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ANIMALI – DE PETRIS (LEU): “L’ALLEVAMENTO IN GABBIA E’ UNA PRATICA CRUDELE, PORVI FINE E’ DOVEROSO”

 

“L’allevamento in gabbia è una pratica crudele e anacronistica. E’ la dimostrazione di quanta strada dobbiamo ancora fare per migliorare da un lato il benessere degli animali, dall’altro la sostenibilità alimentare e ambientale. L’incontro di oggi dimostra inequivocabilmente che i cittadini sono molto attenti alle modalità con cui vengono allevati gli animali e al loro benessere. Noi abbiamo il dovere di ascoltare questa voce e di garantire pratiche all’insegna della qualità, della sostenibilità, e di una sensibilità etica sempre crescente. Lavoreremo insieme affinché l’Italia e il Made in Italy non rimangano indietro su questi temi”. Così la senatrice di LeU Loredana De Petris, vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, intervenuta alla conferenza stampa presso la Sala Nassirya per promuovere l’iniziativa europea “End the Cage Age”, che chiede la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti nell’Unione europea.

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AGRICOLTURA – DE BONIS: “BENE HOGAN SU PROGRAMMAZIONE UNITARIA”

 

 

“Significante ed interessante l’analisi della nuova PAC che è scaturita dall’incontro che si è tenuto a Milano il 4 marzo, promosso dal Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, con il Commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale, Phil Hogan, al quale sono stati invitati gli Assessori regionali all’agricoltura, i Presidenti e i capigruppo delle Commissioni agricoltura Camera e Senato”.

Lo afferma il senatore Saverio De Boni del gruppo Misto, che aggiunge:

“Dall’incontro è emerso lo stato di crisi in cui versa l’agricoltura italiana dove non si fa più reddito perché, da un lato si riducono gli stanziamenti a favore del settore (mancheranno 12 miliardi a causa della Brexit e cinque paesi nord europei non vogliono stanziare più risorse), dall’altro si assiste ad una riduzione dei prezzi dovuta a pratiche sleali e ad un’apertura dei mercati globali senza regole e senza controlli. La riforma della politica agricola comunitaria prevede che l’Unione Europea non si rapporti più direttamente con le regioni, bensì con i singoli stati membri per il tramite di un programma unitario elaborato a livello nazionale, a cui le regioni dovranno concorrere. Sono infatti convinto che, per come sono stati gestiti i PSR in alcune regioni italiane, sia necessaria una sola autorità di gestione per ogni Stato membro: sia per evitare cattive figure all’Italia in ambito Europeo, sia per una maggiore efficacia ed efficienza delle misure e delle risorse. Di Gioia, infatti, nel suo pur valido intervento, avrebbe dovuto dire al Commissario Hogan che il patrimonio di competenze e di buone pratiche, realizzato in questi anni, non è stato virtuoso in tutte le Regioni. Molti PSR sono stati bloccati dalla magistratura perché inclini ad alterare l’assegnazione delle risorse a favore dell’agroindustria invece che a favore degli agricoltori. I nove obiettivi comuni indicati da Hogan nella PAC (tre obiettivi economici: garanzia di un reddito equo, aumento della competitività, riequilibrio della distribuzione del potere nella filiera alimentare; tre obiettivi ambientali: azioni per il cambiamento climatico, tutela dell’ambiente, tutela del paesaggio e della biodiversità; tre obiettivi sociali: sostegno del ricambio generazionale, aree rurali dinamiche, protezione della qualità dell’alimentazione della salute) sembrano dunque poter garantire l’assenza di sperequazione ed evitare i rischi di alterare la concorrenza come qualcuno teme.Va evidenziato il rammarico per il silenzio delle regioni del Sud che, ad esclusione dell’assessore Di Gioia, di fronte al blocco padano agricolo (pronto a sostenere l’autonomia differenziata e un maggior budget agricolo per Veneto, Lombardia ed Emilia) non hanno fatto sentire la propria voce. Non lo ha fatto la Sicilia, non lo ha fatto la Campania, la Calabria, la Basilicata, etc. Al contrario, addirittura, le “minuscole” Provincie autonome di Trento e Bolzano rivendicano rapporti diretti con l’Europa, come se la loro autonomia fosse un vantaggio competitivo per scalzare l’unità nazionale e bypassare l’Italia. Vi immaginate 27 Paesi con venti regioni ciascuno relazionarsi singolarmente con gli uffici della Unione Europea? Una babele che non dovrebbe interessare le efficienti regioni e provincie del Nord! Per quanto riguarda il divieto delle pratiche sleali, Hogan ha riferito che ci vorranno due anni prima che diventi operativo. Nel prossimo mese saranno pronte le linee guida, all’ interno delle quali è auspicabile che sia incluso il divieto di vendita sottocosto per garantire redditi equi ai nostri agricoltori”. Conclude De Bonis che si riserva di inviare un documento al Ministro ed al Commissario sui principali dossier dell’agricoltura italiana.

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SCUOLA – DE PETRIS (LEU): “DOCENTI E PERSONALE ATA SENZA PENSIONE NE’ TFR, A RISCHIO POVERTA’, BUSSETTI E DI MAIO SI ATTIVINO”

 

“E’ una vergogna che ad oggi centinaia di docenti e personale ATA, in pensione a decorrere dal 1 settembre 2018, non ricevono ancora l’assegno pensionistico e dovranno aspettare ancora molto tempo prima di poter ricevere l’indennità di buonuscita o trattamento di fine servizi. Una situazione insostenibile che sta provocando anche molti casi di vera e propria indigenza. Chiedo ai Ministri Bussetti e Di Maio di attivarsi subito, garantendo a tutto il personale dei settori interessati, dopo lunghe carriere lavorative, la tutela dei propri diritti pensionistici”.

Così la senatrice di LeU Loredana De Petris in un’interrogazione indirizzata ai Ministri dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali.

“Dal 2018 la procedura per la verifica dei requisiti non viene seguita dagli uffici scolastici provinciali, ma dall’Inps, che determina il via libera ai pensionamenti in base ai dati offerti dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che però non sarebbero sempre aggiornati. Si sta così verificando un rimpallo di responsabilità fra l’ente di previdenza sociale e il Ministero. A questo punto i Ministri dell’Istruzione e del lavoro devono espletare le pratiche necessarie al fine di evitare che i pensionati interessati possano trovarsi in situazioni di povertà”.

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PD – DE PETRIS (LeU): “AUGURI A ZINGARETTI. DAI GAZEBO RICHIESTA DI DISCONTINUITA'”

“Faccio al nuovo segretario del Pd Nicola Zingaretti i miei migliori auguri”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“Direi che dai gazebo è emersa molto chiaramente una richiesta di profonda discontinuità. Mi auguro che Zingaretti sappia rispondere a questa richiesta, segnando una vera discontinuità rispetto alle scelte del Pd negli ultimi anni, con i fatti e non solo con le parole”, conclude la presidente De Petris.

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IMPRENDITORE ANTIRACKET SUICIDA – GRASSO: “SERVONO RISORSE”

“Andare incontro a chi subisce il racket attraverso l’assistenza è uno dei principi fondamentali che uno Stato deve avere. Ci sono tante misure, però non vorrei che il calo delle risorse abbia potuto determinare una diminuzione dell’appoggio nei confronti delle vittime di estorsione. Credo  che questo possa essere un elemento importante da rivedere, esiste un commissario antiracket che dovrebbe cercare di venire incontro a queste esigenze. Fatti come questi sono sempre una sconfitta dello Stato, però le norme ci sono: bisogna mettere a disposizione le risorse”. Così risponde Pietro Grasso, a margine di una iniziativa organizzata alla Scuola Allievi Carabinieri di Torino dall’avvocato Alessandro Parrotta, interpellato sulla vicenda dell’imprenditore antiracket Rocco Greco, che martedì scorso si è suicidato a Gela, nel cantiere della sua azienda.

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CORRUZIONE – GRASSO: “COMBATTERLA CON L’ETICA E’ L’UNICA SALVEZZA PER IL PAESE”

“La percezione c’è, ma il problema è far emergere la corruzione. Rimane il problema etico del Paese. Il mio appello all’etica negli ultimi anni è sempre rimasto inascoltato”. Lo ha affermato Pietro Grasso, oggi a Torino, intervenendo all’incontro ‘La normativa anticorruzione e il sistema penale’ organizzato dall’avvocato Alessandro Parrotta alla caserma dei Carabinieri Cernaia. “L’etica rimane l’unica possibilità di salvezza dalla corruzione per questo Paese. L’interesse a combattere la corruzione è collettivo, non del singolo cittadino, perché la parte offesa é l’intera comunità. La corruzione è spesso sistemica, è un sistema circolare che rende difficili le indagini. Il problema è farla emergere, mancano i dati. Bisogna cominciare a colpire anche i reati spia della corruzione, come i reati fiscali. Abbiamo una legislazione al massimo di quello che si può avere, ma il problema è etico” .

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TAV – DE PETRIS (LEU): “BALLETTO INDECENTE SU UN’OPERA COSTOSA E INUTILE, DA M5S ENNESIMA RESA?”

“Un indecente balletto del governo sulla Tav rivela quanto sia difficile per il M5S giustificare una resa che tradirebbe, forse ancor più del voto su Salvini, i loro principi”.

Così la senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris. Presidente del gruppo Misto, che aggiunge:

“Parlare di mini Tav è solo una presa in giro, il punto è uno solo: proseguire nella costruzione del tunnel base o no, ed è su questo che i 5S devono smettere di giocare a rimpiattino e dire chiaramente se intendono mantenere gli impegni presi, oppure inchinarsi ancora una volta ai voleri di Salvini.  Anche a costo di andare avanti con un’opera tanto costosa quanto inutile e che loro stessi hanno sempre contrastato”, conclude De Petris.

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MATERA – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “EX CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE AREA PAIP ABBANDONATO A SE STESSO, DI MAIO SOLLECITI ISTITUZIONI LOCALI”

“Nelle aree del P.A.I.P., ‘Piano delle Aree per Insediamenti Produttivi’, la prima zona produttiva e artigianale nel Comune di Matera, destinate a piccole e medie attività imprenditoriali, gli immobili che si affacciano sulla Via 1° Maggio sono circondati, ovunque, da erbacce, segno di degrado e di abbandono. Considerato che il complesso di Via 1° Maggio presenta una gran quantità di spazi utilizzabili per molteplici scopi, dispone anche di un’ampia palestra e, quindi, la capacità di ospitare attività dedicate all’istruzione, e che al momento però non può essere fruito da nessun tipo di utenza, chiedo al Ministro per lo Sviluppo Economico di sollecitare le istituzioni locali competenti affinché possa essere utilizzato al più presto questo edificio, che comincia a presentare segni di degrado e, soprattutto, perché non avvenga l’ennesimo spreco di spesa pubblica in una città che continua a lamentare la carenza di strutture da adibire alle molteplici attività in attesa”.

Così il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, membro della commissione agricoltura, in un’interrogazione indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico.

INTERROGAZIONE
DE BONIS. – Al Ministro per lo sviluppo economico. – Premesso che:nelle aree del P.A.I.P., sigla che sostituisce la dizione “Piano delle Aree per Insediamenti Produttivi”, la prima zona produttiva e artigianale nel Comune di Matera, nata in un periodo di trasformazioni urbane che hanno interessato vaste aree del territorio cittadino, destinate a piccole e medie attività imprenditoriali, gli immobili che si affacciano sulla Via 1° Maggio sono circondati, ovunque, da erbacce, segno di degrado e di abbandono;

per finalità e funzioni, il P.A.I.P. si distingue dalla più vasta e periferica zona industriale sorta in contrada La Martella, in cui più forte è risultata la presenza di attività legate al mobile imbottito (ex decreto del Ministero dello sviluppo economico 4 settembre 2013 che disciplina il bando che seleziona e finanzia programmi di sviluppo sperimentale, finalizzati al consolidamento e al recupero di competitività delle imprese operanti nei Comuni del distretto-comparto del mobile imbottito), comparto in rapida ascesa quando, nel 1994, si pensò a una struttura interamente dedicata alla formazione;

l’appalto, inizialmente, venne vinto da una società di Gravina, alla quale successe una di Potenza. Ma per arrivare all’inizio dei lavori si dovette attendere la primavera del 1996. Sul piano delle risorse disponibili la Scuola di formazione disponeva di 12 miliardi e mezzo di lire e il taglio del traguardo, mai raggiunto, avrebbe dovuto coincidere con una data simbolica, il 2000;

iniziarono, purtroppo, una serie d’interruzioni condizionate dalla mai chiarita volontà d’introdurre diverse varianti alla realizzazione del progetto finale. Insomma, i lavori si fermavano e ripartivano in continuazione, non senza incursioni da parte di ignoti pronti a vandalizzare e devastare qualunque struttura pubblica inutilizzata;

come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno.it del 24 febbraio, una deriva verso il degrado che sembrava superata nel 2005, quando fu avviato un primo collaudo, quanto mai azzardato visto che le opere non erano ancora giunte completamente al traguardo. Di più, anche se nella primavera del 2006 si continuava a dare per scontato l’avvio in quella sede del Centro per la formazione professionale, in realtà, non accadde e non vi fu nemmeno la certificazione dei lavori ultimati, ma solo atti di vandalismo per gli immobili;

successivamente si sperò in una possibile svolta quando, mentre tramontava l’obiettivo del Centro di formazione, prendeva quota l’opportunità di destinare questi spazi alla sede periferica della Scuola speciale dell’Istituto di restauro. Possibilità anche questa accantonata nel momento in cui la nuova opzione venne abbandonata a favore dell’avvenuto recupero funzionale dell’ex convento di Santa Lucia, ubicato in pieno centro, ad angolo tra Via Lucana e Via Lavista e affacciato su piazza Vittorio Veneto;

considerato che:

i lavori sono completati e il complesso di Via 1° Maggio presenta una gran quantità di spazi utilizzabili per molteplici scopi, dispone anche di un’ampia palestra e, quindi, la capacità di ospitare attività dedicate all’istruzione sembra raggiunta, anche se, nonostante i buoni collegamenti con questa zona, l’ubicazione viene considerata troppo periferica;

comunque, qualsiasi scelta maturi, al momento non pare sia ancora stato effettuato il collaudo, il che significa che questo immobile non può ancora essere fruito da nessun tipo di utenza,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo voglia sollecitare le istituzioni locali competenti affinché possa essere utilizzato al più presto questo edificio, che comincia a presentare segni di degrado, per le tante attese attività e, soprattutto, perché non avvenga l’ennesimo spreco di spesa pubblica in una città che continua a lamentare la carenza di strutture da adibire alle molteplici attività in attesa.

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EX IPPODROMO – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “CENTINAIO CHIARISCA LA SITUAZIONE SUL FUTURO COMPLESSO IPPICO FOGGIANO”

 

“Sul futuro dell’ex ippodromo di Foggia occorre fare chiarezza: chiedo al Ministro Centinaio di sapere se la concessione in comodato gratuito delle scuderie, del maneggio coperto e del parco equestre e la sostanziale dismissione di detti immobili dalla propria funzione sia conforme alla destinazione d’uso e se tali atti dispositivi non pregiudichino lo svolgimento delle funzioni istituzionali dell’ente Deposito Cavalli Stalloni e relativo Parco Ippodromo e la promozione delle razze equine ed asinine allevate in Puglia, con conseguente pregiudizio della stessa finalità di salvaguardia della biodiversità animale, oltre che delle attività economiche-allevatoriali”.

Così il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, membro della commissione agricoltura,  in un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, in cui chiede al Ministro Gian Marco Centinaio anche “se sia a conoscenza dei lavori in corso sull’area ex ippodromo e, in caso affermativo, se abbia ottenuto garanzie circa la possibilità che sopra l’area di pertinenza dello storico “Deposito Cavalli Stalloni”(I.R.I.I.P.) permanga integra la possibilità di movimentazione dei cavalli e di svolgimento delle manifestazioni equestri, cui essa è vincolata. Infine, se, rispetto al progetto originario approvato dal comune di Foggia sopra l’area di proprietà dell’Istituto di Incremento Ippico di Foggia, siano state richieste ed ottenute modifiche di progetto atte ad assicurare che l’area in oggetto permanga utilizzabile alla sua funzione istituzionale vincolata”, conclude De Bonis.

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