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CORONAVIRUS – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE AUMENTA LA FORBICE DI DISPARITA’ TRA NORD E SUD, AL MEZZOGIORNO SEMPRE E SOLO BRICIOLE”

 

“Cambiano gli orchestrali ma la musica è sempre la stessa: quando si tratta di distribuire risorse, al Mezzogiorno d’Italia vanno solo le briciole”. Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis del gruppo Misto che ha presentato un’interrogazione ai Ministri per il Sud e per la coesione territoriale, dell’interno e dell’economia e delle finanze, in cui denuncia i criteri adottati per la ripartizione ai comuni del “Fondo per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali”, elargito dallo Stato secondo il Dl Rilancio.

Queste risorse dovevano essere ripartite sulla base degli effetti dell’emergenza Covid-19, sui fabbisogni di spesa e sulle minori entrate, al netto delle minori spese. Invece così non è stato. Un esempio per tutti: a Verona sono andati 3 milioni di euro e a Messina, con pari abitanti, solo 50 mila euro. In merito al bonus sulle mense chiuse vi è un allegato del Ministero dell’interno con il riparto di 3 miliardi di euro fra tutti i comuni italiani più le unioni di comuni e le comunità montane. Un allegato in cui l’elenco comunale non segue alcun ordine logico. Inizia con Cinquefrondi, paese dell’Aspromonte e finisce con Trani, in Puglia. Il primo comune campano in lista è Benevento, preceduto da Agrigento e seguito da Thiesi, che è in provincia di Sassari. Insomma un ordine sparso che sembra fatto per non essere compreso. A definire i criteri per distribuire in modo appropriato i 3 miliardi di euro vi è un apposito tavolo tecnico presso il Ministero dell’economia e delle finanze con tre esperti nominati dagli enti locali, che ha prodotto  un documento di 40 pagine in cui in sostanza si afferma che le minori entrate (imposte, multe e così via) sono stimate in quasi 5 miliardi di euro mentre quanto alle minori spese per la “forte incertezza del contesto” non si considerano i risparmi nei servizi scolastici e nella raccolta dei rifiuti. A cambiare, con la “regola” dei servizi scolastici, è la distribuzione della somma fra i territori: il tempo pieno a scuola infatti è una delle disparità più accentuate in Italia. Nella primaria è una realtà per il 58% degli alunni del Lazio, il 57% del Piemonte, il 54% della Lombardia. Ma nel Mezzogiorno i valori si riducono alla metà se non a un quarto: in Campania il servizio è garantito solo al 22% degli iscritti, in Puglia al 19%, in Sicilia al 12%. Una vera vergogna nazionale che non andava certo corretta con il Fondo Covid da 3 miliardi. Inoltre, con la giustificazione dell’incertezza si è considerato inesistente il risparmio di spesa e come se non bastasse i comuni già beneficiati hanno pure ottenuto un secondo bonus, cioè il ristoro del mancato incasso del contributo delle famiglie, contributo per una spesa che con tutta evidenza non c’è stata. In definitiva, la concentrazione dei servizi al Centro-nord ha portato un doppio bonus alle aree già più ricche, riducendo il beneficio a disposizione di chi è indietro nei servizi. Chiedo quindi  al Governo quali iniziative, non più procrastinabili, intenda adottare perché questo indegno metodo di distribuire risorse, sempre a danno del Mezzogiorno d’Italia, non si ripeta più e se non ritenga utile dare attuazione a concrete misure in grado di evitare le sperequazioni e dirimere le disuguaglianze esistenti tra Centro, Nord e Sud del Paese”.

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RILANCIO – ERRANI (ARTICOLO UNO): “IL PROVVEDIMENTO DIMOSTRA IL GRANDE SFORZO FATTO DAL GOVERNO”

“Davvero non capisco le critiche di assistenzialismo rivolte a questo provvedimento. E’ assistenzialismo aver garantito con la cassa integrazione e il sostegno alle partite Iva una tutela di dimensioni senza precedenti in un momento di così estrema difficoltà? Pensiamo a come sarebbe oggi la situazione del Paese e quale il livello della tensione sociale senza questi interventi”, afferma il senatore di Articolo Uno Vasco Errani.
“Non voglio certo negare che ci siano state delle criticità, in particolare sui ritardi delle casse integrazioni. Ci sono molti capitoli che dovranno essere affrontati con il prossimo scostamento di bilancio. Penso prima di tutto alla situazione drammatica del turismo. Ma credo che la stessa opposizione non faccia un buon servizio a sé stessa e al Paese negando il valore dello sforzo che è stato fatto dal governo, ad esempio con la moratoria sui prestiti per un valore di 286 mld o con l’ecobonus. Negare questa realtà significa far prevalere le ragioni della propaganda. È un errore grave perché non usciremo da questa crisi senza un approccio lungimirante e strategico e per la definizione di quell’impianto strategico è necessario che, pur nella dialettica tra diverse posizioni, partecipino davvero tutte le forze politiche”, conclude l’esponente di Articolo Uno.

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CRISI – DE PETRIS (LeU): “TROPPE PERSONE SONO ANCORA SENZA CASSA INTEGRAZIONE, TROPPI OSTACOLI PER LE REGOLARIZZAZIONI E IL REDDITO DI EMERGENZA. BISOGNA INTERVENIRE SUBITO”

Centinaia di migliaia di persone sono ancora in attesa, da mesi, che arrivi la Cassa integrazione. Il numero di immigrati che hanno chiesto la regolarizzazione è minimo, a tutto vantaggio del lavoro nero, del caporalato e delle organizzazioni criminali. L’accesso al reddito di emergenza è reso difficilissimo anche per chi ne ha urgentissimo bisogno da una quantità di regole burocratiche inutilmente rigide. Tutto ciò vanifica in buona parte le misure che abbiamo deciso per non lasciare davvero nessuno solo e per dare sollievo alla parte di popolazione che più sta soffrendo gli effetti della crisi”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

E’ evidente che la prima urgenza è fare in modo che i sussidi stanziati dal governo arrivino a destinazione in tempi ragionevoli. Per questo è necessario modificare in sede di conversione alcune norme del dl Rilancio ma anche impegnarsi in uno sforzo strenuo per accelerare le pratiche subito. In caso contrario, nonostante lo sforzo immenso fatto dal governo con dl che valgono quanto tre manovre finanziarie, la sofferenza della popolazione non sarà alleviata e la sensazione che sia stato fatto troppo poco dilagherà”, conclude la presidente De Petris.

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DL RILANCIO – DE PETRIS (LeU): “MODIFICARE LE NORME SULLA SANATORIA DEI MIGRANTI E SUL REDDITO D’EMERGENZA, PER NON VANIFICARNE GLI EFFETTI”

La sanatoria per i migranti e il reddito di emergenza sono passi nella giusta direzione ma i dati ci dicono che sono lontani dall’essere sufficienti. Mi auguro quindi che la Camera modifichi quelle regole, eliminando i limiti che ne stanno inficiando profondamente l’efficacia concreta”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Se su 600mila clandestini stimati solo 9.500 hanno chiesto la regolarizzazione è segno inequivocabile che cavilli burocratici e ostacoli di ogni sorta impediscono alla norma di sortire gli effetti per i quali è stata decisa. Se le richieste di accesso al reddito d’emergenza sono appena un terzo del previsto, e oltre tutto diverse decine di migliaia di richieste sono state respinte, significa che i requisiti fissati sono esageratamente rigidi e vanificano in buona parte una misura che tutti avevamo ritenuto e riteniamo urgente e necessaria”, conclude la presidente De Petris.

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DL RILANCIO – DE BONIS (MISTO): “IL GOVERNO RENDA PIU’ EQUO IL COSTO DELL’ENERGIA, I CITTADINI CONTINUANO A PAGARE BOLLETTE SALATE”

 

“Con il Decreto Rilancio è stata disposta la riduzione degli oneri delle bollette elettriche, ma le riduzioni di spesa riguardano sole le utenze allacciate in Bassa Tensione diverse dagli usi domestici. I privati cittadini continuano a pagare in pieno gli oneri di rete, il prezzo di dispacciamento e altre voci strane menzionate nella fattura. Il Governo faccia chiarezza e intervenga per rendere più equo il costo dell’energia”.

Lo dichiara il senatore del Gruppo Misto, Saverio De Bonis, che in un’interrogazione ai Ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, denuncia i motivi dell’alto costo e voci strane contenute nelle bollette degli italiani.

“Tra le voci della bolletta, ad esempio, ci sono i costi per il Capacity Market, il meccanismo che avrebbe dovuto assicurare l’approvvigionamento di energia elettrica sia agli impianti alimentati a fonti fossili, sia agli impianti a fonti rinnovabili, ma in realtà è riservato sostanzialmente alle termoelettriche del gas, che certamente non tengono conto del grave cambiamento climatico in atto, in netta contraddizione con quelle che sono le indicazioni dell’Accordo di Parigi sul Clima e i contenuti del Clean Energy Package della Commissione europea, che chiedono una riduzione delle emissioni con lo sviluppo di impianti a fonti rinnovabili. Pare che il MISE abbia voluto favorire in un certo senso le lobbies del gas, visto che ha emanato il DM del 28 giugno 2019, che prevede che al Capacity Market possano partecipare solo gli impianti termoelettrici, prima che entrasse in vigore il Regolamento europeo (che invece ha il fine di incentivare il Capacity Market a favore di imprese produttrici di energia da fonti rinnovabili). Inoltre, sembrerebbe che le aziende produttrici di energia, non comprano il gas dal giacimento, ma solo la disponibilità che gli venga fornito qualora “malauguratamente” dovesse servigli. In questo modo dalle tasche dei cittadini vengono carpiti ben 1,5 miliardi di euro all’anno dei quali, tolte la quota per la restituzione del prestito, la quota per il trasportatore e la quota per il proprietario del giacimento, il resto rimane alle aziende produttrici di energia, che tutto hanno fatto meno che produrre energia. Insomma, i cittadini italiani stanno pagando per un bene che non viene ceduto, ma viene tenuto da parte, anche se non ne hanno bisogno e anche se non lo vogliono. L’addebito di oneri così consistenti, che se eliminati alleggerirebbero moltissimo le bollette di energia e di gas, è ingiusto e gravemente lesivo per l’economia di ciascun contribuente. Questi costi devono essere al più presto posti a carico delle stesse aziende erogatrici, che possono sopravvivere tranquillamente anche se rendono più equa la bolletta agli utenti, visto che sono spesso beneficiarie di cospicui finanziamenti da parte dello Stato, anche a fondo perduto”.

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DL RILANCIO – DE PETRIS (LeU): “PASSI AVANTI IMPORTANTI MA DEVE ESSERE MIGLIORATO IN PARLAMENTO”

Il decreto varato oggi rappresenta uno sforzo senza precedenti e registra passi avanti reali su molti fronti. E’ fondamentale che ci si faccia carico del passare dalle parole ai fatti con nuove regole per snellire l’erogazione degli stanziamenti. La rapidità in questo caso non è un elemento aggiuntivo. E’ fondamentale e di vitale importanza”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, capogruppo di LeU.

Riteniamo tuttavia che sarebbe stato necessario un maggiore equilibrio. Il taglio dell’Irap andrà a vantaggio anche delle aziende che non sono state colpite dalla crisi sanitaria. Il contributo di 600 euro continuerà a essere elargito anche a chi non ne avrebbe alcun bisogno. A fronte di questo privilegio il sostegno ai più poveri è molto insufficiente e deve essere irrobustito. Le regolarizzazioni sono a loro volta un passo nella giusta direzione ma ancora insufficiente. Bisogna affrontare il nodo degli invisibili, trascurati anche da questo decreto e condannati quindi a forme di lavoro nero che sconfinano nel neoschiavismo. Il dl deve essere migliorato in Parlamento. Daremo il nostro contributo con emendamenti che riguarderanno proprio questo squilibrio, per farci carico delle esigenze vitali dei più svantaggiati, che ancora non ricevono sufficiente sostegno. La decisione di non lasciare solo nessuno significa questo”, conclude la presidente De Petris.

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