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FASE 3 – DE PETRIS (LeU): “LA RICONVERSIONE ECOLOGICA E GLI INTERVENTI SU SCUOLA E SANITA’ SONO GLI ASSI PORTANTI DEL PIANO DI RILANCIO”

Il Piano di Rilancio del Paese deve sanare non solo i guasti prodotti da questa crisi ma anche i limiti e le mancanze strutturali del sistema Italia che esistevano da ben prima della pandemia. Per questo non potrà che muoversi lungo due direttrici fondamentali: la riconversione ecologica, che non solo è indicata come primo obiettivo dall’Europa ma era anche stata individuata come priorità assoluta nell’atto di nascita di questa maggioranza, e uno sforzo risolutivo in direzione di una maggiore equità. Oggi parlare di equità significa prima di tutto mettere mano alle infrastrutture dalle quali dipendono le condizioni di vita di milioni di persone. Prima di tutto la Scuola e la Sanità.” afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Non credo siano invece utili misure tappabuchi come un abbassamento temporaneo dell’IVA. Il solo intervento sull’IVA davvero strutturale e utile è invece una rimodulazione strategica, tesa a indirizzare la riconversione del modello di sviluppo e dunque coerente con un piano preciso che miri con tutti i mezzi a disposizione a quell’obiettivo”, conclude la presidente De Petris.

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CORONAVIRUS – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “LE AUTOPSIE AVREBBERO EVITATO LE TERAPIE SBAGLIATE, SPERANZA ORA FORNISCA I DATI REALI SUL NUMERO DEI DECESSI DA SARS-COV-2”

“In un periodo in cui il personale sanitario, soprattutto nella Regione Lombardia,  osservava turni al limite delle proprie possibilità fisiche e psicologiche, aver invitato a non procedere con gli esami autoptici, ed eventualmente a procedervi con notevoli restrizioni, non ha consentito di conoscere in tempi rapidi le vere cause dei decessi, né di poter praticare prima le terapie idonee, in totale contrasto con i protocolli attuati fino a quel momento e che determinavano il rapido peggioramento del quadro clinico dei malati”. E’ quanto denuncia il senatore del Gruppo Misto, Saverio De Bonis, in un’interrogazione in cui chiede al Ministro della Salute “di fornire ora, in base alle autopsie effettuate, i dati sul reale numero di decessi avvenuti a causa dell’infezione da Sars-CoV-2, oppure a causa di altre malattie. Voglio sapere se, a fronte dei 33.309 pazienti deceduti e risultati positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, al 18 giugno 2020, come riportato dall’infografica settimanale fornita dall’Istituto Superiore di Sanità, per il 4,2% che presentavano zero patologie pregresse, dei 3510 deceduti per i quali al 18 giugno 2020, sia stato possibile analizzare le cartelle cliniche, se sia stato effettuato esame autoptico ed eventualmente stabilito che la causa del decesso fosse attribuibile ad esito dell’infezione da SARS-CoV-2 ovvero altre cause. Solo oggi risulta essere stato definitivamente chiarito che gli esami post mortem erano consentiti, anche se a discrezione delle autorità giudiziarie e delle direzioni sanitarie, limitando l’esecuzione ai soli casi in cui fossero necessari per accertare la causa della morte o per fini di studio e approfondimento. Se si fosse praticata l’autopsia ai primi deceduti attribuiti alla malattia denominata Covid-19 si sarebbero evitati percorsi e rimedi sbagliati ed oggi, grazie alla svolta nelle conoscenze mediche, non si parlerebbe più né di rianimazioni e nemmeno di ventilazioni, che in questo caso si sono rivelate peggiorative del quadro clinico. Voglio sapere dal Ministro Speranza se, attualmente, per tutti i pazienti deceduti e dichiarati positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, si stia procedendo all’effettuazione dell’esame autoptico e, pertanto, conoscere il numero esatto tra questi, per i quali la causa del decesso sia con certezza attribuibile al solo ed esclusivo esito dell’infezione da SARS-CoV-2″.

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RECOVERY PLAN – DE PETRIS (LeU): “IL FATTORE TEMPO E’ FONDAMENTALE. VA TROVATA UNA SOLUZIONE-PONTE PER FRONTEGGIARE L’EMERGENZA SOCIALE SUBITO”

 

Per fronteggiare la crisi innescata dal Coronavirus e per trasformarla, come è possibile fare, in una occasione storica per l’Italia e per l’Europa tutta, il fattore tempo è fondamentale. L’Italia ha fatto molto per spingere la Ue ad adottare politiche ben diverse da quelle del passato. Bisogna evitare a tutti i costi che la proposta della Commissione europea venga depotenziata ma il compito del governo è anche quello, altrettanto centrale, di adoperarsi, di qui alla prossima riunione del Consiglio europeo, per accorciare i tempi e far sì che il New Generation Eu venga definito prima dell’estate. Uno slittamento dei tempi acuirebbe la crisi e renderebbe più difficile mettere mano a quel Piano innovativo di investimenti, in particolare sulla Green Economy, e di riforme dal quale dipende il futuro del Paese nei prossimi decenni”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Ci troviamo di fronte a una doppia emergenza. Una, quella del Recovery Plan, è strategica e si dispiegherà su tempi medio-lunghi. Ma l’altra, la necessità di mettere al riparo milioni di persone dagli effetti devastanti della crisi, deve scattare subito. Se in autunno ci saranno in Italia milioni di persone impoverite anche il miglior Recovery Plan servirà a poco. Per questo è fondamentale che venga trovata una soluzione-ponte per mettere l’Italia in grado di rispondere alle urgenze sociali dei prossimi mesi, senza dover attendere l’entrata in vigore del Piano New Generation Eu nel 2021”, conclude la presidente De Petris.

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UE – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “EVITARE IL TAGLIO DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI, CONTE GARANTISCA ADEGUATI INVESTIMENTI AL SUD”

“Per scongiurare che venga attuata da parte della Commissione europea una “rettifica finanziaria”, che equivarrebbe ad un taglio dei fondi europei strutturali, il Presidente del Consiglio deve attivarsi urgentemente varando misure volte a garantire un adeguato livello d’investimenti al Sud, così come da impegni presi con Bruxelles”.

Lo dichiara il senatore del Gruppo Misto Saverio De Bonis, che ha presentato in merito un’interrogazione al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. 

“A causa dell’emergenza Covid-19 , sono in arrivo, come ha riferito lo stesso Presidente Conte in Senato, cospicue somme di denaro, fondi che non devono essere distribuiti a pioggia a ogni categoria, ma devono servire per le riforme strutturali di natura economica: in primis far uscire il Sud dal ritardo di sviluppo. Questo è quello che l’Europa si attende. Ora si può e si deve fare al Sud l’Alta velocità ferroviaria, si possono collegare fra loro le città del Sud, si può ricucire il Sud al Nord lungo l’Adriatico, si può dare al Sud la banda larga su internet, si può convertire dal carbone l’Ilva di Taranto e così via, perché se tutto questo non si farà, non un euro arriverà all’Italia del recovery fund, riconosciuto come misura necessaria e a cui lavorare con urgenza per superare una crisi straordinaria. Occorre puntare su Napoli, Bari e Palermo oltre che su Milano, Treviso, Bologna, perché soltanto non lasciando il Sud vuoto e impoverito l’Italia potrà raggiungere e godere di un’economia reale florida. Serve, insomma una grande riqualificazione attraverso una visione di un’Italia unica e non scollegata tra il Nord ed il Sud. Un’idea di futuro italiano che, anche per l’Europa, si può, anzi si deve fare, avendo a disposizione anche dei fondi, oltre a quelli della proposta della Commissione europea su next generation EU e sul QFP 2021-2027, che altrimenti si perderebbero”.

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COVID-19 – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “PERCHE’ LA CURA SPERIMENTALE CON IL PLASMA IPERIMMUNE E’ STATA ASSEGNATA ALL’OSPEDALE DI PISA? IL MINISTRO SPERANZA CHIARISCA”

“Nonostante il successo ottenuto dagli ospedali di Mantova e Pavia nell’avvio, già nel mese di marzo, di un protocollo sperimentale per trattare i pazienti affetti da COVID-19 con il plasma iperimmune dei pazienti guariti, la  sperimentazione italiana della cura del coronavirus è stata assegnata a sorpresa all’azienda ospedaliero-universitaria di Pisa. Quali sono i motivi di questo ‘scippo’? Perché non si è puntato su chi è molto più avanti nella sperimentazione?”.

Lo chiede il Senatore del Gruppo Misto, Saverio De Bonis, in un’interrogazione indirizzata al Ministro della Salute in cui spiega bene come “Lo studio, condotto congiuntamente al policlinico San Matteo di Pavia, ha visto il coinvolgimento di varie strutture dell’ospedale di Mantova quali immunoematologia e medicina trasfusionale, pneumologia, medicina di laboratorio, malattie infettive. Attualmente è in corso l’analisi dei dati raccolti dagli specialisti nell’ambito del progetto e la successiva pubblicazione. Al servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del “Carlo Poma” di Mantova si è proceduto a pieno regime alla raccolta del plasma da pazienti guariti, con un ritmo di 6-7 prelievi al giorno. I decessi con questa terapia non si verificano più da qualche mese e il coronavirus sparisce dopo un trattamento che va dalle 2 alle 48 ore, eliminando ogni traccia di sintomo. Sono ormai un centinaio i pazienti dell’ospedale di Mantova curati con successo. Eppure, sulla pagina Facebook del regista e blogger Massimo Mazzucco si legge: ‘Qualcuno ha subito suggerito che Pisa non fosse affatto una scelta casuale, visto che è il feudo del virologo Lo Palco. In altre parole, si voleva togliere a De Donno il controllo della sperimentazione, per assegnarlo ad un altro ospedale’. Mazzucco riferisce di ‘un’ipotesi molto più complessa, che tira in ballo la famiglia Marcucci. Si tratta di un’azienda fondata nel 2001 e specializzata in produzione e distribuzione di prodotti medicinali derivati da plasma umano. Dal momento che adesso l’amministratore delegato è Paolo Marcucci, chiedo al Ministro Speranza se non vi possano essere eventuali conflitti di interessi”.  

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TRASPORTI – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “IL GOVERNO RIPRISTINI SUBITO LA PROGRAMMAZIONE DELLE ROTTE DEGLI AEROPORTI MINORI DELLA SICILIA”

“Per il Governo ‘Razionalizzare il servizio di trasporto aereo’ significa riaprire l’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo), dove c’è cuore della pandemia, e prorogare invece ancora di un mese la chiusura degli aeroporti di Comiso e Trapani, in Sicilia, dove non ci sono contagi. ‘A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina’: si vogliano forse negare i diritti fondamentali alla crescita e alla competitività territoriale nel Mezzogiorno?”

Lo chiede il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, in un’interrogazione rivolta ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e della salute.

“Nel decreto del ministero, infatti, vengono stabiliti i 25 aeroporti italiani che possono tornare operativi e, tra quelli siciliani, ci sono gli scali di Palermo, Catania, Lampedusa e Pantelleria ma mancano il “Vincenzo Florio” di Trapani-Birgi e lo scalo di Comiso. La scelta pare sia dovuta all’impossibilità di garantire i controlli su tutti gli aeroporti italiani, ma essa penalizza fortemente le province di Trapani e Ragusa che vivono maggiormente di turismo, soprattutto nella stagione estiva, recando gravi danni all’economia. Tra l’altro, se la giustificazione è data dall’impossibilità di garantire i controlli per l’emergenza Covid-19, questa decisione risulta ancor più iniqua ed incomprensibile, visto il numero veramente insignificante di contagiati in Sicilia. Pertanto chiedo ai ministri dei Trasporti e della Salute che sia immediatamente ripristinata la programmazione delle rotte per gli aeroporti minori”.

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UE – DE PETRIS (LEU): “E’ UN GRAVE ERRORE PENSARE DI TORNARE AL PRIMA, SI DEVE ACCELERARE LA RICONVERSIONE ECOLOGICA”

“Dalla Ue, anche grazie all’iniziativa italiana, stanno arrivando segnali forti e positivi sulla possibilità di dar vita a una vera Europa della solidarietà capace di superare gli errori del passato. Ma l’occasione enorme che la crisi rappresenta per l’Europa va molto oltre. Possiamo oggi accelerare drasticamente la riconversione ecologica e far sì che l’Europa sia la prima area del mondo a raggiungere la neutralità climatica, conquistando così una leadership che sarebbe anche economica e politica”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto ai margini del dibattito a palazzo Madama sull’informativa del presidente del Consiglio.

“La stessa cosa è vera anche per l’Italia. Chi pensa che si possa uscire dalla crisi semplicemente tornando al prima, senza modificare profondamente questo modello di sviluppo, commette un errore enorme ed è incredibile che alcuni esponenti dell’impresa mirino a questo. Magari con un sostegno economico pubblico ma per il resto senza cambiare niente. E’ di questo, di cosa debba essere il Recovery Plan in Italia e in Europa, che bisogna discutere ed è di questo che si discute in tutta Europa. Da noi invece si parla solo di Mes, cioè di uno strumento che già c’è, invece che di quelli che bisogna mettere in campo e di come usarli. E’ un dibattito sterile e inutile. Il Mes c’è. Se sarà necessario adoperarlo lo decideremo quando il quadro complessivo sarà stato definito”, conclude la senatrice di LeU.

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SCARCERAZIONE CARMINATI – RUOTOLO (GRUPPO MISTO): “NON CONTESTARE L’AGGRAVANTE MAFIOSA E’ UN DATO CULTURALE, MI RICORDA MOLTO IL PERIODO DELLE INSUFFICIENZE DI PROVA PER COSA NOSTRA”

La scarcerazione di Massimo Carminati rappresenta un duro contraccolpo. Ricondurre mafia capitale a una organizzazione criminale ma non con l’aggravante mafiosa è un dato culturale, mi ricorda molto il periodo delle insufficienze di prova per Cosa Nostra negli anni passati”. Lo ha detto il senatore Sandro Ruotolo (Gruppo Misto), intervenendo alla trasmissione ‘Mattina 9’ condotta da Mariù Adamo e in onda sull’emittente Canale 9-7 Gold. “Aldilà anche di tutta la vicenda che è accaduta con le scarcerazioni durante l’emergenza Covid, questa scarcerazione ci dice che c’è bisogno di un nuovo impegno civile anche da parte della magistratura. L’emergenza mafia non è finita, dare una chiave d’interpretazione riduttiva di questi fenomeni ci fa tornare indietro di parecchi anni. Ricordo l’ammazza sentenze, il giudice della Cassazione Corrado Carnevale, penso che ci sia un problema culturale di queste nuove leve di magistrati. Ricordo che ai funerali del giudice Giovanni Falcone tanti giovani avvocati decisero in quel momento di diventare magistrati e di andare nelle terre dove lo Stato non c’era”.

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FASE 3 – DE PETRIS (LeU): “BENE IL PROLUNGAMENTO DELLA CASSA INTEGRAZIONE, MA ORA SI DEVE PROLUNGARE ANCHE IL BLOCCO LICENZIAMENTI”

Il prolungamento delle casse integrazione è un passo giusto e necessario che dimostra la volontà del governo e della maggioranza di non lasciare nessuno solo in balìa della crisi. Ora bisogna anche prolungare il blocco dei licenziamenti e stanziare i fondi per gli ammortizzatori sociali. Solo così potremo evitare in autunno una crisi sociale che altrimenti coinvolgerà buona parte della popolazione e inciderà negativamente su consumi e domanda, impedendo oltre tutto la ripresa”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Non dobbiamo mai dimenticare però che queste misure, pur necessarie e urgentissime, sono una risposta immediata all’emergenza ma non una strategia di ripresa che deve invece essere messa in campo il prima possibile. La strada è segnata. E’ già chiaramente indicata nel programma sul quale si fondano questa maggioranza e questo governo: bisogna imboccare con determinazione, convinzione e rapidità la strada di una profonda riconversione ecologica e di un diverso modello di sviluppo. Green Economy e Green New Deal non sono slogan ma le chiavi per affrontare la crisi e superare i limiti che pesavano sull’Italia da ben prima che arrivasse la crisi innescata dalla pandemia”, conclude la presidente De Petris.

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DL RILANCIO – DE PETRIS (LeU): “MODIFICARE LE NORME SULLA SANATORIA DEI MIGRANTI E SUL REDDITO D’EMERGENZA, PER NON VANIFICARNE GLI EFFETTI”

La sanatoria per i migranti e il reddito di emergenza sono passi nella giusta direzione ma i dati ci dicono che sono lontani dall’essere sufficienti. Mi auguro quindi che la Camera modifichi quelle regole, eliminando i limiti che ne stanno inficiando profondamente l’efficacia concreta”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Se su 600mila clandestini stimati solo 9.500 hanno chiesto la regolarizzazione è segno inequivocabile che cavilli burocratici e ostacoli di ogni sorta impediscono alla norma di sortire gli effetti per i quali è stata decisa. Se le richieste di accesso al reddito d’emergenza sono appena un terzo del previsto, e oltre tutto diverse decine di migliaia di richieste sono state respinte, significa che i requisiti fissati sono esageratamente rigidi e vanificano in buona parte una misura che tutti avevamo ritenuto e riteniamo urgente e necessaria”, conclude la presidente De Petris.

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