“Credo che al governo e al presidente del consiglio vada riconosciuto l’aver saputo fronteggiare bene una situazione che era per tutti nuova e completamente sconosciuta. Il governo ha affrontato la fase uno prendendo scelte coraggiose e difficilissime che sono state comprese dai cittadini che ne hanno capito le ragioni. Il merito del superamento di questa fase va quindi al governo, ai cittadini e a tutti i medici e gli operatori sanitari che hanno mostrato delle capacità straordinarie e una flessibilità che si è dimostrata di grandissima importanza, a loro va la nostra gratitudine. Un pensiero deve andare anche alle oltre 32000 vittime del virus. Certamente avremo modo di ragionare di questi mesi con serietà, analizzando e valutando quel che è stato fatto. Dobbiamo capire cosa è successo, ci sono dati e situazioni molto diverse da regione a regione: Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, tutte hanno presentato una evoluzione diversa e dobbiamo capire perché, non per intentare processi politici ma per imparare da ciò che è successo. Credo si possa già dire che siano tre le priorità che la lezione degli ultimi mesi ci indicano: cure primarie, sanità territoriale, capacità di prevenzione. Dove questi elementi erano presenti, il contrasto al virus è stato più veloce e più efficace”, afferma il senatore di Articolo uno Vasco Errani dopo l’intervento del presidente del Consiglio a palazzo Madama.
“Ora ci aspetta una fase anche più difficile. Dobbiamo evitare che la crisi sanitaria si trasformi in crisi economica gravissima e che si scateni un conflitto sociale di forme inedite, in cui ognuno pensa solo per sé. Il compito della politica e delle istituzioni è al contrario precisamente quello di tenere insieme tutto il Paese. Prima di tutto l’Italia. Per evitare quel conflitto disgregatore bisogna agire con responsabilità, perché una nuova ondata pandemica renderebbe le cose ancora più difficili. Bisogna dare certezze su fronti essenziali per la vita di milioni di persone, come il reddito di emergenza, la scuola, gli aiuti al turismo. Bisogna soprattutto saper mettere in campo un vero progetto di cambiamento: questa è la sfida che attende nei prossimi mesi non solo il governo ma l’intera politica”, conclude il senatore di Articolo Uno.
“È necessario e non rinviabile che il Governo chiarisca la questione dei compensi pattuiti dall’azienda Rai con medici, scienziati ed esperti vari, che tutti i giorni partecipano a programmi di intrattenimento o d’informazione”.
Lo chiede il senatore Saverio De Bonis del gruppo Misto al Ministro dello Sviluppo Economico, in un’interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Sen. Martelli e Sen. Ciampolillo, in cui si fa riferimento a personaggi come il professor Roberto Burioni, ospite fisso di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, su RAI2, e ai frequenti interventi della dottoressa Capua, sui Tg Rai e soprattutto su La7.
“È vergognoso che sull’emergenza coronavirus ci sia un’unica voce autorizzata ad argomentare, per di più con questa frequenza. In particolare, la partecipazione del professor Burioni su RAI2 è in contrasto con il diritto dei cittadini ad un’informazione plurale e trasparente, non solo per l’assidua assenza di un contraddittorio, ma anche per un possibile conflitto d’interessi, visto che Burioni si è garantito una vera e propria pubblicità a vantaggio dei suoi brevetti depositati. Inoltre, considerato che si sono verificate discordanze di opinioni tra gli esperti, che hanno creato solo maggiore confusione e alimentato paura ed inquietudine, sarebbe stato e sarebbe più opportuno tacere laddove la scienza non ha acquisito ancora dati certi sul virus, né sulle cure per guarire dal COVID-19. L’informazione scientifica deve essere gratuita e i cittadini, che pagano un canone annuale alla Rai hanno il sacrosanto diritto di ricevere dal Servizio Pubblico un’informazione trasparente e priva da condizionamenti”.
“Accelerare l’iter del disegno di legge ‘defibrillatori ovunque’ che sancisce la liberalizzazione e la diffusione d’installazione e utilizzo di queste apparecchiature salva vita oltre che su treni, aerei, bus, scuole e università anche nella pubblica amministrazione e nei luoghi di lavoro analogamente alla cassetta di primo soccorso”. È l’interrogazione presentata dal senatore Sandro Ruotolo (Gruppo Misto) e rivolta al Ministro della Salute Roberto Speranza affinché riparta in Parlamento l’iter legislativo in commissione Igiene e sanità di palazzo Madama interrotto bruscamente anche a causa dell’emergenza epidemiologica Covid-19.
“Come rilevano l’Associazione italiana Cuore e rianimazione ‘Lorenzo Greco Onlus’, associazioni e professionisti, l’arresto cardiaco continua a colpire 65mila cittadini ogni anno, al ritmo di 200 al giorno e sono sempre più tragiche le storie di persone che hanno perso la vita per improvvisi arresti cardiaci. Un elenco drammatico anche di giovani vite stroncate come quella di Melissa La Rocca appena 16 anni deceduta mentre seguiva le lezioni a scuola oppure Anna Modenese, 14 anni colpita da un malore improvviso mentre era al liceo e la storia di Raffaele Barresi, 17 anni accasciatosi e deceduto davanti ai suoi compagni. Il 30 luglio 2019 la Camera con il voto favorevole bipartisan ha approvato il ddl ‘defibrillatori ovunque’ si tratta di riprendere il cammino e approvare in modo definitivo la legge. La dotazione del defibrillatore è fondamentale e se tempestivamente usato per un arresto cardiaco oltre a salvare la vita, riduce anche le eventuali conseguenze patologiche permanenti sulla vita. Tutti dobbiamo avere la possibilità di salvare una vita ed è auspicabile, oltre alla ripresa dell’iter parlamentare, anche la riduzione sugli stessi defibrillatori dell’Iva dal 22 al 5% alla stregua delle apparecchiature elettromedicale”, conclude il senatore del gruppo Misto.
“L’improvvisa sospensione delle attività didattiche dal 5 marzo 2020, a causa del diffondersi dell’epidemia da Coronavirus, ha avuto serie ripercussione anche sulle imprese agricole fornitrici di prodotti ortofrutticoli e su tutto il comparto della ristorazione per la mancata somministrazione dei pasti, con serie conseguenze anche in termini occupazionali”. Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, che ha presentato in merito un’interrogazione ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’istruzione. “La decretazione della chiusura delle scuole ha anche interrotto il programma “Frutta e verdura nelle scuole”, determinando l’annullamento degli ordinativi. Per questo chiedo informazioni dettagliate alle Ministre Bellanova e Azzolina circa le conseguenze di tale interruzione, specie in relazione ai fornitori, aggiudicatari del servizio. In particolare se sia stato interrotto anche il pagamento del servizio, trattandosi di fornitura di merce deperibile. Inoltre, vorrei sapere se si sia stato almeno ipotizzato di dirottare il prodotto già commissionato, per esempio, ad organizzazioni caritatevoli, ma in questo caso con un minore aggravio sia delle spese di trasporto che delle spese legate alle misure di accompagnamento. Il programma “Frutta e verdura nelle scuole”, promosso e finanziato dall’Unione europea deve conservare il suo scopo originario, ossia l’educazione alimentare nella scuola primaria”. Ha concluso De Bonis.
“L’indisturbato arrivo nel porto di Bari di navi estere, soprattutto provenienti dal Canada, cariche di grano duro destinato alle grandi industrie alimentari, è molto preoccupante per almeno due motivi: economico e sanitario. Infatti, il grano estero oltre a deprimere il prezzo del mercato alla vigilia del raccolto nazionale, sembrerebbe anche molto pericoloso per la salute pubblica. Infatti, a seguito delle analisi effettuate sulle paste e sulla semola, negli ultimi anni, da varie associazioni private, è emersa la presenza di residui tossici (glifosato, DON e metalli pesanti), sostanze dannose per la salute”.
Lo scrive il senatore Saverio De Bonis del gruppo Misto in un’interrogazione rivolta ai Ministri Bellanova e Speranza, sottoscritta anche dai senatori Martelli, Ciampolillo, De Falco, Buccarella, Nugnes, Bonetti, Saccone, Leonardo e Papatheu, in cui ricorda di avere già presentato quattro atti di sindacato ispettivo riguardanti l’importazione di grani esteri e di non aver mai ricevuto risposta.
“Nella comunità scientifica sono sempre più fondati i sospetti che il glifosato sia tra le cause probabili del morbo di Parkinson, inoltre glifosato e Don sono potenti immunodepressivi che espongono più facilmente al rischio del COVID-19. Nel silenzio colpevole delle due grandi autorità pubbliche al di qua e al di là dell’Oceano (EPA ed EFSA sembrano del tutto cieche di fronte alle pesanti ombre sul pesticida più usato nella storia dell’umanità) gli indizi assumono la forma di prove”.
Il senatore De Bonis, che incaricherà i laboratori accreditati per verificare la qualità di queste derrate attraverso l’analisi della pasta ed ha già interessato gli uffici della Commissione europea per violazione del principio di precauzione, ha anche incaricato il proprio staff legale per redigere l’ennesimo esposto in merito, ai sensi dell’articolo 444 del codice penale, che fa espresso divieto di somministrare cibo nocivo. De Bonis chiederà inoltre alla Procura di Bari di indagare.
Per tutti questi motivi, ha chiesto
ai Ministri dell’Agricoltura e della Salute “se non ritengano che i grani esteri, provenienti da aree dove il clima impone l’impiego di glifosato, debbano essere assoggettati al principio di precauzione comunitario previsto dal regolamento UE n. 2016/1313, recepito dal decreto del Ministero della salute del 9 agosto 2016, ma mai applicato con apposte circolari dai dirigenti degli uffici periferici USMAF;
se non ritengano indispensabile far disporre immediati ed adeguati controlli in ossequio alla citata normativa comunitaria e nazionale, che vieta l’utilizzo di glifosato, prelevando i campioni da ogni stiva, affidandole a laboratori accreditati e rendendo noti gli esiti delle analisi e del monitoraggio;
se e quali iniziative intendano assumere al fine di scoraggiare l’acquisto e l’utilizzo di grani esteri che vengono miscelati con il grano duro nazionale, di ottima qualità, falsando le quotazioni del mercato italiano, come ha dimostrato la sentenza del TAR Puglia n. 1200/2019 del 16 settembre 2019 e costringendo gli agricoltori italiani ad abbandonare la coltivazione e produzione di grano”.
“I cittadini meritano rispetto e tale rispetto parte anche dal divieto di fare arrivare sulle tavole degli italiani cibo contaminato e nocivo alla loro salute”.
“Il decreto varato oggi rappresenta uno sforzo senza precedenti e registra passi avanti reali su molti fronti. E’ fondamentale che ci si faccia carico del passare dalle parole ai fatti con nuove regole per snellire l’erogazione degli stanziamenti. La rapidità in questo caso non è un elemento aggiuntivo. E’ fondamentale e di vitale importanza”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, capogruppo di LeU.
“Riteniamo tuttavia che sarebbe stato necessario un maggiore equilibrio. Il taglio dell’Irap andrà a vantaggio anche delle aziende che non sono state colpite dalla crisi sanitaria. Il contributo di 600 euro continuerà a essere elargito anche a chi non ne avrebbe alcun bisogno. A fronte di questo privilegio il sostegno ai più poveri è molto insufficiente e deve essere irrobustito. Le regolarizzazioni sono a loro volta un passo nella giusta direzione ma ancora insufficiente. Bisogna affrontare il nodo degli invisibili, trascurati anche da questo decreto e condannati quindi a forme di lavoro nero che sconfinano nel neoschiavismo. Il dl deve essere migliorato in Parlamento. Daremo il nostro contributo con emendamenti che riguarderanno proprio questo squilibrio, per farci carico delle esigenze vitali dei più svantaggiati, che ancora non ricevono sufficiente sostegno. La decisione di non lasciare solo nessuno significa questo”, conclude la presidente De Petris.
“È una buona notizia per i docenti precari: sedicimila posti in più per le assunzioni, frutto anche della nostra iniziativa, che richiede di innalzare il numero dei posti dei vincitori a 40mila, che però deve essere chiaro che siano tutti per la procedura straordinaria. Tuttavia resta vivo il problema della ripresa della scuola a settembre quando, per noi la priorità è mettere ai propri posti tutti i docenti: nessuna classe al 1° settembre 2020 deve essere priva del suo insegnante”. Lo afferma la Senatrice Loredana De Petris (LeU), Presidente del Gruppo Misto.
“Abbiamo detto più volte e chiesto attraverso i nostri emendamenti di semplificare e velocizzare le procedure che portano alle immissioni in ruolo avviando una procedura per titoli che consenta di assumere i docenti con 3 anni di esperienza entro settembre. Questo non è un golpe alla meritocrazia, ma una esigenza legata all’emergenza COVID, sia per mettere in sicurezza la salute dei concorrenti sia per coloro i quali si troveranno costretti a vigilarli. Il Decreto dovrà ancora essere migliorato. Penso a un piano di interventi leggeri, ma urgenti, di edilizia scolastica, così come la regolazione e la concertazione del lavoro a distanza con le parti sindacali. Dovremo pensare a classi ridotte. Si accolga la richiesta unanime delle associazioni che hanno promosso un appello per l’abolizione del voto numerico nella scuola primaria e che noi abbiamo raccolto in un nostro emendamento. La Ministra non ci lasci sbigottiti di fronte a scelte solitarie, ma avvii un percorso di condivisione in Parlamento per migliorare il Decreto e avviare un piano strategico per l’istruzione”.