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INTERVENTO IN AULA DELLA SENATRICE LOREDANA DE PETRIS SULLA MANOVRA DI BILANCIO

Signor Presidente, abbiamo tentato ancora una volta in Conferenza dei Capigruppo di fare proposte che non dico riponessero al centro il Parlamento – come ci ha ricordato ieri il Presidente della Repubblica – ma riportassero la discussione sul bilancio su binari minimi di civiltà e normalità.
Le abbiamo viste tutte, come maxiemendamenti presentati in ritardo con la fiducia. Non avevamo però ancora visto – magari qualcuno cercherà anche dei precedenti al riguardo – affrontare in tal modo la manovra di bilancio, una manovra peraltro complicata e annunciata in maniera così plateale. Abbiamo sentito molte altre cose a seguito di una trattativa in Europa che è in un certo senso difficile raccontare come vittoriosa. Non si era mai visto che in Commissione bilancio non si tenesse neanche una votazione; gli esperti della Commissione bilancio lo sanno bene: neanche una bocciatura tecnica degli emendamenti che non erano considerati prioritari dai Gruppi parlamentari. Non si era mai visto!
Mi giunge voce, peraltro, che qualcuno sta pensando di inserire nel maxiemendamento anche emendamenti che non sono stati neanche presentati dai singoli in Commissione. Questo per farvi capire che siamo arrivati, ormai, all’esproprio totale, e non solo del Senato, perché la Camera ha votato una manovra che non esiste, sulla quale, tra l’altro, noi adesso dovremmo iniziare la discussione generale.
Abbiamo tentato con garbo – che dobbiamo fare? – di far comprendere che è un problema per tutti espropriare in modo così palese e anche definitivo il Parlamento della possibilità di discutere. Ci abbiamo provato in Commissione; ci abbiamo provato in tutti i modi. Abbiamo chiesto, per giorni e giorni, di poter lavorare. Abbiamo illustrato i nostri emendamenti, abbiamo chiesto ripetutamente al Governo di dire qualcosa, che cosa ne pensasse, se c’era la possibilità di lavorare su alcuni temi e di dare anche il nostro contributo. Siamo stati messi nella condizione di non poter lavorare.
Dico anche di più. In realtà, questo risultato è stato voluto. Non è un incidente. Il motivo non è che la trattativa negoziata è stata lunga e complessa. Si è capito, infatti, ormai già da alcuni giorni in realtà, come si è capito anche dalle dichiarazioni rese oggi in Aula dal Presidente della Commissione bilancio, che non si voleva assolutamente svolgere alcun tipo di lavoro all’interno della Commissione. Per questo non è stato espresso nessun voto, per questo non è stata fatta neanche una votazione; l’esito doveva essere quello: arrivare in Assemblea al buio, senza relatore. Questo è quello che voi pensate che sia – e come debba essere ridotta – la democrazia parlamentare!
Siccome il presidente Calderoli è relatore di una proposta di legge di revisione costituzionale, io vi dico di andare anche oltre: assumetevi la responsabilità, e su questo discutiamo, che la maggioranza presenti il bilancio con la formula «prendere o lasciare». Almeno è chiaro, è definitivo ed è codificato, perché noi non possiamo andare avanti in questo modo! Torno a ripetere che quello che è accaduto è inaudito.
Cosa dobbiamo fare adesso? Ve lo abbiamo detto. Abbiamo tentato di dirvelo: ritorniamo in Commissione e facciamo le votazioni; quello che dovete bocciare, bocciatelo, quello che dovete approvare, anche i vostri emendamenti, approvateli. Almeno saranno chiari i contorni degli emendamenti che volete approvare. Cerchiamo, in qualche modo, di riportare i lavori su un binario di ordinarietà.
I tempi ci sono. Si può tornare in Commissione. Siamo ancora lontani dalla vigilia e da Natale. Abbiamo tutta la possibilità, finalmente, di farlo. E lo dico anche a tutti i senatori di maggioranza: questo non è un problema solo delle opposizioni, ma è un problema di dignità del Parlamento. Riprendiamo in mano la possibilità di conoscere, di agire, di poter esercitare pienamente il nostro mandato. Lo so che non vi fa piacere, che forse è meglio che avvenga tutto in fretta e che le dichiarazioni di voto le facciamo di sera tardi. È, infatti, complicato, signor Presidente, andare a spiegare che tutto quello che avevate promesso è adesso difficile ritrovarlo in questa manovra.
Quindi, si torni in Commissione e, finiti i lavori della Commissione, si potrà continuare a lavorare, perché abbiamo ancora le giornate di sabato, domenica e lunedì. Nessuno di noi vuole l’esercizio provvisorio; assumiamoci però la responsabilità di ritornare finalmente a dare una possibilità a quest’Assemblea e a tutto il Parlamento di decidere, conoscere e votare in modo responsabile. Perché questa è una democrazia parlamentare, altrimenti è altro!

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MANOVRA – ERRANI (LeU): “INSENSATO RESTARE ANCORA IN COMMISSIONE BILANCIO”.

 

“Ho lasciato la commissione Bilancio dal momento che proseguire non aveva alcun senso. Nessuna delle richieste fatte da tutte le opposizioni ha incontrato una seria risposta. Sono state negate sia l’audizione dell’Upb che la discussione sull’aggiornamento del Nadef. Così di fatto ci si strascina stancamente verso la presentazione in aula di un maxiemendamento che riscrive per intero la manovra ma che la commissione Bilancio non avrà modo di discutere e che verrà approvato con la fiducia. Ora siamo in attesa della decisione dei capigruppo. Ciò che chiediamo è avere la possibilità di confrontarci in merito a una legge di bilancio che infligge un duro colpo al Paese perché colpisce pensionati, imprese e lavoratori senza aprire alcuna prospettiva se non quella della recessione”, dichiara il senatore Vasco Errani, capogruppo di LeU in commissione Bilancio.

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MANOVRA. DE PETRIS (LeU): “SITUAZIONE GRAVE E INAUDITA. CASELLATI CONVOCHI IMMEDIATAMENTE CONFERENZA CAPIGRUPPO”

 

“La situazione che governo e maggioranza hanno creato al Senato sulla legge di bilancio è gravissima e inaudita. Mai era successo che il parlamento fosse espropriato delle sue funzioni in modo così totale e brutale”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“L’idea di portare il maxiemendamento, che di fatto riscriverà la manovra, direttamente in aula per poi farlo votare con la fiducia, va oltre i limiti della forzatura istituzionale ed è assolutamente inaccettabile. La Presidente Casellati deve convocare immediatamente la conferenza dei capigruppo per rinviare l’approdo in Aula della Manovra e permettere alla commissione Bilancio di avere almeno tre giorni per esaminare il maxiemendamento e subemendarlo. Sempre che il governo si decida davvero a presentarlo domani mattina e non provi a rinviare ancora. Questa situazione senza precedenti mette in pericolo la stessa solidità delle istituzioni democratiche. E’ una china che va fermata immediatamente”.

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