“Le modifiche introdotte in commissione al dl Sblocca cantieri sono assolutamente insufficienti e non modificano affatto il senso di un decreto che non serve a sbloccare i cantieri ma ad allentare le regole di trasparenza e vigilanza e a depotenziare il ruolo dell’Anac, che vede di fatto cancellate tutte le sue linee guida. Gli esiti di questo dl saranno molto gravi su tutti i piani: su quella trasparenza, su quello della qualità delle opere e su quello della sicurezza dei lavoratori”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
“L’intero dl è segnato dalla logica del massimo ribasso, sia nelle opere che vanno da un milione di euro alla cosiddetta ‘soglia europea’, sia in quelle che superano quella soglia. In queste ultime, infatti, l’eliminazione del tetto del 30% dell’incidenza dell’offerta economica sulla valutazione complessiva rende proprio il massimo ribasso la sola logica che guiderà l’assegnazione degli appalti. I capisaldi di questo dl vanno purtroppo tutti nella stessa direzione. La reintroduzione dell’appalto integrato, già sperimentato con risultati pessimi, moltiplicherà le varianti, facendo da un lato lievitare i costi e dall’altro abbassando la qualità delle opere. L’allargamento a tutte le opere dei Commissari Straordinari con poteri di deroga rispetto alle normative ambientali e di tutela dei beni paesaggistici e ambientali, senza che il governo abbia neppure presentato una lista di quali opere intenda commissariare, trasformerà inevitabilmente la deroga in regola e norma. Pur se mitigato in commissione, l’aumento dal 30% al 40% della quota di lavori che potrà essere subappaltata dall’impresa principale moltiplicherà opacità e discrezionalità nell’assegnazione dei sub-appalti. Ci auguriamo ancora che in aula si possa limitare il danno e che gli emendamenti del governo non lo peggiorino ulteriormente. Ma nel complesso siamo di fronte a un semplice e disastroso ritorno al peggior passato”, conclude la presidente del gruppo Misto.