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APPELLO INTERNAZIONALE IN DIFESA DI NELLO SCAVO

Alle autorità della Repubblica maltese,

Più passano i giorni e più temiamo per l’incolumità del giornalista italiano Nello Scavo, inviato del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire. Siamo un gruppo di cittadini italiani e maltesi e chiediamo alle Autorità della Repubblica di Malta di intervenire nei confronti di Neville Gafà, l’autore delle più recenti intimidazioni e minacce nei confronti di Nello Scavo. Il Signor Gafà continua a presentarsi in pubblico come ex funzionario del governo maltese e ha manifestato lo stesso atteggiamento con chiunque, giornalisti o normali cittadini, ha espresso solidarietà a Scavo. Inoltre ha tentato di intimare a Scavo di non occuparsi più di ciò che accade nell’area di ricerca e soccorso maltese, perché “non sono affari tuoi”.

Neville Gafà è un personaggio pubblico, protagonista in passato di una acerrima campagna denigratoria, alla vigilia del suo omicidio, a discapito della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017 a Bidnija. Lo ha ricordato recentemente la Pubblic Inquiry maltese. Nello Scavo è entrato nelle mire di Gafà, da quando ha condotto le sue inchieste giornalistiche sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia e sulla guardia costiera libica scoprendo che l’ex membro dello staff dell’ex premier maltese Muscat, si era recato in Libia in diverse circostanze per stringere accordi finalizzati ai respingimenti dei barconi di migranti e profughi attraverso una “flotta fantasma” di pescherecci, oltre che altre intese di “diplomazia sanitaria” e ulteriori non specificati “negoziati”.

Le minacce contro Nello Scavo sono pubbliche, attraverso i social media, e sono a disposizione delle autorità maltesi. Noi chiediamo di intervenire rapidamente per porre fine a questa situazione. Garantire la libertà di informazione per tutti i giornalisti è un dovere di uno Stato che fa parte dell’Europa.

I firmatari:

Sandro Ruotolo, don Luigi Ciotti, Manuel Delia, Lirio Abbate, Caroline Muscat, Paolo Berizzi, Caterina Bonvicini, Paolo Borrometi, Susanna Camusso, Arnaldo Capezzuto, Manuela Cavallari, Teresa Ciabatti, Riccardo Chiaberge, Massimo Coppola, Luisella Costamagna, Fabrizio D’Esposito, Maurizio De Giovanni, Graziella Di Mambro, Emiliano Fittipaldi, Corrado Formigli, Lorenzo Frigerio, Silvia Giannini, Giuseppe Giulietti, Peter Gomez, Gabriella Guido, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Tomaso Montanari, Rossella Milone, Gabriele Muccino, Michela Murgia, Riccardo Noury, Antonella Napoli, Valerio Nicolosi, Dalia Oggero, Maddalena Oliva, Evelina Santangelo, Valeria Parrella, Ciro Pellegrino, Sigfrido Ranucci, Alessandra Sarchi, Elena Stancanelli, Giovanni Tizian, Nello Trocchia, Chiara Valerio, Sandro Veronesi, Hamid Ziarati,
Repubblika, #occupyjustice, PEN Malta, Darrin Zammit Lupi, Monique Agius, Miriam Calleja, Arnold Cassola, Regine Psaila, Jean Paul Borg, Vicki Ann Cremona, Rebecca Bonello Ghio, Maria Pisani, Brandon Shaw, Roberta Bajada, Dariush Beritan, Maria Grech Ganado, Kit Azzopardi, Abigail Ardelle Zammit, Naomi Bajada Young, Elizabeth Guyon Spennato, Anika Psaila Savona.

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AFGHANISTAN – DE PETRIS (LeU): “SOLO LO SFORZO COORDINATO DI TUTTO IL G20 PUO’ AIUTARE LE DONNE AFGHANE IN QUESTO MOMENTO TRAGICO”

“La prima conferenza sulla parità di genere organizzata dal G20 si apre in un momento tragico. Non possiamo nasconderci la realtà: per le donne afghane si profila un ritorno indietro non di decenni ma di secoli. I segnali che arrivano dall’Afghanistan contraddicono nella maniera più drammatica le parole parzialmente rassicuranti dei talebani subito dopo la presa di Kabul”, dichiara la capogruppo di LeU Loredana De Petris.

“Denunciare questo scempio non basta. Bisogna adoperarsi attivamente, con tutti i mezzi, esercitando ogni pacifica pressione possibile, per aiutare le donne afghane e impedire che siano costrette in una condizione medievale o peggio. Per questo è necessario che si muovano tutti i Paesi del G20 ed è nostro dovere dialogare con tutti alla ricerca di un accordo in grado di pesare e condizionare i talebani. Ma è anche necessario che sia istituito subito un fondo di sostegno per le associazioni che, con grande coraggio, si battono oggi per difendere le donne afghane e cercare di sottrarle al giogo dell’integralismo e della misoginia”, conclude la presidente De Petris.

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LAMORGESE – DE PETRIS (LeU): “GLI ATTACCHI DI SALVINI SONO PRETESTUOSI, STRUMENTALI E INGIUSTIFICATI”

“Gli attacchi quotidiani di Salvini contro la ministra Lamorgese sono pretestuosi e del tutto ingiustificati. La ministra degli Interni fa il suo dovere nel controllo dell’immigrazione in modo equilibrato, difendendo le esigenze della sicurezza senza rinunciare alla solidarietà e all’umanità in nome della propaganda come era abituato a fare Salvini quando era ministro”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Altrettanto strumentale è l’uso che Salvini e Meloni fanno del rave di Viterbo. È chiaro che le responsabilità dovranno essere accertate ma è altrettanto chiaro che si tratta di responsabilità locali nella catena di comando, che non possono essere addebitate alla ministra. La realtà è che Salvini attacca la ministra Lamorgese per un solo motivo: perché non gestisce l’immigrazione come vorrebbe lui”, conclude la presidente De Petris.

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AFGHANISTAN – DE PETRIS (LeU): “NON C’È ALTERNATIVA AL COINVOLGIMENTO DI RUSSIA E CINA. MI AUGURO CHE STAVOLTA L’UE DIFENDA I SUOI PRINCIPI DI SOLIDARIETA’ E ACCOGLIENZA”

“È evidente che il presidente Draghi e il ministro Di Maio indicano l’unica direzione percorribile in Afghanistan. Senza un ruolo diretto e un intervento attivo anche di Paesi come la Cina e la Russia non sarà possibile intavolare con i talebani trattative tali da permettere di lasciare il Paese a chi rischia di essere perseguitato ma anche da incidere sul rigore dell’integralismo in quel Paese. Solo il G20 può adoperarsi per salvare migliaia di vite e per impedire che le donne siano ricacciate in un cupo medioevo. Il ruolo del G7 può essere importante ma da solo non basta e non può bastare”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Il ministro degli Esteri ha fatto bene a sottolineare anche che, dopo il disastro afghano, diventa inevitabile ripensare per intero la politica delle missioni all’estero e del tentativo di esportare la democrazia con le armi. Essere fedeli all’occidente non vuol dire chiudere gli occhi sugli errori commessi e continuare a commetterli”.

 

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AFGHANISTAN – DE PETRIS (LeU): “SOLO IL COINVOLGIMENTO DI TUTTO IL G20 PERMETTERA’ DI AFFRONTARE L’EMERGENZA UMANITARIA ED EVITARE UNA TRAGEDIA”

“È già evidente che in Afghanistan ci troviamo di fronte a un’emergenza umanitaria assoluta. Il primo dovere dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è fronteggiare quell’emergenza. Tutta la popolazione afghana che rischia di essere vittima di persecuzioni deve poter lasciare il Paese. Bisogna costruire subito i corridoi umanitari e creare le condizioni perché i talebani permettano ai profughi di varcare le frontiere. Sarà possibile solo con lo sforzo congiunto di tutti i Paesi che hanno un ruolo e un peso in quell’area. È dunque il G20 che deve intavolare subito negoziati in questo senso con i talebani. Ogni discussione in merito è oziosa e colpevole: non cercare il coinvolgimento di tutti i Paesi del G20 significa solo abbandonare la popolazione afghana al suo tragico destino”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Altrettanto importante è preparare l’accoglienza per chi abbandonerà l’Afghanistan. Spero che stavolta nessuno oserà cavillare, ostacolare, avanzare argomentazioni speciose al solo scopo di lucrare un po’ di consensi sulla pelle dei profughi afghani”, conclude la presidente De Petris.

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AFGHANISTAN – DE PETRIS (LeU): “I DIRITTI DELLE DONNE SIANO LA PRIORITA’ DEL G20”

“Il presidente Draghi ha giustamente affermato che deve essere il G20 ad adoperarsi per esercitare ogni tipo di pressioni pacifiche sui talebani. Deve però essere chiaro che il primo e principale obiettivo non può riguardare accordi economici o geopolitici: il G20 deve adoperarsi per i diritti delle donne afghane. Deve usare tutti gli strumenti possibili perché le donne dell’Afghanistan non vengano precipitate di nuovo in una una situazione di cupa e tragica sottomissione”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Nell’immediato l’Italia deve accelerare il salvataggio di tutti coloro che in Afghanistan hanno collaborato con la nostra missione e delle loro famiglie. Questa è la prima urgenza. Dobbiamo poi, come Italia e come Ue, predisporre un’adeguata accoglienza per i profughi che arriveranno e creare corridoi umanitari che permettano di lasciare l’Afghanistan. Stavolta non può esserci alcuno spazio per egoismi e gretta propaganda”.

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AFGHANISTAN – DE PETRIS (LeU): “L’UE GARANTISCA L’ACCOGLIENZA PER I PROFUGHI E USI STRUMENTI PACIFICI PER LA DIFESA DEI DIRITTI DELLE DONNE AFGHANE”

 

“L’Italia e tutta la Ue devono ora fare ogni possibile sforzo per proteggere le vite degli afghani che rischiano di subire la vendetta dei Talebani e per difendere quanto più possibile i diritti della popolazione afghana, in particolare delle donne che non devono essere ricacciate nel Medioevo”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“I Paesi europei devono creare corridoi umanitari e attrezzarsi per garantire accoglienza ai profughi che arriveranno da quel martoriato Paese. Devono adoperare ogni strumento pacifico a disposizione per far sì che i Talebani rispettino i diritti umani e quelli delle donne. La via della guerra si è dimostrata fallimentare e disastrosa. È ora di percorrere quella della pace e questo è oggi il dovere dell’Unione europea”, conclude la presidente De Petris.

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AFGHANISTAN – DE PETRIS (LeU): “È UNA FOLLIA IL TENTATIVO DI ESPORTARE LA DEMOCRAZIA CON LE BOMBE. ORA SI DEVONO CREARE STRUMENTI DI PACE PER PROTEGGERE DONNE E BAMBINI”

“L’esportazione della democrazia a suon di bombe è una nefasta follia. Lo avevamo detto da subito e oggi i fatti, in Afghanistan, lo confermano nella maniera più tragica. Vent’anni di sangue e morte, miliardi e miliardi sprecati solo per vedere i talebani tornare al potere, meglio armati di prima, e l’intero occidente coperto da un meritato discredito dal quale non si risolleverà facilmente e che non resterà senza conseguenze”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.

“Ora il dovere e l’obbligo morale di tutti i Paesi che hanno partecipato alla missione afghana è prima di tutto proteggere quelli che con quei Paesi hanno collaborato e le loro famiglie, sottraendoli alla vendetta dei Talebani. Ma è anche adoperare finalmente gli strumenti della pace, cioè la cooperazione il dialogo e la diplomazia, per difendere quanto più possibile l’intera popolazione dell’Afghanistan e in particolare chi è più debole e rischia di più: le donne e i bambini”, conclude la presidente De Petris.

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SCUOLA – DE PETRIS (LeU): “BENE LA FIRMA DEL PROTOCOLLO DI SICUREZZA MA NON BASTA”

“Bene il protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico firmato nella notte tra il Ministero e le organizzazioni sindacali, che prevede un fondo per le scuole che potrà essere utilizzato, mediante accordi con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate, anche per consentire di effettuare tamponi diagnostici, secondo le modalità previste dall’Autorità sanitaria. Sarà istituita, inoltre, una corsia preferenziale per la vaccinazione del personale scolastico, attraverso degli accessi prioritari, al fine di ampliare la platea dei vaccinati”, afferma con soddisfazione Loredana De Petris, capogruppo di LeU al Senato.

“Tuttavia bisogna evitare ulteriori difficoltà e disagi per giovani che hanno già pagato molto duramente la pandemia. Per questo i tamponi, almeno per i minorenni, devono essere gratuiti e la vaccinazione degli universitari dovrebbe svolgersi nella città della sede universitaria anziché in quella di residenza. Resta tuttavia fondamentale evitare il sovraffollamento delle classi. Per questo è necessario confermare e rinnovare l’organico Covid oltre il 31 dicembre”

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DURIGON – DE PETRIS (LEU): “O DRAGHI LO CONVINCE A DIMETTERSI O VOTEREMO LA MOZIONE DI SFIDUCIA”

“Quella di Durigon non è una provocazione gratuita ma priva di conseguenze. È una strategia che mira a rendere normali, comuni e accettabili richiami ed esaltazioni del fascismo. Non è un caso che mentre l’Italia ricorda il feroce massacro di Sant’Anna di Stazzema un altro leghista, a Colleferro, proponga di intitolare a Hitler il Piazzale dei Partigiani”, afferma la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris”. “Salvini invece di prendere le distanze esalta Durigon. È chiaro che questo non può essere accettato come se nulla fosse. Dunque se Draghi non convincerà il sottosegretario leghista a dimettersi sarà inevitabile ricorrere alla mozione di sfiducia “.

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