All Posts Tagged: Giulio Regeni

ENERGIA – DE PETRIS (LEU): “LA STRADA GIUSTA NON È PASSARE DA UN DITTATORE ALL’ALTRO, DA PUTIN AD AL SISI”

“Passare da un dittatore all’altro non è certo la via giusta per raggiungere l’indipendenza energetica. Da un lato affermiamo di voler difendere i valori di libertà e democrazia contro il dittatore Putin, dall’altro ci rivolgiamo, per sostituirlo, al dittatore Al-Sisi. Oltretutto, proprio nel giorno in cui l’Egitto conferma, ancora una volta, la sua sprezzante volontà di negare verità e giustizia sull’assassinio di Giulio Regeni”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.
“Peraltro la strada che stiamo seguendo si limita a diversificare e moltiplicare le fonti dalle quali dipendiamo per l’energia e non porta all’indipendenza energetica, che può essere perseguita e conquistata in un modo solo: accelerando con uno sforzo straordinario il passaggio alle rinnovabili. È quella la sola energia pulita in tutti i sensi: non inquina, non distrugge l’ambiente e non ha le mani sporche di sangue”, conclude la capogruppo di LeU.

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ZAKI – RUOTOLO (GRUPPO MISTO): “QUAL È L’EQUILIBRIO GIUSTO CON L’EGITTO? CHE TIENE IN CARCERE ILLEGALMENTE PATRICK ZAKI E CHE È RESPONSABILE DELL’OMICIDIO DI GIULIO REGENI?

“Come possiamo coniugare i nostri interessi strategici, i rapporti diplomatici e di cooperazione con l’Egitto di Al Sisi responsabile dell’omicidio di Giulio Regeni e della detenzione illegale di Patrick Zaki? Il presidente del Consiglio, Mario Draghi ci dà una risposta quando definisce il presidente turco Erdogan un dittatore. ‘Uno deve essere franco, ha detto il presidente Draghi, nell’esprimere le proprie diversità di vedute, di opinioni, di visioni della società e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare l’equilibrio giusto’. Mi chiedo, vi chiedo: qual è l’equilibrio giusto con l’Egitto che tiene in carcere illegalmente Patrick Zaki e che è responsabile dell’omicidio di Giulio Regeni? Sappiamo che sta facendo rotta verso l’Egitto la seconda fregata Fremm, destinata alla marina egiziana e stiamo sostenendo nei fatti il regime egiziano con forniture militari. Non si possono vendere armi a un paese dove si violano i diritti umani e civili”. Lo ha dichiarato Sandro Ruotolo, senatore del gruppo misto, durante la discussione al Senato sulla mozione per l’attribuzione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki.

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REGENI – DE PETRIS (LEU): “NON DIMENTICHIAMO, CONTINUEREMO A CHIEDERE GIUSTIZIA E LO STOP ALLA VENDITA DELLE ARMI ALL’EGITTO”

“Sono passati cinque anni dall’assassinio di Giulio Regeni. Cinque anni di menzogne e provocazioni da parte dell’Egitto per coprire mandanti e assassini. Ma noi non dimentichiamo e continueremo a batterci perché giustizia sia fatta. Basta alla vendita delle armi all’Egitto”. Così la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

 

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REGENI – RUOTOLO: “VERITA’ E GIUSTIZIA PER GIULIO, RITIRARE L’AMBASCIATORE ITALIANO E STOP AGLI ACCORDI CON L’EGITTO”

Rapito, torturato e ucciso dagli apparati di sicurezza di uno Stato a cui vendiamo le armi e che si autoassolve per l’omicidio di Giulio Regeni. Sono passati 5 anni. Le indagini della magistratura italiana ci consegnano i nomi e i cognomi degli aguzzini di Giulio, l’Egitto non cede. Vogliamo verità e giustizia per Giulio, chiediamo di ritirare l’ambasciatore italiano e lo stop degli accordi con l’Egitto”. Lo scrive sui social il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto a 5 anni dal rapimento e uccisione a Il Cairo del giovane ricercatore italiano.

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MORTE PACIOLLA – RUOTOLO, ERRANI, DE PETRIS (GRUPPO MISTO): “L’ITALIA ADOTTI INIZIATIVE URGENTI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO COLOMBIANO”

“Quali sono le iniziative urgenti che si intendono adottare nei confronti del Governo colombiano, affinché si svolgano le opportune indagini per giungere a risposte convincenti, per la ricerca della verità e della giustizia per la morte del nostro connazionale Mario Carmine Paciolla”. Lo chiedono il senatore Sandro Ruotolo, Vasco Errani e la senatrice Loredana De Petris del Gruppo Misto in una interrogazione urgente, depositata oggi, rivolta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sulla morte violenta del nostro connazionale Mario Carmine Paciolla. “Il 15 luglio Mario Carmine Paciolla, 33 anni, napoletano, è stato ritrovato privo di vita presso la propria abitazione a San Vicente del Caguán, località a 650 km da Bogotà nel dipartimento colombiano del Caquetá Colombia. Il connazionale era cooperante Onu ed era impegnato da due anni con le Nazione Unite, in un progetto che mirava a riconvertire gli ex combattenti al lavoro nei campi e svolgeva il monitoraggio per il rispetto degli accordi di pace tra il governo colombiano e le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Stando a quanto sta emergendo da notizie di stampa, in queste ore convulse, sono tutt’altre le ricostruzioni e i dettagli che escludono categoricamente il suicidio. Sul cadavere di Mario Carmine Paciolla, come riportano gli organi e le agenzie di stampa, ci sarebbero evidenti segni di violenza, in particolare, ‘tagli provocati da coltelli o da lame acuminate che non sono state trovate in casa. Vene squarciate, non tagliate in modo chirurgico, un segno che rimanda a coltelli con denti spessi o qualcosa di simile, che non è stato refertato dagli organi di polizia giudiziaria intervenuti sul luogo del delitto’. I fatti sono gravissimi e sembra di assistere a una vicenda simile a quella di Giulio Regeni, il giovane ricercatore di Fiumicello che stava scrivendo una tesi di dottorato per l’università di Cambridge. Il suo corpo senza vita, straziato dalle torture, venne ritrovato il 3 febbraio 2016 sul ciglio della superstrada che collega II Cairo ad Alessandria d’Egitto. Appare dunque impellente procedere, come la magistratura italiana sta già facendo, – secondo qualificate fonti giudiziarie, la Procura di Napoli e Roma avrebbe già inoltrato atti conoscitivi, nell’ambito del lavoro di condivisione giudiziaria presso le autorità giudiziarie colombiane – alla raccolta di quante più possibili prove testimoniali. Chiediamo al Governo italiano di intervenire con urgenza presso il Governo colombiano affinché si svolgano le opportune indagini per giungere a risposte convincenti, per la ricerca della verità e della giustizia per la morte del nostro connazionale Mario Carmine Paciolla”  .

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MORTE PACIOLLA – RUOTOLO (GRUPPO MISTO): “INTERVENGA CON FORZA IL GOVERNO, LA VICENDA DI MARIO CARMINE PACIOLLA E’ SIMILE A QUELLA DI GIULIO REGENI”

Si chiede al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri un intervento forte, deciso e immediato nei confronti del Governo colombiano affinché si faccia chiarezza e giustizia sulla morte violenta del nostro connazionale Mario Carmine Paciolla”. Lo chiede il senatore Sandro Ruotolo (Gruppo Misto) in una interrogazione urgente, che sarà depositata lunedì, e rivolta al presidente Conte e al ministro Di Maio. “Sono gravissimi i fatti fin qui emersi sulla morte, lo scorso 15 luglio, di Mario Carmine Paciolla, 33 anni, napoletano, e collaboratore della Nazione Unite, impegnato in Colombia in un progetto di pacificazione interna tra governo locale ed ex ribelli delle Farc e di riqualificazione di aree utilizzate dal narcotraffico, sembra di assistere a una vicenda simile a quella di Giulio Regeni. Bisogna accertare la verità, da ciò che emerge dai media e da molte testimonianze sul cadavere del giovane sono stati rilevati ‘tagli provocati da coltelli o da lame acuminate che non sono state trovate in casa’. Il ruolo volontario svolto da Mario Carmine Paciolla, come collaboratore e osservatore delle Nazioni Unite, la conoscenza del territorio, le solide relazioni e il sapersi districare nei quartieri difficili alle prese con problemi umanitari, come quello legato allo sfruttamento della popolazione in un regime di narcoeconomia ha infastidito qualcuno? La Rete Europaz, nata a sostegno degli Accordi di Pace e del lavoro del Sistema Integral de Verdad Justicia, Reparación y No Repetición, a cui Paciolla per due anni ha collaborato,  denuncia da tempo ripetuti episodi di violenza in varie zone del paese come le persecuzioni contro attivisti, leader sociali ed ex-guerriglieri, denunciate da organismi nazionali e internazionali; il clima di ostilità e delegittimazione che rischiano seriamente di compromettere i tanti sforzi sinora compiuti per la costruzione di una pace duratura con verità e giustizia sociale. Se non ritengano opportuno e urgente il Presidente Conte e il Ministro Di Maio, vista la gravità dell’accaduto la convocazione dell’ambasciatore della Colombia per far giungere le rimostranze del Governo italiano”.

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EGITTO – DE PETRIS (LeU): “LA VENDITA DELLE ARMI A UN PAESE CHE VIOLA I DIRITTI UMANI E’ UNA MACCHIA PER L’ITALIA. VA ASSOLUTAMENTE SOSPESA”

“La vendita di armi a un Paese che si rende colpevole di continue e gravissime violazioni dei diritti umani come l’Egitto costituisce una violazione della legge italiana oltre che dell’etica e del più elementare senso di giustizia. Per quanto riguarda l’Italia la vendita di armi al regime che impedisce in tutti modi che emerga la verità e si faccia giustizia per l’assassinio di Giulio Regeni e che persevera nei suoi crimini, come dimostra la proroga della detenzione del ricercatore Patrick Zaki, è se possibile ancora più grave”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“Rispondendo oggi alla mia interrogazione in merito il governo non ha preso quegli impegni a sospendere la fornitura di armi che sono invece necessari. Continueremo questa battaglia di civiltà fino a che la vendita di armi non sarà sospesa e questa vera e propria macchia sul nostro Paese non sarà cancellata”.

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REGENI – DE PETRIS (LeU): “SENZA VERITA’ E RISPETTO DEI DIRITTI UMANI LA VENDITA DELLE ARMI VA BLOCCATA”

“Siamo certi che l’Italia continui a chiedere con massima insistenza la verità sul caso Regeni e la punizione dei colpevoli, come ha ripetuto anche ieri di fronte alla commissione d’inchiesta il presidente Conte. Ma siccome queste richieste vengono puntualmente disattese è grave da ogni punto di vista che l’Italia continui a vendere armi a un regime come quello di al-Sisi. Non possiamo riempirci la bocca di parole altisonanti sulla difesa dei valori di civiltà e democrazia e poi dimenticarci quelle parole quando c’è di mezzo il vantaggio economico”, dichiara la senatrice di Leu Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“Non si tratta solo di una vicenda gravissima come la barbara uccisione di Giulio Regeni. In Egitto la violazione dei diritti umani è sistematica e continua. La legge 185 vieta di vendere armi ai Paesi che violano i diritti umani eppure l’Italia è oggi il primo Paese tra quelli che vendono armi al regime di al-Sisi. E’ ora di dire chiaramente a quel regime che la verità sull’uccisione di Giulio, la punizione dei colpevoli e il rispetto dei diritti umani non sono solo sommesse e inutili richieste ma condizioni per la prosecuzione degli accordi commerciali. A partire dalla vendita delle armi che deve essere bloccata subito”, conclude la presidente De Petris.

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