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INQUINAMENTO DELLA POLITICA – APPELLO DI 28 SENATORI: “ATTI CONCRETI CONTRO LE INFILTRAZIONI DELLA CAMORRA”

“Due clan avrebbero sponsorizzato dei candidati alle elezioni del rinnovo del Consiglio comunale di Grumo Nevano in provincia di Napoli. Lo denunciamo da tempo: la camorra si relaziona con l’imprenditoria, con la finanza e con la politica. E se la politica non recide i suoi rapporti con la camorra non riusciremo a sradicare questo fenomeno. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza democratica con migliaia di cittadini privati di diritti costituzionali: pensiamo al comune di Castellammare di Stabia sciolto per infiltrazioni della camorra, a giorni potrebbero essere sciolti dal Consiglio dei ministri anche Torre Annunziata e San Giuseppe Vesuviano, stessi provvedimenti già sono stati adottati per Sant’Antimo, Villaricca, Marano. Di recente abbiamo segnalato aspetti problematici anche per il Comune di Melito di Napoli e, date le notizie di oggi, la stessa cosa dovrà esser fatta per Grumo Nevano. Proprio oggi, infatti, a seguito di indagini della Direzione distrettuale antimafia sono stati arrestati esponenti di due clan che avrebbero sostenuto nella competizione elettorale del 2019 a Grumo Nevano dei candidati di cui uno eletto e presente in maggioranza. Gran parte della politica è assente, anche di fronte alle sollecitazioni del Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, che recentemente in Commissione antimafia aveva sollevato il problema dell’inquinamento politico e della selezione delle classi dirigenti. Noi sosteniamo che i partiti, le liste civiche, i movimenti devono impegnarsi con atti concreti e riscontrabili a non candidare alle elezioni comunali coloro i cui nomi sono associabili a gruppi della criminalità organizzata presenti sul territorio. C’è bisogno di trasparenza, di etica nella politica, di legalità nella gestione della cosa pubblica”.

I parlamentari eletti a Napoli e provincia: Sandro Ruotolo, Maria Domenica Castellone, Valeria Valente, Paolo Siani, Gilda Sportiello, Salvatore Micillo, Paola Nugnes, Vincenzo Presutto, Gianluca Cantalamessa, Carmen di Lauro, Iolanda Di Stasio, Paolo Russo, Andrea Caso, Raffaele Mautone, Nicola Morra, Alessandro Amitrano, Doriana Sarli, Silvana Nappi, Raffaele Topo, Teresa Manzo, Francesco Urraro, Luigi Gallo, Luigi Iovino, Sergio Puglia, Sergio Vaccaro, Conny Giordano, Silvana Giannuzzi, Gianfranco Di Sarno.

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ISTITUZIONE GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL’ODIO RAZZIALE E DELLO SFRUTTAMENTO SUL LAVORO – RUOTOLO: “ABBIAMO SCELTO IL 18 SETTEMBRE PERCHÈ NEL 2008 AVVENNE LA STRAGE DI CASTEL VOLTURNO, DOVE FURONO UCCISI SEI IMMIGRATI AFRICANI, TUTTE VITTIME INNOCENTI”

Istituzione di una Giornata nazionale “in memoria degli immigrati vittime dell’odio razziale e dello sfruttamento sul lavoro”, che cade il 18 settembre di ciascun anno. La propone il senatore Sandro Ruotolo, Gruppo Misto, con un disegno di legge depositato oggi a Palazzo Madama. Sono 48 i firmatari, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre ed Emma Bonino, appartenenti a tutti i gruppi politici. È stato scelto il 18 settembre perché proprio in questa data avvenne nel 2008 la strage di Castel Volturno, conosciuta anche come la strage di San Gennaro, “che ha portato alla morte di sette persone, sei dei quali immigrati africani, vittime innocenti della strage, in due blitz distinti da parte dello stesso gruppo di fuoco camorristico guidato da Giuseppe Setola, avvenuti a mezz’ora di distanza l’uno dall’altro”, si legge nelle prime righe del disegno di legge. Il senatore Ruotolo ne ricorda i nomi: “si chiamavano Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams del Ghana, El Hadji Ababa e Samuel Kwako del Togo e Jeemes Alex della Liberia e si trovavano presso la sartoria Ob Ob Exotic Fashion a Ischitella, altra frazione di Castel Volturno, comune della provincia di Caserta”. Ricorda Ruotolo: “L’accertamento giudiziale sulla strage di Castel Volturno portò la magistratura a individuare, oltre all’aggravante di avere agito con metodo mafioso e della finalità di agevolare l’associazione mafiosa denominata clan dei casalesi, anche l’aggravante di avere agito con finalità di discriminazione e odio razziale, poiché diversi elementi indicavano un odio indiscriminato del gruppo di Setola fondato su un pregiudizio di razza, in base al quale si voleva assoggettare l’intera comunità nera alla volontà del clan”. Nel ricostruire le vicende della comunità di Castel Volturno, nel ddl il senatore Ruotolo sostiene che “c’è un filo rosso che lega la strage di Castel Volturno ai tanti, troppi episodi di violenza accaduti in Italia le cui vittime sono immigrati, spesso in fuga da paesi in guerra o nei quali avrebbero subito persecuzioni, colpevoli solo di cercare nel nostro Paese la serenità di un lavoro sicuro” e che passa “dall’assassinio di Jerry Masslo, avvenuto a Villa Literno nel lontano 24 agosto 1989, e racconta delle durissime condizioni di vita cui ancora oggi sono sottoposti le migliaia di immigrati che lavorano nelle campagne”. Comincia oggi l’iter del disegno di legge che istituisce la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’odio razziale, che è anche un duro atto d’accusa e di denuncia contro “la sistematica presenza di abusi nelle filiere nazionali” nel settore agroalimentare. “I dati sono impietosi. L’Agro Pontino nel Lazio, il Tavoliere nel foggiano in Puglia, la zona di Saluzzo in Piemonte e la piana di Metaponto in Basilicata, sono solo alcune delle aree rurali in cui si sono sviluppate e radicate forme di agricoltura intensive alimentate dallo sfruttamento della manodopera migrante e precaria, tanto che sarebbero almeno 180mila i lavoratori vulnerabili allo sfruttamento. Uomini e donne sottoposti a regimi di semi schiavitù: costretti a sopportare vessazioni di ogni genere da parte dei datori di lavoro, guadagnano dai 25 ai 30 euro al giorno, per giornate che possono arrivare anche a 12 ore di lavoro consecutive, se si considera il trasporto. Il che significa, per alcuni, appena due euro all’ora”, si legge nel testo del ddl a firma del Senatore Sandro Ruotolo, che consta di 5 articoli, di cui il primo istituisce la giornata della memoria, il secondo le modalità della celebrazione (“Stato, le regioni, le province e i comuni possono promuovere, nell’ambito della loro autonomia e delle rispettive competenze, anche in coordinamento con le associazioni interessate, iniziative specifiche, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti comuni di ricordo”) e il terzo fissa il coinvolgimento degli istituti scolastici per “promuovere iniziative didattiche, percorsi di studio ed eventi dedicati alla comprensione e all’apprendimento dei temi riguardanti la tutela dei diritti umani, il contrasto dell’odio razziale e lo sfruttamento del lavoro degli immigrati”. Tra i firmatari, oltre la senatrice a vita Liliana Segre ed Emma Bonino, ci sono i senatori Alberto Airola, Alessandro Alfieri, Gianclaudio Bressa, Maurizio Buccarella, Gianluca Castaldi, Domenica Castellone, Tommaso Cerno, Vasco Errani, Valeria Fedeli, Gianluca Ferrara, Alan Ferrari, Vincenzo Garruti, Piero Grasso, Leonardo Grimani, Francesco Laforgia, Barbara Lezzi, Ettore Antonio Licheri, Arnaldo Lomuti, Simona Flavia Malpezzi, Daniele Manca, Mario Mantovani, Gianni Marilotti, Susy Matrisciano, Franco Mirabelli, Michela Montevecchi, Nicola Morra, Tommaso Nannicini, Gisella Naturale, Dario Parrini, Emma Pavanelli, Gianluca Perilli, Roberta Pinotti, Gianni Pittella, Vincenzo Presutto, Roberto Rampi, Iunio Valerio Romano, Anna Rossomando, Vincenzo Santangelo, Valeria Valente, Francesco Verducci e Luigi Zanda.

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MONTANARI – INTERROGAZIONE DI DODICI PARLAMENTARI ALLA MINISTRA DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA SCIENTIFICA – “ADOTTARE INIZIATIVE PER TUTELARE LA LIBERA DOCENZA E L’AUTONOMIA DELL’UNIVERSITA'”

“Adottare iniziative a tutela della libera docenza del professore Tomaso Montanari, minacciato di sospensione o addirittura di licenziamento dall’insegnamento”. Lo chiede il senatore Sandro Ruotolo, che insieme ai senatori Loredana De Petris, Vasco Errani, Piero Grasso, Maurizio Buccarella, Francesco Laforgia, Monica Cirinnà, Barbara Lezzi, Alberto Airola, Gianluca Castaldi, Vincenzo Garruti, Nicola Morra ha rivolto una interrogazione al ministro dell’Università e della Ricerca scientifica. La vicenda riguarda la polemica sulle Foibe che ha investito il professore Montanari, storico dell’arte, a breve rettore dell’Università degli stranieri di Siena. “Attacchi strumentali da parte dei principali esponenti della destra italiana e di numerose testate giornalistiche d’area che sono intervenuti pesantemente sulle opinioni personali di un docente universitario e rischia di ledere il principio non negoziabile dell’autonomia dell’Università”. “La polemica nasce in seguito ad un articolo pubblicato dal professore Montanari, il 23 agosto 2021, su ‘Il Fatto Quotidiano’ in cui si sottolinea come ‘la legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) è in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) e rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica’. Dalla pubblicazione dell’articolo è cominciato un tiro al bersaglio contro il professore Montanari: l’accusa pretestuosa è di aver usato la sua posizione di docente universitario per ‘negare’ l’esistenza delle foibe e minimizzare il significato della legge che è stata introdotta nel 2004 sulla Giornata del ricordo delle foibe. Un dibattito legittimo tra storici in cui non vi è alcuna accusa di negazionismo, si è trasformato in un attacco nei confronti del professor Montanari e coincide con alcune questioni come quella del sottosegretario Durigon, o alla nomina alla guida dell’Archivio Centrale dello Stato di Andrea De Pasquale. Il ‘caso Montanari’ interviene su una materia delicatissima sancita dalla nostra Costituzione con parole inequivocabili agli articoli 21 ( libertà di espressione) e 33 ( libertà di insegnamento)” . Nell’interrogazione, i senatori e le senatrici, chiedono l’intervento del ministro “a tutela delle opinioni personali di un docente universitario, a breve rettore di un ateneo pubblico, e la difesa del principio non negoziabile dell’autonomia dell’università”.

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CALABRIA – CAPIGRUPPO LEU DE PETRIS-FORNARO: “MORRA, ADESSO STOP A NUOVE DICHIARAZIONI”

Il presidente della commissione Antimafia, senatore Morra, continua dopo la sua uscita sulle vicende della Calabria con dichiarazioni indifendibili che minano l’autorevolezza della commissione Antimafia che presiede. Dichiarazioni che hanno finito per fare il gioco del centrodestra, oscurando l’arresto del presidente del Consiglio regionale calabrese”, scrivono in una nota i capigruppo di LeU al Senato Loredana De Petris e alla Camera Federico Fornaro.

Le scuse e le precisazioni non hanno fatto che peggiorare le già gravissime frasi che hanno offeso la memoria di Jole Santelli e chiunque si trovi ad affrontare la battaglia contro il cancro. Sarebbe bene che il presidente Morra, invece di accusare fantomatici complotti, scegliesse la strada del silenzio operoso, anche per rispetto nei confronti della istituzioni che rappresenta”, concludono i due capigruppo di LeU.

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MORRA – DE PETRIS E RUOTOLO (GRUPPO MISTO): “INACCETTABILE LA CENSURA DECISA DALLA RAI”

Si chiama censura ed è inaccettabile. La decisione della Rai di annullare la partecipazione del presidente della commissione Antimafia Morra al programma ‘Titolo V’ è gravissima. Pur non condividendo assolutamente le opinioni del senatore Morra, non si può accettare che il servizio pubblico si arroghi il diritto di sentenziare su cosa è opportuno o inopportuno ed eserciti, per motivi dichiarati ‘prudenziali’, una vera e intollerabile censura preventiva. Il problema non è chi inviti ma che domande fai”, dichiarano la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto, e il senatore del gruppo Misto Sandro Ruotolo.

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