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NEOFASCISMO – DE PETRIS (LeU): “IL SILENZIO DI SALVINI DOPO L’INCHIESTA DI FANPAGE È COMPLICITA’ CON I LEGHISTI COLLUSI CON LE AREE FASCISTE”

“È incredibile e gravissimo che il leader della Lega non senta lui per primo la necessità politica e morale di prendere le distanze e mettere alla porta quegli esponenti del suo partito che sono collegati alle peggiori aree neofasciste, razziste, antisemite. Tanto più che, come l’inchiesta di Fanpage dimostra, non stiamo parlando di anonimi militanti di base ma di dirigenti di notevole spessore, tra cui parlamentari o ex parlamentari ed europarlamentari. È evidente che Salvini non ha alcuna intenzione di rompere con quelle aree, che con la nostra democrazia non hanno nulla a che spartire, e ne è dunque di fatto complice”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Già le grottesche acrobazie di Giorgia Meloni per non prendere posizione sugli intrecci tra esponenti molto importanti del suo partito e le peggiori aree del neofascismo erano desolanti e molto inquietanti. Salvini però non fa nemmeno quello sforzo di equilibrismo. Si limita a tacere facendo finta di niente e, se possibile, è anche peggio”, conclude la presidente De Petris.

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SOLIDARIETA’ A FANPAGE – RUOTOLO E DE GIOVANNI: “INTOLLERABILE VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI CRONACA

“Solidarietà a Fanpage.it per la decisione del Giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma che vuole oscurare i contenuti dell’inchiesta giornalistica Follow The Money sui fondi della Lega e su Claudio Durigon, l’ex sottosegretario leghista costretto a dimettersi dopo le dichiarazioni rilasciate a Latina sul parco da intitolare al fratello di Benito Mussolini. Quanto sta accadendo a Fanpage.it altro non è se non una intollerabile violazione del diritto di cronaca”. A dichiararlo sono il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto e lo scrittore Maurizio de Giovanni. “La cancellazione preventiva di un’inchiesta giornalistica, è un pericolosissimo precedente. Limita la libertà di stampa e quindi riguarda tutti noi. Chiunque si sente diffamato ha il diritto a rivolgersi a un magistrato ma, come dice l’articolo 21 della Costituzione, ‘la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi’. Non si può procedere al sequestro preventivo per il reato di diffamazione. Stiamo perciò dalla parte dei giornalisti di Fanpage.it. Con il giornalismo d’inchiesta, con il diritto di cronaca” concludono Ruotolo e De Giovanni. Il senatore Sandro Ruotolo presenterà un’interrogazione parlamentare per chiedere alla Ministra della giustizia di verificare se non vi siano irregolarità.

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GREEN PASS, AGGRESSIONE AL CRONISTA – INTERROGAZIONE DI QUINDICI PARLAMENTARI ALLA MINISTRA DELL’INTERNO.

“Quindici tra senatrici e senatori chiedono alla ministra dell’Interno Lamorgese d’intervenire affinché siano identificati e puniti gli aggressori del giornalista Saverio Tommasi che sabato scorso 24 luglio 2021 a Firenze in occasione della manifestazione dei ‘No Green pass’ mentre svolgeva il proprio lavoro è stato oggetto di ripetute aggressioni, insulti e minacce”. Lo sottolinea in una nota il senatore Sandro Ruotolo, che insieme ai senatori Loredana De Petris, Vasco Errani, Piero Grasso, Maurizio Buccarella, Francesco Laforgia, di Leu-Ecosolidali e Tommaso Cerno, Monica Cirinnà, Valeria Fedeli, Franco Mirabelli, Dario Parrini, Gianni Pittella, Roberto Rampi, Valeria Valente, Francesco Verducci del Partito Democratico hanno depositato una interrogazione urgente rivolta alla Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese. “Nel video pubblicato da Fanpage.it si vede chiaramente il giornalista più volte accerchiato e colpito alle spalle da più persone. Oltre alle aggressioni, Tommasi è stato spintonato ed ha evitato con prontezza il danneggiamento della sua telecamera. A più riprese è stato pesantemente minacciato e intimidito. Dalle immagini si nota addirittura una mamma incitare il figlioletto a gridare contro il cronista, come poi è accaduto, l’insulto: ‘scemo’. Il cronista di fronte alla pressione belligerante dei manifestanti ha più volte tentato di calmare gli animi spiegando che il suo lavoro è quello di documentare i fatti, riportando ciò che accade e null’altro. Solo l’intervento di alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine in abiti borghesi ha interrotto il ‘tiro al bersaglio’ ed ha evitato il peggio, ‘prendendo di peso’ il cronista e portandolo lontano dall’evento. Ogni tre giorni, nel nostro Paese, gli operatori dell’informazione vengono insultati, minacciati di morte solo per l’esercizio della loro professione. L’Osservatorio dei cronisti minacciati del Viminale ha rilevato un incremento dell’11 per cento delle intimidazioni rispetto al 2020 con un aumento significativo delle minacce che riguardano contesti socio/politici. Nell’interrogazione, i senatori, chiedono in particolare “quali iniziative la ministra intenda adottare per la salvaguardia del diritto all’informazione e il diritto ad essere informati, nonché il diritto di cronaca, a protezione di coloro che grazie al proprio lavoro di inchiesta offrono un servizio pubblico ai cittadini”.

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