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MAFIA – DE PETRIS (LEU): “FRASE GRAVISSIMA DEL SINDACO DI ANZIO IN DIRETTA TV, QUALI SONO I MOTIVI DEL MANCATO COMMISSARIAMENTO DEL COMUNE? LA MINISTRA LAMORGESE CHIARISCA”

“Da tempo nel territorio di Anzio (Roma) risultano fortemente radicate associazioni di tipo mafioso. Nei giorni scorsi, durante una trasmissione televisiva locale “Young tv”, il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, rispondendo a una questione posta da un telespettatore, faceva un chiaro riferimento ad interferenze della politica nelle decisioni del prefetto di Roma. Si tratta di una dichiarazione gravissima, per questo ho rivolto un’interrogazione al Ministro dell’Interno, per sapere se sia al corrente di questi ultimi fatti accaduti e se sia in grado di fornire chiarimenti in merito alla vicenda del mancato commissariamento del Comune di Anzio già nel 2018″.

Lo ha dichiarato la senatrice di Leu, Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto, che ha presentato un’interrogazione urgente alla Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.

“Nel 2016, alla luce di gravi episodi intimidatori ai danni di amministratori e politici locali, furono presentate dai gruppi parlamentari di SEL, Movimento 5 stelle e PD diverse interrogazioni che chiedevano al Ministro dell’interno pro tempore di valutare la nomina di una commissione di accesso in seno al Comune di Anzio. In seguito, Nel maggio 2018 è stata incendiata la Smart della dirigente del commissariato di Polizia di Anzio e Nettuno, il vicequestore Adele Picariello. Pochi mesi dopo viene intercettata una missiva con un proiettile e un messaggio: “stai zitta”. La missiva era indirizzata al segretario generale del Comune di Anzio pro tempore Marina Inches. Nella relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie del 7 febbraio 2018, si auspicava esplicitamente un’immediata nuova valutazione della situazione del comune di Anzio, al fine di verificare la sussistenza degli elementi per nominare una commissione d’accesso in seno al comune. Ritengo pertanto necessaria che la ministra Lamorgese faccia sapere cosa intende fare per garantire la legalità nel comune di Anzio da tempo ‘sorvegliato speciale’ “.

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STRAGE VIA D’AMELIO – RUOTOLO (GRUPPO MISTO): “NON FU SOLO LA MAFIA A TENTARE IL COLPO DI STATO”

“19 luglio 1992, 28 anni fa la strage di via D’Amelio. La ferita è ancora aperta, non è ancora il tempo di consegnare alla storia quel periodo tragico che ha vissuto il nostro Paese. Le nuove generazioni devono sapere quello che è successo nel terribile biennio stragista 92-94 perché, ancora oggi, dobbiamo conoscere la verità. Non fu solo la mafia a tentare il colpo di Stato nella strage di via D’Amelio, dove insieme al giudice Borsellino trovarono la morte gli agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Le stragi di Capaci e via D’Amelio, le bombe del ’93 a Roma, Milano, Firenze, gli attentati ai carabinieri di Reggio Calabria, il deposito di armi pronto ad essere usato di Secondigliano, facevano parte di una strategia del terrore che, dopo il fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma, cessò d’improvviso. Perché? Quelle bombe erano un ultimatum. Vogliamo conoscere tutti i protagonisti e i termini di quell’accordo. “

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PONTE SULLO STRETTO – DE PETRIS (LeU): “OPERA INUTILE, COSTOSISSIMA, DEVASTANTE PER L’AMBIENTE, PREZIOSA SOLO PER LA MAFIA. ITALIA VIVA SI RASSEGNI: E’ UN CAPITOLO CHIUSO”

“Il senatore Faraone e Italia viva hanno il diritto di proporre quello che vogliono, anche un’opera folle, inutile, già rivelatasi costosissima anche solo in fase ipotetica, disastrosa per l’ambiente, preziosa solo per mafia e ‘ndrangheta, come il Ponte sullo Stretto.  Ma il senatore Faraone e Italia viva devono aver confuso questo governo con uno di quelli guidati da Silvio Berlusconi, il cui sogno era non a caso proprio il Ponte sullo Stretto”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto, dopo le dichiarazioni in aula del capogruppo di Iv Faraone a favore del Ponte.

“Conviene essere assolutamente chiari. Il Ponte sullo Stretto non è un’opzione rimasta aperta in attesa di decisione. Tutte le analisi europee e tutte le valutazioni di impatto ambientale lo hanno bocciato senza appello. Stiamo ancora pagando costi esorbitanti anche solo per averne parlato. Il tentativo di usare la crisi innescata dalla pandemia per riaprire un capitolo già chiuso non ha alcuna possibilità di successo e sarà bene che Italia viva se ne faccia rapidamente una ragione”, conclude la presidente De Petris.

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STRAGE DI CAPACI – DE PETRIS (LeU): “IMPEDIRE CHE LE MAFIE METTANO LE MANI SULLA RICOSTRUZIONE”

Ricordare oggi il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti della scorta trucidati a Capaci significa prima di tutto non abbassare la guardia soprattutto oggi, sapendo che le associazioni mafiose cercheranno di avvalersi in molti modi dell’emergenza Covid-19 e di mettere le mani sulla ricostruzione. Dobbiamo impedirlo a tutti i costi”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Credo però che si debba far tesoro dell’intera lezione di Giovanni Falcone. Nessuno aveva capito meglio di lui che le mafie non sono solo associazioni criminali ma vere e proprie culture che bisogna saper contrastare e sconfiggere. Quelle culture prosperano in un sistema di ingiustizia di cui le mafie stesse sono in realtà parte integrante. Senza sconfiggere quella cultura e quelle ingiustizie non riusciremo a battere davvero e definitivamente le mafie”, conclude la presidente De Petris.

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CAPACI – SANDRO RUOTOLO (GRUPPO MISTO): “DOVERE E’ CONOSCERE TUTTA LA VERITA’ PERCHE’ SENZA VERITA’ NON C’E’ GIUSTIZIA”

Perché ogni 23 maggio il primo pensiero è rivolto alle vittime della strage di Capaci? Perché conosciamo i nomi di tutte le vittime e ci emozioniamo ancora pensando a loro? E perché è così importante raccontare alle nuove generazioni quel pezzo di storia recente che ha cambiato il nostro Paese? Perché è ancora una ferita aperta. Parte della verità giudiziaria la conosciamo già. Non tutta la verità. E abbiamo bisogno di conoscere tutta la verità perché senza verità non c’è giustizia e senza giustizia, senza fare i conti con il passato, non c’è futuro. Ventotto anni dopo non c’è ancora un pentito di quel pezzo dello Stato deviato che scese a patti con i viddani di Corleone. Oggi la mafia stragista è in carcere. Fuori, la mafia che non ha bisogno di sparare si è ramificata in tutto il Paese. È entrata nell’economia legale e i suoi bilanci sono in attivo. Avvertiamo ancora oggi il pericolo della mafia e perciò abbiamo bisogno di far conoscere ai nostri figli e ai nostri nipoti la storia terribile di quella stagione di sangue innocente. Non dimenticheremo mai chi ha sacrificato la vita per la legalità. La verità è che loro non sono morti. Sono vivi e vivranno per sempre nella memoria di questo paese. La mafia è una montagna di merda”. Lo scrive il senatore Sandro Ruotolo (Gruppo Misto), nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci in cui morirono il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della loro scorta, postando anche una foto che lo ritrae da inviato sul cratere poche ore dopo la strage.  

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MAFIA – DE PETRIS (LeU): “SALVINI RISPONDA IN AULA SUL CASO DELLA SCORTA PER RUOTOLO”.

 

Il ministro Salvini deve dire chiaramente se intende mantenere o revocare la scorta per il giornalista Sandro Ruotolo, minacciato dal clan dei Casalesi per le sue coraggiose inchieste sulla mafia. In ogni caso il ministro Salvini deve spiegare come sia stato possibile il crearsi di un caso simile, che verrà comunque interpretato dalle organizzazioni criminali come un segnale di debolezza da parte dello Stato. Per questo ho già presentato un’interrogazione rivolta al ministro”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

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MAFIA – DE PETRIS (LeU): “GRAVE LA DECISIONE DI TOGLIERE LA SCORTA A RUOTOLO. SIGNIFICHEREBBE CHE LO STATO ABBASSA LA GUARDIA NELLA LOTTA CONTRO LE MAFIE”

 

La decisione, ove fosse confermata, di togliere la scorta al giornalista Sandro Ruotolo, sotto protezione da quando, nel 2015, fu minacciato dal boss dei Casalesi Zagaria, sarebbe un fatto gravissimo, sia in sé che come segnale”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Ruotolo è uno dei giornalisti che hanno sfidato le organizzazioni mafiose facendo luce sui loro traffici e per questo il boss Zagaria ha detto di volerlo ‘scuoiare’. Togliergli la scorta vorrebbe dire esporlo alla vendetta dei Casalesi ma anche indicare che lo Stato sta abbassando la guardia nello lotta contro le mafie. E’ incredibile che una decisione del genere possa essere assunta da un governo che si riempie da sempre la bocca esaltando la difesa della legalità. E’ urgente e necessario che il ministro degli Interni Salvini chiarisca al più presto e nel modo più esauriente la situazione”, conclude la presidente De Petris.

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