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CARCERE – DE PETRIS (LeU): “I PESTAGGI DI SANTA MARIA CAPUA VETERE NON SONO UN CASO ISOLATO. SERVE UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA”

“I pestaggi nel carcere di S. Maria Capua Vetere non sono un caso isolato. Si moltiplicano notizie di pestaggi indegni di un Paese civile e democratico in molti istituti penitenziari. Attualmente stanno indagando sei procure e nel carcere di Modena si sarebbero verificati episodi di vera tortura. È evidente che spetta al Parlamento far luce su quel che è successo negli istituti penitenziari italiani all’inizio della pandemia ma non solo in quella fase”, afferma la capogruppo di LeU al Senato.

“Troppi elementi fanno credere che le regole democratiche e le stesse leggi non siano adeguatamente rispettate nelle carceri italiane e che queste siano considerate zone franche dove si possono ignorare leggi e diritti. È necessario dunque che sia istituita una Commissione parlamentare d’inchiesta, incaricata di far piena luce sulla situazione delle carceri e sul rispetto delle regole democratiche al loro interno”.

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – DE PETRIS (LeU): “EMERGONO PARTICOLARI SEMPRE PIU’ INQUIETANTI. NECESSARIA UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA”

“Sulle inconcepibili violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e sui tentativi di coprirle e nasconderle anche con veri e propri depistaggi emergono ogni giorno nuovi particolari, sempre più inquietanti. La magistratura sta facendo il proprio lavoro ma quando si pone un problema di tali dimensioni su un tema così fondamentale è la politica a essere chiamata direttamente in causa”, afferma la capogruppo di LeU Loredana De Petris.

“Nel pieno rispetto del lavoro e dell’autonomia della magistratura, il Parlamento deve chiarire cosa è successo non solo in quel carcere ma anche negli altri istituti penitenziari, indagando sul rispetto della legalità nell’universo carcerario, che non può essere considerato un universo a parte dove leggi e regole democratiche valgono meno che altrove. Per questo c’è un solo strumento davvero adeguato: una commissione parlamentare d’inchiesta che deve essere proposta e varata nel tempo più breve possibile”, conclude la presidente De Petris.

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – DE PETRIS (LeU): “VIOLENZE INDEGNE DI UN PAESE DEMOCRATICO. FARE PIENA LUCE SULLE COPERTURE, I DEPISTAGGI ED EVENTUALI VIOLENZE IN ALTRI ISTITUTI”

“Ciò che si è verificato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è di una gravità inaudita, indegno di un Paese democratico. Ora è fondamentale fare piena chiarezza non solo sulle responsabilità dirette ma anche sulle eventuali coperture e sui possibili depistaggi. Altrettanto urgente è chiarire se quello di Santa Maria Capua Vetere è stato un episodio isolato o se si ci sono state violenze e umiliazioni ai danni dei detenuti anche in altri istituti di pena”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Bisogna però intervenire anche in modo strategico e lungimirante per fare in modo che episodi del genere non si possano più ripetere. È inaccettabile che le carceri siano una specie di Paese a parte dove non ci si preoccupa troppo di far rispettare la legalità. È necessario un cambio complessivo di paradigma”.

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VIOLENZA CARCERE – INTERROGAZIONE URGENTE RUOTOLO, DE PETRIS, ERRANI: “SUBITO MISURE PER RENDERE IDENTIFICABILE IL PERSONALE DELLE FORZE DELL’ORDINE”

“Perché da quando, un anno fa, il garante dei detenuti della Campania denunciò le violenze e i pestaggi perpetrati il 6 aprile 2020 ai danni dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, gli agenti della polizia penitenziaria che parteciparono alla perquisizione e alle violenze sono rimasti a prestare servizio nello stesso istituto carcerario? E perché, ancora oggi, gli agenti sotto indagine, prestano ancora servizio e non sono ancora stati spostati da Santa Maria Capua Vetere? Lo chiedono in una interrogazione i senatori Sandro Ruotolo, Loredana De Petris e Vasco Errani di Leu-Ecosolidali al Presidente del Consiglio, alla Ministra della Giustizia e alla Ministra degli Interni. “I video diffusi dai media documentano una perquisizione “straordinaria” e generalizzata che avrebbe riguardato 292 detenuti ristretti nel reparto Nilo, nel corso della quale operarono 283 agenti della polizia penitenziaria, dei quali 144 sarebbero stati inviati sul posto dal “Gruppo di supporto agli interventi” istituito alle dipendenze del Provveditore Regionale per la Campania, con il compito di coadiuvare i colleghi nel sedare la protesta dei detenuti, peraltro già rientrata nella tarda serata del giorno prima attraverso la mediazione di altro personale carcerario. In tale circostanza gli agenti avrebbero pestato per quattro ore i detenuti, arrivando a commettere vere e proprie torture e non fermandosi neppure di fronte alla presenza di un detenuto disabile e obbligato alla sedia a rotelle. L’inchiesta ha condotto ad un’ordinanza cautelare in cui quanto accaduto viene definito dal Giudice per le indagini preliminari come “un’orribile mattanza”. Fra tutti quelli complessivamente coinvolti, al momento risulterebbero essere stati individuati ed indagati solo 117 agenti: dei quali 52 assoggettati a varie misure cautelari. Con la presidente del gruppo Misto e capogruppo di Leu-Ecosolidali al Senato Loredana De Petris e il senatore Errani chiediamo di sapere inoltre se il Presidente del Consiglio e i Ministri, non ritengano opportuno introdurre idonee misure atte a rendere identificabile il personale delle forze dell’ordine coinvolto in una determinata operazione. E in particolare se la Ministra della Giustizia, non ritenga opportuno verificare quali e quanti agenti penitenziari siano stati inviati il giorno il 6 aprile dell’anno scorso presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere; quali siano i compiti attribuiti al “Gruppo di supporto agli interventi” istituito alle dipendenze del Provveditore Regionale; quale fosse la natura dell’incarico ricevuto; se siano da ravvisarsi nel caso specifico, responsabilità degli organi preposti alla tutela e alla sicurezza dei detenuti”.

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