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COVID – DE PETRIS (LEU): “BENE LA DECISIONE DEL GOVERNO, IL FARO GUIDA SIA SEMPRE LA SALUTE DEI CITTADINI”

“Il faro guida dell’azione di Governo deve essere sempre quello di tutelare la salute dei cittadini, quindi bene che oggi in CdM sia prevalsa la linea della priorità del diritto alla salute dei cittadini che il Ministro della Salute Roberto Speranza ha sempre portato avanti e indicato fin dall’inizio dell’inizio della pandemia. E bene che si sia deciso di usare lo strumento del decreto legge, così che il parlamento possa restare centrale”.

Lo ha dichiarato la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto, che ha aggiunto:

“La decisione di prevedere zone rosse automatiche con il superamento dei 250 casi su centomila e la necessaria stretta su Pasqua sono misure severe ma necessarie alla luce dei dati odierni sul rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti. Questo non è il momento delle polemiche, dello scontro, degli interessi di parte. Ora è indispensabile che ci sia tra le forze politiche in campo un lavoro di sinergia nazionale per combattere e vincere la durissima battaglia contro il COVID”. Ha concluso De Petris.

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PATTO PER IL LAVORO PUBBLICO – ERRANI (ARTICOLO UNO): “IL PUBBLICO IMPIEGO È UN INVESTIMENTO STRATEGICO PER IL PAESE”

“Ritengo estremamente positivo l’accordo raggiunto ieri con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale sottoscritto da Draghi e il ministro Brunetta con CGIL, CISL e UIL, il patto apre una fase nuova. Da tempo sostengo la necessità di valorizzare il pubblico impiego per il valore fondamentale e strategico che ha per il Paese. Si tratta di un importante investimento sulla buona occupazione e sull’innovazione nel pubblico impiego che avrà ricadute positive non solo per i cittadini ma per tutto il mondo del lavoro e dell’impresa.” Così in una nota il senatore di Articolo Uno Vasco Errani

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GOVERNO – DE PETRIS (LeU): “IL PATTO PER LA PA È UN PASSO IMPORTANTE MA ORA SI DEVE ACCELERARE SUL DL SOSTEGNO E SUL PIANO VACCINI”

“La firma del Patto per l’innovazione del settore pubblico e la coesione sociale è un passo significativo e importante sulla strada della ricostruzione di un rapporto solido con i sindacati e su quella della modernizzazione della PA, di vitale importanza per il nostro Paese”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“Ci sono tuttavia delle urgenze che devono essere affrontate immediatamente. Il dl Sostegno deve essere varato subito perché senza quell’aiuto le difficoltà per i cittadini e le imprese diventeranno insormontabili, tanto più in questo momento, sulla soglia di nuove chiusure. E’ infine determinante che l’accelerazione promessa del Piano vaccini diventi subito realtà concreta. Questa è la prima linea della lotta al Covid e i ritardi non sono stati colmati. Ma è anche fondamentale che il governo si impegni per ottenere la sospensione dei brevetti: proprio le difficoltà che stiamo incontrando in queste settimane dimostrano che quello è il nodo principale da sciogliere per vincere in tutto il mondo la pandemia”, conclude la presidente De Petris.

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DRAGHI – DE PETRIS (LEU): “IL PREMIER CONFERMA CHE LA SALUTE DEI CITTADINI E LA LOTTA ALLE DISEGUAGLIANZE SONO LA BUSSOLA DEL GOVERNO”

 

“Il presidente Draghi ha giustamente confermato la determinazione del governo nell’anteporre a qualsiasi altra considerazione la salute delle persone. La nostra bussola è sempre stata considerare la vita più importante del profitto e continuerà a esserlo”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“E’ molto importante che il presidente si sia impegnato a combattere tutte le diseguaglianze, perché questa deve essere l’altra stella polare di questo governo. Le diseguaglianze di genere, che restano profondissime e sono state acuite dalla pandemia, le diseguaglianze sociali, che hanno toccato in questa crisi un picco più che drammatico, e le diseguaglianze territoriali, perché senza un intervento drastico capace di colmare il dislivello tra il Nord e il Mezzogiorno non ci potrà essere alcun vero rilancio del Paese”, conclude la presidente De Petris

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AMBIENTE – LA MURA (GRUPPO MISTO): “CANCELLATO IL MINISTERO DELL’AMBIENTE A FAVORE DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA, VIA LIBERA ALL’ACCAPARRAMENTO DI SPAZIO TERRESTRE E MARINO SENZA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA”

“La sintesi dei primi 3 anni di questa legislatura mette in luce quanto la questione dell’accaparramento dello spazio terrestre, marino e anche atmosferico sia stato il campo di contesa politico-economico che ha portato alla caduta del governo Conte 2”. Lo dichiara la senatrice Virgina La Mura del gruppo Misto, che aggiunge: “La legge sul consumo del suolo è stata congelata in commissione Ambiente al Senato, strumento potentissimo che avrebbe dovuto regolamentare l’utilizzo dello spazio entro il quale svolgere le attività umane, sia economiche che sociali, senza danneggiare ulteriormente la biodiversità e l’agricoltura. Sospese altresì la legge Salvamare per la regolamentazione della raccolta accidentale dei rifiuti marini da parte dei pescatori durante le operazioni di pesca (i rifiuti marini hanno ricoperto i fondali con conseguente perdita di vita marina e stock ittici), la legge sull’acqua, la legge sull’agricoltura biologica e biodinamica. Sospesi nei Ministeri il decreto fanghi, non dimentichiamo che con un emendamento al decreto Genova abbiamo consentito di spandere sui terreni agricoli i fanghi industriali, il decreto sul dissesto idrogeologico, la legge Terra Mia. Al contempo, siamo stati veloci nel distruggere pezzo per pezzo leggi troppo ingombranti per gli inquinatori, una tra tutte, la Valutazione di Impatto Ambientale e la consultazione pubblica degli enti locali e dei cittadini per la realizzazione di opere molto dannose per l’ambiente, ma l’obiettivo è di eliminarla del tutto. Quando parliamo di biodiversità dovremmo anche ricordarci che i nostri boschi e foreste sono oggetto di predazione da parte dell’industria energetica e la fauna selvatica, importantissima per il mantenimento degli ecosistemi, è fortemente minacciata come anche le nostre spiagge e il mare con la sua vita sottomarina. Abbiamo solo spostato più avanti di altri 6 mesi il tema delle trivellazioni e la realizzazione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale (PITESAI). Proroghiamo ancora di 6 mesi il Piano per l’individuazione dei siti per la costruzione dei depositi dei rifiuti nucleari (CNAPI), e nel piano prevediamo anche la costruzione di un centro per la ricerca nucleare, perché?

Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) che serve per la realizzazione della transizione energetica sostenibile, a seguito della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la conseguente consultazione pubblica, ha messo in luce la mancanza di un Piano di individuazione delle aree idonee, sia regionale che nazionale, per l’installazione dei pannelli fotovoltaici, pale eoliche, e altri impianti per la produzione di energia rinnovabile. La soluzione? Nel decreto Semplificazioni dell’agosto scorso è stata introdotta una norma grazie alla quale sarà un DPCM a indicare l’elenco di aree “non” idonee alla realizzazione delle infrastrutture per la transizione energetica e non un piano. Allo stesso tempo è in forte ritardo (dunque a rischio di infrazione europea) il Piano di utilizzo dello spazio marittimo che dovrebbe individuare in Italia entro il 2021 e nei mari europei entro il 2022, le modalità per far coesistere le attività di pesca, le installazioni di campi eolici e fotovoltaici, il turismo, il trasporto marittimo con, ad esempio, il ripristino degli ecosistemi e della biodiversità, così come per la terra ferma. Ovviamente in questo elenco con possiamo dimenticare le ecomafie, le procedure di infrazione per le emissioni in atmosfera, gli scarichi illeciti di acque reflue e i rifiuti, e da qui l’economia circolare che oscilla tra la produzione energetica che brucia rifiuti di tutti i tipi, anche i fanghi della depurazione, intossicando la nostra aria, e la produzione di nuovi materiali prodotti dagli scarti. Avete mai indossato un paio di scarpe o una borsa di pelle di mela o di cactus? Io si, prodotti da artigiani italiani che sopravvivono tra mille stenti!
Il tema ambientale langue da decenni e so bene quanto abbiamo combattuto per scardinare le resistenze dei poteri economici. Il Ministero dell’Ambiente dovrebbe essere terzo rispetto agli altri ministeri perché esprime valutazioni di impatto delle opere e delle attività umane che inevitabilmente impattano sugli ecosistemi naturali e sulla biodiversità e al contempo promuove e finanzia ciò che in Italia c’è di sostenibile, vedi anche le ZEA che tentano di portare una boccata di ossigeno nelle aree protette. Ma se le attività più dannose, come la produzione di energia, sono inglobate nel Ministero dell’Ambiente, la tutela dell’ambiente soccomberà perché il controllore e il controllato saranno costituiti dallo stesso ente e questo ci riporta alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ovvero ai “piani delle aree idonee alla transizione” e dunque al Recovery Plan.
Confindustria, attraverso il suo giornale, sta sottolineando spesso come la Commissione VIA, fondamentale in quanto l’UE obbligherà a standard di controlli per l’ammissione dei progetti del Recovery e in quanto molto passerà per le infrastrutture, sia lenta ad esaminare i progetti (650 ancora in sospeso), e questo è un problema perché i progetti del Recovery devono riguardare opere completabili entro il 2026. Si attribuiscono colpe ai procedimenti di VIA, mentre è la qualità dei progetti presentati ad essere scarsa, per cui la commissione VIA deve fungere da soccorso istruttorio in quanto spesso manca la documentazione prevista dalla normativa; in tal caso il problema riguarderebbe il fatto che viene consentito a tali progetti di accedere alla verifica di commissione, seppur carenti. Inoltre, viene segnalata carenza di supporto tecnico (fornito dall’ISPRA). Sul valore della partecipazione nei processi decisionali, anche nel PNRR le autorità regionali e locali possono essere partner importanti nell’attuazione delle riforme e degli investimenti. A tale riguardo, esse dovrebbero essere adeguatamente consultate e coinvolte. Il Piano dovrebbe contenere una sintesi del processo di consultazione, condotto conformemente al quadro giuridico nazionale, delle autorità locali e regionali, delle parti sociali, delle organizzazioni della società civile, delle organizzazioni giovanili e di altri portatori di interessi e il modo in cui il Piano per la ripresa e la resilienza tiene conto dei contributi dei portatori di interessi. Semplificare non può significare togliere la parola ai cittadini ed eliminare il confronto costruttivo, altrimenti si sposta semplicemente il conflitto in sede giudiziaria.
Alcune associazioni lo hanno capito e sostengono che la commissione VIA debba essere più rigida nel rigettare i progetti (solo il 10% attualmente viene respinto) e nel fatto che non deve andare incontro ai progetti manchevoli aiutandoli a supplire alle carenze di documentazione. Confindustria ipotizza addirittura l’eliminazione del PNIEC, accusando il governo Conte di aver creato solo confusione, nonostante molti progetti del Recovery saranno afferibili proprio al PNIEC. Ma basta accedere al sito dell’Europa e verificare l’iter, elaboratissimo, per verificare il meccanismo per essere ammessi ai finanziamenti e scoprire che si fa riferimento al PNIEC e che le opere afferenti alla transizione verde devono rispettare il Green Deal e soprattutto che saranno emessi Bond Green con precisi criteri ambientali da rispettare, tanto è vero che nel primo pilastro del regolamento del fondo del Recovery, l’Europa ha tenuto a precisare che deve essere conservata la Natura. Questo implica la realizzazione di piani per l’individuazione di aree idonee che siano compatibili con tutte le attività umane e con la natura, quindi sottoposti a VAS. Non solo, tutti nascondono o ignorano del tutto che i progetti devono rispettare il principio “DO NOT SIGNIFICANT HARM” per il quale è stato predisposto uno specifico regolamento, anche in italiano. Cosa significa? Che le attività da finanziare devono essere compatibili con tutte le matrici ambientali e devono rispettare gli obiettivi per il clima, si va in pratica oltre la VIA, con principi più restrittivi. Non siamo più nel Far West, anche se rischiamo di ritornarci”.

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GOVERNO – DE PETRIS (LeU): “SI DEVE COINVOLGERE IL PARLAMENTO E LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE NELLA RICONVERSIONE ECOLOGICA”

Ottenuta la fiducia il governo deve mettersi subito al lavoro per garantire sostegno e ristoro a chi è stato e continua a essere colpito duramente dalla crisi. Questa è la priorità assoluta e non si può perdere un attimo”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Il governo dovrà anche operare con massima rapidità per trasformare in fatti gli impegni del presidente del consiglio sulla riconversione ecologica. E’ un’impresa di portata storica che non può limitarsi alla pur immensa area della riconversione produttiva. Bisogna modificare l’intero modello di sviluppo, puntare sull’economia circolare, modificare un’intera cultura per intervenire sulla mentalità e le abitudini. Una simile impresa può essere compiuta solo rendendo il Parlamento protagonista alla pari con il governo. Non solo tenendolo informato ma coinvolgendolo in ogni passo e in ogni decisione. Così come devono essere coinvolte direttamente tutte le associazioni ambientaliste, che padroneggiano una quantità di competenze ed esperienze indispensabili”.

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GOVERNO – DE PETRIS (LEU): “LA RICONVERSIONE ECOLOGICA DEVE ESSERE COMPLESSIVA E RADICALE PER USCIRE DALLA CRISI”

La sfida ambientale lanciata dal presidente del consiglio è giusta. Ma una sterzata davvero ambientalista non si limita alla tecnologia. Bisogna cambiare l’intero modello di sviluppo e i modelli di vita. La tanto lodata sobrietà deve diventare uno stile di vita. Di questo, in realtà, parla Papa Francesco, oggi citato giustamente dal presidente Draghi”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

Solo una riconversione ecologica complessiva e radicale permetterà di uscire dalla crisi con la creazione di nuovi posti di lavoro e di lavoro buono e con la creazione di una società più giusta. Perché la pandemia ha messo a nudo ingiustizie e diseguaglianze pre-esistenti e non accettabili. Ma è fondamentale che la riconversione sia accompagnata da una rete di protezione che, come è stato fatto dal governo Conte bis, non lasci solo nessuno. Questa è la sfida che ci aspetta”, conclude la presidente De Petris.

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GOVERNO – DRAGO (PP): “IL RECOVERY FUND SIA INDIRIZZATO ANCHE A CONTRASTARE L’INVERNO DEMOGRAFICO PER IL FUTURO DELLE GIOVANI GENERAZIONI”

“Autorevoli studi hanno individuato come il declino  delle nascite sia un  segno premonitore  della recessione economica di un Paese. Nel caso italiano si è a lungo sottovalutata l’importanza che le politiche demografiche possono avere sullo sviluppo economico del Paese. Per questo auspico che il nuovo governo segni un punto di svolta sul tema. Del resto anche il neo presidente del consiglio Mario Draghi, nel 2016, al meeting annuale dei banchieri centrali, ebbe a dire che il crollo delle nascite, l’invecchiamento ed il debito pubblico generano un effetto a catena maligno. Se, come ha più volte indicato, urge puntare sulle nuove generazioni, ritenendo fondamentale investire attraverso il ricorso al cosiddetto “debito buono”, mi chiedo se è stata presa in considerazione l’urgenza di progettare delle proposte risolutive volte a determinare un innalzamento dell’indice di natalità, che, non può andare disgiunto dalla tutela della generazione core, ovvero di quella fascia della popolazione che va dai 19 ai 39 anni, che incide fortemente nell’economia di un Paese e che vediamo puntualmente emigrare. Spopolamento urbano, emigrazione e bassa natalità incidono sul Pil annuo. Auspico nel programma del governo nascente  un intervento strutturale per un piano programmatico di rinascita demografica alla pari delle priorità evidenziate dal governo nascente. Come potremo realizzare questo piano se non garantiremo un ricambio generazionale? Tra primule e “inverno demografico” vogliamo ipotizzare un “debito buono” investendo in “demographic spring”? I tempi ci sarebbero, alla primavera manca solo un mese!”.
Lo ha detto, nel corso del suo intervento a Palazzo Madama, la senatrice Tiziana Drago del Gruppo Misto

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GOVERNO – DE PETRIS (LeU): “IL DISCORSO DI DRAGHI È IMPORTANTE. VIGILEREMO AFFINCHÈ LA RICONVERSIONE ECOLOGICA NON SIA UN’OPERAZIONE DI FACCIATA”

“Quello del presidente Draghi è stato un discorso importante per diversi motivi. Ha chiarito definitivamente che questa non è una maggioranza di coalizione ma un governo repubblicano d’emergenza nato per fronteggiare una situazione sanitaria, economica e sociale gravissima, sostenuto da forze politiche che mantengono le loro identità ben distinte”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“Draghi ha messo al centro del suo intervento e del suo programma, oltre all’emergenza sanitaria, quella ambientale e si tratta di un passo fondamentale. Solo fronteggiando subito la crisi ambientale e imboccando con drasticità e determinazione la strada di una veloce riconversione ecologica e di un reale Green Economy potremo garantire il futuro delle prossime generazioni, creare posti di lavoro, rendere l’Italia un Paese più moderno e più giusto. Noi saremo all’interno della maggioranza con questo spirito, determinati a vigilare e adoperarci perché la riconversione ecologica sia un’operazione di sostanza e non di facciata e perché si mettano subito in campo le risorse necessarie per proteggere le fasce sociali più a rischio dall’impatto già fortissimo della crisi”, conclude la senatrice di LeU.

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GOVERNO – DE PETRIS E PALAZZOTTO: “NON CONDIVIDIAMO LA SCELTA DI SINISTRA ITALIANA. VOTEREMO LA FIDUCIA AL GOVERNO DRAGHI”

Al termine di un dibattito molto articolato e sofferto l’Assemblea nazionale di Sinistra italiana ha deciso di esprimersi contro la fiducia al governo Draghi. È una scelta che rispettiamo ma che riteniamo sbagliata e controproducente per la sinistra e per le fasce sociali messe più a rischio dalla crisi.
Vediamo tutte le contraddizioni e i problemi che una maggioranza di questo tipo porta con sé, ma sappiamo che in un momento difficile come questo serve assumersi la responsabilità di dare risposte al Paese difendendo quanto era stato fatto fino a qui dal Governo Conte, a partire dalle scelte fatte sulla sanità anche grazie alla continuità di Roberto Speranza alla guida del Ministero della Salute”.

Lo affermano la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e il deputato di LeU Erasmo Palazzotto al termine dell’Assemblea nazionale di Sinistra Italiana.

Riteniamo necessario invece confermare e rinsaldare l’asse strategico costituito dall’alleanza tra Pd, M5S e LeU, che hanno sostenuto con lealtà e sino all’ultimo l’esperienza positiva del governo Conte-bis, anche a partire dalle prossime elezioni amministrative. Quella coalizione va ora ribadita e perseguita con determinazione, come ci ha indicato con chiarezza Giuseppe Conte con la proposta di un’Alleanza per lo sviluppo Sostenibile. Per questo ora e’ indispensabile rafforzarla con un coordinamento tra i gruppi parlamentari PD, M5S e LeU, perché solo così, forti della maggioranza assoluta alla Camera e di quella relativa al Senato, saremo in grado di incidere e indirizzare le scelte del nuovo governo.
Quella che sostiene questo governo non è e non potrà mai essere una maggioranza politica. Dunque è all’interno di questa anomalia, nel tentativo di rinsaldare un fronte progressista e non scegliendo la via dell’autosufficienza, che bisogna lottare per affermare un proprio punto di vista.
E’ questo il campo dove bisogna dare battaglia perché si operi una vera transizione ecologica, per prorogare il blocco dei licenziamenti, per un fisco più equo e progressivo, per il ritorno a un sistema sanitario davvero pubblico e universalistico, perché il Recovery Fund sia uno strumento utile a rimuovere le diseguaglianze sociali e territoriali. Questo, del resto ci chiedono di fare le associazioni ambientaliste e le forze sindacali e sociali: difendere sul campo e con la possibilità di incidere l’ambiente, un modello di sviluppo sostenibile e gli interessi dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli”, concludono De Petris e Palazzotto.

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