
“È stato un atto dovuto la decisione adottata oggi dal Consiglio dei ministri di sciogliere per infiltrazioni mafiose il Comune di Torre Annunziata. Un’amministrazione già colpita da inchieste e arresti per gravi fatti di corruzione. L’ex vice sindaco e assessore alla legalità, Lorenzo Diana, chiamato a bonificare quella impervia palude burocratica, fu indotto, dopo soli cinque mesi, a rassegnare le dimissioni. A Torre Annunziata è tempo di dare un segnale di cambiamento. Ci sono minimo 18 mesi per ricostruire con rigore e trasparenza una classe dirigente credibile. L’appello che mi sento di estendere, anche per la prossima tornata delle elezioni amministrative e soprattutto per quei comuni che tornano al voto dopo essere stati sciolti per mafia, è rivolto principalmente ai partiti politici ma anche a quelle liste civiche che si presenteranno alle urne affinché sottoscrivano un ‘patto d’onore’ con i cittadini di Torre Annunziata, impegnandosi a non candidare chi si troverà coinvolto nella relazione del decreto di scioglimento, chi per parentela diretta e acquisita è in rapporti o frequentazioni con personaggi legati ai clan oppure coinvolto in indagini. Torre Annunziata è una città disperata, disorientata dove regna un clima di sfiducia verso le istituzioni percepite come un corpo estraneo. L’uccisione di Maurizio Cerrato, il suo sangue innocente, deve spingere anche la politica a un salto di qualità. Oltre alla corruzione da oggi sappiamo che a Torre Annunziata, così come a Castellammare di Stabia, il condizionamento mafioso ha pesato e pesa sulle scelte della politica. Da queste parti i clan fanno affari da oltre 40 anni con una certa borghesia e imprenditoria mafiosa. È tempo di una ricostruzione democratica, occorre una classe dirigente in grado di riaccendere la speranza e lasciare alle spalle il vecchio modo di fare politica fatto di clientelismo e voto di scambio”. Lo afferma in una nota il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto.

“Quando si parla di cambiamenti climatici sembra sempre che tutti siano d’accordo ma quando si deve essere coerenti si fanno invece scelte ben diverse. Il termovalorizzatore a Roma potrebbe sembrare una scorciatoia risolutiva per il problema dei rifiuti nella Capitale. Invece è un’idea che ci riporta al passato. Se ne parlava oltre 25 anni fa e già allora era poco praticabile. Oggi è una follia totale se davvero si vuole percorrere la strada dell’economia circolare”, dichiara la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris, intervistata da Radio Roma Capitale.





