con riserva[31]. Il 16 novembre scioglie la riserva e propone al Presidente della Repubblica la lista dei ministri per la nomina, priva di personalità politiche[32]. Oltre alla carica di presidente del Consiglio, Monti ha ricoperto anche quella di Ministro dell’economia e delle finanze ad interim da novembre 2011 a luglio 2012. Nel pomeriggio del 16 novembre 2011, alle ore 17 circa, in ossequio all’articolo 93 Cost., Mario Monti ha prestato giuramento con i ministri incaricati presso il Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano[33].

Ottiene la fiducia al Senato il 17 novembre 2011 con 281 sì, 25 no e nessun astenuto[34] e alla Camera il 18 novembre 2011 con 556 sì, 61 no e nessun astenuto[35]. La maggioranza ottenuta in occasione del voto di fiducia è la più alta mai registrata nella storia repubblicana. Infatti la Lega Nord è l’unico partito che non vota la fiducia, tuttavia dal 16 dicembre anche l’Italia dei Valori si unisce ai leghisti e negherà da allora l’appoggio al governo[36]. Il successivo 4 dicembre viene emanata dal governo, mediante decreto-legge, la manovra fiscale anticrisi, che si articola in tre capitoli: bilancio pubblico, previdenza e sviluppo. La manovra prevede un gettito lordo di circa 30 miliardi di euro in 3 anni.

Le maggiori modifiche sono state attuate in campo fiscale. Il d.l. è stato approvato rispettivamente dalla Camera e dal Senato il successivo 16 e 22 dicembre. Il 16 aprile 2012 Christine Lagarde, il direttore del Fondo monetario, elogia gli sforzi del Governo Monti in materia di interventi strutturali e di risanamento dei conti pubblici, ma chiede che «la riforma del mercato del lavoro affronti l’incertezza sui licenziamenti, in modo che le imprese e i datori di lavoro possano sentirsi più fiduciosi al momento di assumere»[37]. Per evitare l’aumento di 2 punti delle aliquote IVA previsto dal DDL “salva Italia”, il 9 maggio 2012 Monti nomina un commissario che affiancherà il ministro per i rapporti col Parlamento Dino Piero Giarda nella revisione della spesa pubblica per reperire 4,2 miliardi del mancato gettito IVA.

L’incarico viene affidato a Enrico Bondi, commissario straordinario per il risanamento Parmalat dopo il crac del 2003. Inoltre il Governo nomina l’ex premier Giuliano Amato consulente per la disciplina dei partiti e l’economista ed editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi consulente per gli aiuti alle imprese. Nel vertice europeo del 28 e 29 giugno 2012 la forte determinazione, tra gli altri, di Monti porta all’adozione del cosiddetto scudo anti-spread (misura che prevede l’intervento dell’European Financial Stability Facility per moderare le oscillazioni dello spread tra i titoli del debito pubblico degli stati membri)[38]. L’11 luglio 2012 Monti lascia l’incarico di Ministro dell’economia e delle finanze, che viene assunto da Vittorio Grilli[39], che sino a quel momento aveva ricoperto la carica di viceministro del medesimo dicastero.

Il 31 ottobre 2012 viene approvata la riforma generale delle province, che ne riduce il numero e muta l’organizzazione interna riducendo nel contempo le competenze, e istituisce le dieci Città metropolitane. L’8 dicembre 2012 annuncia le sue dimissioni dopo aver incontrato il presidente della repubblica al Quirinale[40][41], dimissioni rassegnate il 21 dicembre successivo, al termine dell’iter di approvazione della legge di stabilità[42]. Tra le riforme approvate dal governo Monti, va ricordata la riforma del sistema pensionistico che accelera il passaggio a un metodo di calcolo contributivo a capitalizzazione simulata sulla crescita pro-rata per tutti i lavoratori, innalzando i requisiti necessari al pensionamento[43].

La riforma porta la firma del ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero ed è stata oggetto di critiche da più parti[44], in particolar modo per la vicenda dei cosiddetti esodati, cioè di coloro che avevano usufruito di forme di prepensionamento in aziende in crisi, ma poi ritrovatisi privi di copertura pensionistica a seguito dell’innalzamento dei requisiti d’accesso. Il 16 maggio 2012 è stata approvato dal Consiglio dei ministri il riordino della Protezione civile. Il 31 ottobre 2012 viene approvato un decreto legge volto a riordinare l’assetto territoriale dello Stato, in particolar modo coinvolgendo le province, che vengono ridotte da 86 a 51 e mutate in ente di secondo livello[45] e le città metropolitane, che vengono finalmente istituite, a più di dieci anni dalla loro introduzione in Costituzione[46]; il decreto, tuttavia, non è stato convertito in legge a seguito dello scioglimento anticipato delle camere[47].

Il 26 marzo 2013 assume ad interim l’incarico di Ministro degli affari esteri dopo le dimissioni del ministro Giulio Terzi per gli sviluppi della Crisi diplomatica fra India e Italia del 2012-2013. Il 28 aprile successivo, dopo la formazione, la presentazione e il giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica del nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta, termina ufficialmente il Governo Monti con la tradizionale cerimonia del passaggio di consegne a Palazzo Chigi.

 

Il 28 dicembre 2012, dopo aver inizialmente dichiarato di non volersi candidare[48], ha presentato la sua candidatura in vista delle elezioni politiche alla guida della coalizione centrista Con Monti per l’Italia, che comprende Unione di CentroFuturo e Libertà per l’Italia e la lista Scelta Civica, da lui stesso fondata e presieduta.

L’8 gennaio 2013, durante un’intervista a TGcom24, ha annunciato che nella sua lista saranno candidati la pluricampionessa olimpica Valentina Vezzali, il presidente di Brembo S.p.A. Alberto Bombassei, il direttore del quotidiano Il Tempo Mario Sechi e la presidente del FAIIlaria Borletti Buitoni[49].

Alle elezioni del 2013 alla Camera la sua lista Scelta Civica ha ottenuto l’8,3% dei voti (mentre la coalizione il 10,5%), al Senato la lista Con Monti per l’Italia il 9,1%. A causa dei dissidi emersi con diversi esponenti di Scelta Civica al Senato, il 17 ottobre 2013 Mario Monti si dimette dal ruolo di Presidente del partito.[50] Monti oggi è a capo del gruppo internazionale sulle risorse dell’Unione europea.[51]

Il 25 febbraio 2015, in seguito a continui dissidi con i vertici del partito, abbandona Scelta Civica ed il gruppo parlamentare al Senato, passando così al Gruppo Misto[52].

XVII legislatura

Da febbraio 2015, dopo aver abbandonato il gruppo Scelta Civica e dopo aver aderito al Gruppo Misto del Senato, ha continuato la sua attività politica parlamentare.