“Abbiamo votato contro il ddl di riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari perché obiettivo reale della riforma è indebolire ulteriormente la democrazia parlamentare spostando sempre più gli equilibri verso il rafforzamento del potere esecutivo.
Le giustificazioni addotte per la riduzione dei parlamentari sono inconsistenti. Il problema dei costi è limitato e in ogni caso è ovvio che la democrazia abbia dei costi. L’efficienza è un alibi privo di fondamenta, essendo già stato dimostrato che il nuovo regolamento del Senato permette di rendere più celeri ed efficiente il lavoro del Senato senza alcun bisogno di tagliare il numero dei parlamentari.
Ma questi sono appunto alibi. La riforma si iscrive infatti nella tendenza che dura da anni e diventa sempre più marcata a spogliare il Parlamento delle sue prerogative a vantaggio del governo. Una tendenza che si è espressa in tutti i precedenti tentativi di riforma della Carta ma che procede soprattutto nella pratica quotidiana, con il crescente ricorso alla decretazione d’urgenza, anche in assenza di qualsiasi requisito di necessità e urgenza, e al voto di fiducia.
Tra gli effetti della riduzione del numero dei parlamentari c’è poi un elevamento inaudito delle soglie di sbarramento reale. Non solo la democrazia parlamentare uscirebbe decurtata da questa riforma ma la stessa democrazia rappresentativa, perché ampie fasce di popolazione resterebbero escluse dalla rappresentanza parlamentare.
Mentre si mette mano alla Carta smantellando l’equilibrio tra i poteri delineato dai costituenti, si ignorano le reali esigenze di ammodernamento della Carta, adeguandola alle urgenze del presente senza tradirne lo spirito. Urgente non è diminuire il numero dei parlamentari e infragilire ancora di più la democrazia parlamentare. Urgentissimo sarebbe invece precisare e chiarire i vincoli per la tutela dell’ambiente e delle biodiversità, sancita dall’art. 9 ma solo in linea generale, mentre sarebbe fondamentale specificare quei vincoli.” Questo il comunicato di Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto, dopo il voto al ddl di riforma costituzionale.