“Parlamento esautorato e ostaggio di una società privata. La democrazia non è una farsa.”
Così su twitter il senatore di LeU Francesco Laforgia sul caso Diciotti.
“Parlamento esautorato e ostaggio di una società privata. La democrazia non è una farsa.”
Così su twitter il senatore di LeU Francesco Laforgia sul caso Diciotti.
AUTONOMIA DIFFERENZIATA O SECESSIONE MASCHERATA?
20 febbraio 2019, ore 15.00
Sala “Caduti di Nassirya”, Palazzo Madama
presso il Senato della Repubblica
“Invitiamo tutti i colleghi parlamentari a discutere sul regionalismo differenziato e avviare la costituzionedi un intergruppo parlamentare sul tema”.
Intervengono:
– Loredana De Petris, Capogruppo di LEU e Presidente del Gruppo Misto, Senato della Repubblica;
– Federico Fornaro, Presidente del Gruppo LEU, Camera dei Deputati;
– Gianfranco Viesti, Professore ordinario di Economia Applicata, Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari;
– Massimo Villone, Professore emerito di Diritto costituzionale nell’Università degli studi di Napoli Federico II;
– parteciperanno diversi esponenti della cultura e dell’associazionismo e numerosi Deputati e Senatori di diversi gruppi.
“Il voto della piattaforma Rousseau ha salvato il ministro Salvini sottraendolo al giudizio della magistratura. Non è stata certo una sorpresa. Da un pezzo si era capito che, dopo aver affermato per anni che ci si difende nei processi e non dai processi, i vertici del M5S avevano deciso che in questo caso si doveva invece difendere a tutti i costi il vicepremier dal processo e gli iscritti si sono uniformati. Il governo val bene un’abiura. I pentastellati hanno consacrato un nuovo principio: purché facciano parte del loro governo, i ministri possono agire al di fuori della legge”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
“La bozza di accordo sulle autonomie rafforzate presentata dalla ministra Stefani prefigura una trasformazione radicale del Paese, di portata persino superiore a una riforma della Costituzione. Non si tratta più di autonomia regionale ma di una secessione delle aree territoriali più ricche che viola princìpi fondamentale sanciti dalla Costituzione”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
“E’ del tutto inaccettabile un calcolo dei cosiddetti fabbisogni standard delle Regioni che chiedono maggiore autonomia sulla base del gettito fiscale di quelle stesse Regioni. E’ necessario ed è reso obbligatorio dalla nostra Costituzione partire invece dal calcolo dei Lep, i Livelli essenziali di prestazione, per evitare di dividere gli italiani in cittadini di serie A e di serie B. Per la stessa ragione non si può pensare di affidare alle singole Regioni la totale competenza su materie come la Sanità, l’Istruzione e le Infrastrutture, per non parlare dell’Ambiente. Intendiamo forse, dopo aver firmato l’accordo di Parigi, delegare alle singole Regioni la scelta sul rispettarlo o meno? In ogni caso è del tutto inconcepibile che una riforma di questa portata e che rischia di incrinare il principio dell’eguaglianza tra tutti i cittadini venga approvata con un solo voto del parlamento, come se fosse una mera ratifica. Deve essere discusso approfonditamente ed emendato dal parlamento e appellarsi all’art.8 della Costituzione per riapplicare il modello dei culti acattolici al regionalismo differenziato è una pura truffa che mira a imbavagliare il Parlamento costringendolo alla scelta tra prendere e lasciare”.
“Per difendere i sacrosanti diritti dei pastori sardi, le cui proteste sono solo la punta di un iceberg della crisi che investe l’intero mondo agricolo, chiedo al Ministro Centinaio di verificare subito il rispetto del divieto di vendita sottocosto, così come sancito nell’art. 62 del decreto – legge n. 1 del 2012, rubricato – Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari -“.
Così il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, membro della commissione agricoltura, in un’interrogazione rivolta al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.
“La vendita sottocosto delle materie prime agricole è da ricercare non attraverso una maggiore tracciabilità o attraverso accordi di filiera capestro o attraverso aiuti di Stato, bensì attraverso una maggiore trasparenza che solo le commissioni uniche nazionali (CUN) possono garantire. E, al fine di evitare speculazioni, frodi che si nascondono dietro il finto made in Italy e volatilità dei prezzi, è necessario che sia messa subito in atto una “indagine antitrust” per verificare il rispetto delle regole europee sulla concorrenza nel mercato del latte, così come è stato fatto da altri Paesi europei, quali la Francia e la Spagna, che hanno comminato sanzioni ai responsabili dei cartelli. Le aziende zootecniche sono al collasso e dichiarare il semplice stato di crisi significa rimuovere gli effetti del problema ma non le cause. Per difendere gli agricoltori e i consumatori è tempo, piuttosto, di efficaci strategie antifrode e, soprattutto – conclude De Bonis di norme penali stringenti per contrapporre alla scorciatoia della filiera corta una filiera ‘certa’”.
“Non c’era bisogno delle consulenze e delle analisi commissionate dal governo per sapere che la Tav è un’opera poco utile e molto dannosa, sulla quale molti si impuntano non per razionalità ma per difendere una bandiera. Del resto non è mica un caso se in decenni la Tav ha fatto così pochi passi avanti”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
“Di opere questo Paese ha bisogno, ma di opere utili per i cittadini. Per esempio Salvini, dopo aver vinto le elezioni, potrebbe preoccuparsi dei pendolari dell’Abruzzo e investire i miliardi che dovrebbero essere sprecati per la tratta Torino-Lione in linee ferroviarie in grado di rendere i loro spostamenti meno drammatici, lunghi e difficoltosi. Non capisco poi il discorso sui posti di lavoro che senza la Tav andrebbero persi, ripetuto ogni giorno dal presidente di Confindustria Boccia. Investire in opere infrastrutturali utili non significherebbe anche posti di lavoro? Insistono solo sulla Tav perché hanno una passione per i tunnel o per calcoli meno infantili e innocenti?”.
“Sia riconosciuto subito dal Governo lo stato di emergenza in favore del comune di Pomarico (Matera), recentemente colpito da un vasto movimento franoso, che ha interessato una parte rilevante del centro storico, attivando la Commissione nazionale grandi rischi per porre in sicurezza il centro abitato e promuovere interventi di consolidamento del territorio, nonché per riconoscere misure di risarcimento danni per i soggetti interessati.”.
Lo chiede il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, in un’interrogazione rivolta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
“Alcuni edifici, sgomberati nell’immediatezza dell’evento sono poi crollati, per fortuna nessuna persona è rimasta coinvolta. Tuttavia, la situazione in quell’area resta critica, perché lo scivolamento del terreno ha provocato gravi ed estese lesioni alle infrastrutture urbane. Le eccezionali nevicate hanno poi notevolmente peggiorato la situazione già fortemente critica e provocato l’interruzione di servizi pubblici essenziali, interruzioni in molti punti della rete viaria statale e provinciale, significativi blocchi della circolazione stradale e ferroviaria sulla linea Potenza-Foggia e Appulo-Lucana e l’interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica, che ha interessato per diversi giorni circa 30.000 utenze. Il tema del dissesto idrogeologico che colpisce la Basilicata e i centri storici lucani, sempre più a rischio di calamità naturali, non può restare fuori dall’agenda del Governo. E’ necessaria la dichiarazione di stato di emergenza per disporre immediati interventi di consolidamento del territorio, porre in sicurezza il centro abitato, nonché riconoscere misure volte a risarcire i soggetti interessati dai danni”.
“I pastori della Sardegna hanno ragione ed è urgentissimo fronteggiare una situazione che senza un intervento immediato rischia di precipitare nella miseria 14mila aziende agricole dell’isola. I dati parlano da soli e dicono che siamo già molto oltre l’allarme rosso: tre anni fa il prezzo del latte era 1,20 euro al litro per un introito complessivo di 456 mld di euro. Oggi il prezzo al litro del latte è di 0,60, euro, cioè 10 cm in meno di quanto costa ai produttori. E’ un dimezzamento che comporterà una perdita di 228 mln di euro”, afferma la senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
“Dodicimila allevatori della Sardegna sono vittime dei soprusi quotidiani derivanti dallo squilibrio nella filiera del prodotto, dove pochi trasformatori e distributori decidono i prezzi a loro esclusivo vantaggio. Abbiamo approvato in Parlamento una disposizione specifica sulle pratiche sleali e sugli abusi di posizione dominante nella produzione e nel commercio dei prodotti deperibili, il Governo chiarisca per quale motivo non viene applicata.”
La capogruppo De Petris ha presentato oggi una interrogazione urgente al Ministro delle Politiche Agricole e al Ministro dell’Interno sulla situazione del latte in Sardegna e sulla protesta dei pastori.
“L’autorità Antitrust – dichiara la senatrice – avrebbe dovuto già da tempo accendere i riflettori sulla filiera del latte sardo, come previsto dall’art.62 del decreto-legge n.1 del 2012. E’ in gioco non solo la sopravvivenza della pastorizia, ma una parte irrinunciabile della cultura e della tradizione dell’isola. Abbiamo notizia che prefetti e questori hanno già provveduto in più occasioni ad identificazioni e denunce a carico dei manifestanti che rischiano, fra l’altro, di incorrere nelle nuove sanzioni contro le manifestazioni stradali introdotte dal cosiddetto decreto sicurezza. Invece di organizzare la repressione, il Ministro dell’Interno e il Ministro delle Politiche Agricole si occupino di difendere l’interesse dei più deboli e di aprire una prospettiva di sviluppo per un prodotto fondamentale per l’economia della Sardegna.”
“Si vergogni il Ministro Bussetti per quell’affermazione “sprezzante” nei confronti della scuola del Mezzogiorno. E ancora più patetico il tentativo di chiarire il concetto. Seminare discredito su insegnanti del sud, è la strategia scelta da sempre dalla lega nord per far passare, presso la pubblica opinione, i tagli pesanti e la regionalizzazione della scuola che si appresta a fare insieme al Governo”. Lo afferma la Senatrice di LeU Loredana De Petris, Presidente del Gruppo Misto, che annuncia una interrogazione in proposito.
“Se il percorso sull’autonomia differenziata dovesse andare avanti, nei prossimi anni si dovrà fare i conti con un taglio di classi, di tempi pieni, di orari, di discipline, di insegnanti di sostegno, con una scuola pubblica ridotta ai minimi termini e forse del tutto cancellata. Così, il ministro Bussetti, sponsorizzato dalla Lega, coglie l’occasione per dare libero sfogo, fra l’altro, alla comprensibile frustrazione nordista, e addita alla furia leghista, il colpevole: la scuola meridionale! E si sa che l’insofferenza per i lavoratori che provengono dal sud è una storica battaglia della lega. Un attacco così volgare e insensato non merita di essere discusso, certamente va respinto al mittente senza nessuna indulgenza per i cosiddetti “toni coloriti” che mascherano intenti eversivi. Il Governo ponga rimedio a questo e costruisca con competenza e serietà le condizioni per riqualificare la scuola, anche se è molto più difficile che lanciare grida sconclusionate in una permanente campagna elettorale giallo-verde”.
Sarebbe stato necessario, in Italia, intervenire drasticamente per limitare fortemente il ricorso alla decretazione d’urgenza, che è all’origine dello slittamento delle funzioni del Parlamento dalla postazione centrale assegnatagli dalla Costituzione a un ruolo sempre più subalterno e ancillare rispetto al potere esecutivo.
Mentre al Senato si discuteva sulla riduzione del numero dei parlamentari, alla Camera era in aula la riforma della Carta che introdurrà il referendum propositivo. Noi siamo sempre stati favorevolissimi all’introduzione di strumenti di democrazia diretta. Ma perché questi strumenti funzionino positivamente e non si traducano in plebiscitarismo, che della democrazia diretta è solo una cupa caricatura, è necessario che siano allo stesso tempo confermate e rafforzate il ruolo e il funzionamento della democrazia rappresentativa, dunque del Parlamento. Democrazia partecipata e democrazia rappresentativa non sono e non possono essere contrapposti. Devono essere complementari.
Non si può infine tacere sul fatto che, con questa legge elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari porta le soglie di sbarramento a livelli stratosferici, innanzitutto intaccando in modo pressoché irreparabile il pluralismo della rappresentanza. Resteranno fuori dal Parlamento tutte le minoranze, innanzitutto quelle politiche. Supereranno quella soglia di sbarramento pochissimi partiti, non più di tre. E’ un altro colpo durissimo inflitto alla democrazia sostanziale, alla democrazia rappresentativa, al diritto di tutti i cittadini e gli elettori di essere rappresentati in Parlamento.
Loredana De Petris
Senatrice di Liberi e Uguali
Presidente del Gruppo Misto