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RIFORMA CSM – GIARRUSSO (ITALEXIT): “SENATO MESSO FUORI GIOCO DA UNA PESSIMA RIFORMA”

“Ieri, 16 giugno, si è consumato nell’Aula del Senato un momento buio della storia del Paese. La più importante riforma di questa legislatura ha visto i rappresentanti del Senato eletti dal popolo italiano messi fuori gioco.” A sostenerlo è il Senatore di Italexit Mario Michele Giarrusso. “Nessun intervento è stato possibile per migliorare quella che tutti, nei loro interventi, tranne un gruppo politico, hanno definito una pessima riforma. Lo scandalo Palamara si potrebbe descrivere in poche parole: l’idea che, controllando poche Procure, si potesse avere in mano l’Italia. Ma chi è che controllava queste procure? Un uomo solo, Palamara, o esisteva un partito di questi procuratori? Esisteva, perché lo avete detto: in più salse l’avete detto. L’avete detto e lo sapete. E certamente il partito delle procure non era Forza Italia; non era nemmeno il partito di Renzi e non era nemmeno la Lega. Non parliamo poi di quelli di “cambiamo in peggio l’Italia”. Con questa riforma, continua Giarrusso, si sta mettendo nelle mani di quel partito delle procure, che avrà davvero il controllo pieno dell’azione della magistratura requirente. Ecco perché Italexit ha votato contro, in quanto non intendiamo essere complici di questo schifo.” conclude il Senatore Giarrusso.

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RIFORMA CSM – DE PETRIS (LeU): “PASSI IN AVANTI MA SAREBBE STATO NECESSARIO AVERE PIU’ CORAGGIO”

“Questa riforma dell’ordinamento giudiziario è certamente un passo avanti ma non ci si può nascondere che sarebbe stato necessario varare una riforma migliore di questa. Ci sarebbe voluto più coraggio e spero che sia possibile intervenire ulteriormente nella prossima legislatura. In parte la possibilità di migliorare il testo è stata sacrificata sull’altare dell’accordo di maggioranza ma in parte la responsabilità di aver impedito al Senato di provare a rendere più efficace la riforma va attribuita alla scelta sbagliata e fallimentare di battere la via dei referendum”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Uno dei principali limiti è nel sistema elettivo del Csm, che non elimina alla radice il peso delle correnti e dunque non premia come si dovrebbe il merito invece dell’appartenenza a una corrente. Sarebbe poi stato opportuno, a nostro avviso, blindare le porte girevoli tra magistratura e politica, anche se da questo punto di vista c’è un passo avanti importante, con il collocamento fuori ruolo per un anno o il ricollocamento per i magistrati che abbiano ricoperto posizioni politiche apicali. Ci sono nella riforma molti altri aspetti positivi che spiegano il nostro sì, che resta comunque sofferto. Ad esempio la necessità di rivedere l’assetto ordinamentale della magistratura, rimodulandolo secondo principi di trasparenza e valorizzazione del merito. Per quanto riguarda la delega al governo, infine, saremo molto scrupolosi nell’assicurarci che l’Esecutivo scriva norme nel pieno rispetto dei confini che il Parlamento delibera oggi”, conclude la capogruppo di LeU.

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