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COVID – SENATORI E SENATRICI DEL GRUPPO MISTO: “STOP ALLO STATO D’EMERGENZA”

“La proroga dello stato di emergenza mette a rischio la tenuta costituzionale del Paese”. Lo fanno sapere in nota i senatori del gruppo Misto, La Mura, Mantero e Nugnes, firmatari di un emendamento soppressivo dell’articolo 1 al dl che proroga lo stato di emergenza nazionale, appoggiati alla Camera dalle deputate Ehm, Sarli, Suriano e Termini. “La situazione di straordinarietà a cui siamo soggetti da circa due anni consente di attivare poteri che limitano le nostre libertà fondamentali, per questo c’è necessità che siano circoscritti nel tempo, in caso contrario risulterebbe pregiudicato il rapporto fra poteri dello Stato. Difatti il Parlamento da troppo tempo subisce una delegittimazione costante e forzata a causa di una decretazione d’urgenza e da voti di fiducia che azzerano la discussione e la proposta di norme correttive. Inoltre con l’abrogazione del primo articolo, proponiamo di mettere fine a una evidente contraddizione introdotta in questo decreto. Perché se da un lato il raggio d’azione sia del Capo della Protezione Civile che del Commissario per l’emergenza trova fondamento nello stato di eccezionalità in cui ci troviamo, dall’altro le ordinanze da loro emanate incidono sulla programmazione della prosecuzione in via ordinaria delle attività utili al contenimento della pandemia”.

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UE – LA MURA, MANTERO, NUGNES (GRUPPO MISTO): “IL GOVERNO PRENDA POSIZIONE SULLO STOP AL NUCLEARE E AL GAS IN TASSONOMIA”

“La tassonomia delle attività sostenibili in Europa rischia di essere un orpello se al suo interno rimarranno gas e nucleare”. Così si esprimono in nota i parlamentari del gruppo Misto, Virginia La Mura, Matteo Mantero e Paola Nugnes, che sul tema hanno presentato una mozione sottoscritta da un totale di 18 senatori. “Ci chiediamo cosa ancora stia aspettando il Governo italiano a manifestare nettamente la sua contrarietà alla decisione della Commissione. Avrebbe già potuto promuovere un’azione per lasciare fuori dalla tassonomia l’energia nucleare e il gas naturale, a fronte dell’unica motivazione valida ma purtroppo non rispettata, ossia che entrambe le fonti energetiche sono contrarie al rispetto del principio di ‘non arrecare un danno significativo’. Ma al di là di quello che è contenuto nel regolamento europeo, l’Italia dovrà astenersi da ogni iniziativa che consenta nuovamente l’impiego del nucleare nel nostro Paese, allontanando l’ipotesi che questo tipo di energia venga magari inserita nella revisione del PNIEC. Innanzitutto c’è l’esito di ben due referendum abrogativi da considerare e in particolare il problema dei rifiuti radioattivi ancora presenti su suolo nazionale, tra cui anche quelli di provenienza estera. Tra gli impegni della mozione abbiamo infatti chiesto che il governo apra presto un confronto con gli Stati Uniti sugli 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti dal reattore Elk River e da decenni conservati in un impianto lucano, perché vengano trasferiti in America, senza che l’Italia debba farsi carico del loro smaltimento”, spiegano i senatori che concludono: “Ci auguriamo che la realizzazione del Deposito nazionale e del Parco Tecnologico per l’eliminazione e lo stoccaggio di scarti nucleari proceda in maniera spedita, senza però invalidare in alcun modo la partecipazione pubblica al processo decisionale. Al contrario accumulare ritardi, non solo comporterebbe un aggravio dei costi sui cittadini in bolletta elettrica, ma esporrebbe il Paese a un futuro meno sicuro dal punto di vista ambientale”.

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LETTERA APERTA DEI PARLAMENTARI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO DRAGHI

 

 

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. dott. Mario Draghi,

Le sottoponiamo l’estrema preoccupazione per la situazione venutasi a creare sulla vicenda che riguarda la sede dello stabilimento di Napoli della Whirlpool.
La vicenda, dai contorni ben noti e ribadita nella Mozione 1-00499 approvata alla Camera all’unanimità il 20 luglio u. s., si è ulteriormente complicata a seguito dell’invio delle lettere di licenziamento per i lavoratori e le lavoratrici dell’impianto napoletano.
È dal 1° novembre 2020 che la multinazionale americana ha cessato la produzione nel sito di Napoli, decidendo di erogare gli stipendi fino al 31 dicembre per i 355 lavoratori, venendo meno ad impegni presi con il Governo. Infatti, l’accordo del 25 ottobre 2018, firmato da parti sociali e Governo, prevedeva di mantenere gli stabilimenti italiani (con circa 5 mila dipendenti) e, nel sito di Napoli, di investire per il triennio 2019-2021 circa 17 milioni di euro tra prodotto, processo, ricerca e sviluppo, confermando l’intenzione di Whirlpool di mantenere una presenza di alta qualità a Napoli, a fronte dell’utilizzo di ammortizzatori sociali e di sovvenzioni da parte delle istituzioni.
La dismissione del sito industriale di Napoli ha un impatto fortissimo per il Mezzogiorno e per la stessa città, attraversata, come il resto del Paese, da una grave crisi economica derivante dalle due ondate di COVID-19 che hanno determinato le inevitabili restrizioni che comportano drammatiche conseguenze economiche per migliaia di famiglie.
Inoltre, la chiusura dello stabilimento di Napoli porta come conseguenza la cancellazione di quasi mille occupati tra diretti e indiretti e risulta incomprensibile alla luce del fatto che il mercato degli elettrodomestici offre dati incoraggianti, come dimostrato dagli investimenti di Whirlpool e anche degli altri competitor come Candy ed Electrolux.
La decisione di chiudere il sito di Napoli aumenta inoltre il rischio concreto di un disimpegno del Gruppo in tutta Italia, sebbene gli indicatori di mercato siano positivi.
Nel corso degli scorsi mesi i lavoratori della Whirlpool di Napoli, insieme alle delegazioni dei lavoratori degli stabilimenti di tutta Italia e con la partecipazione di Parlamentari di molte forze politiche hanno manifestato affinché si trovi una soluzione che eviti la chiusura del sito.
Oggi non c’è più tempo e va individuata una soluzione necessaria per il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Napoli e per favorire la ricerca di una soluzione industriale che metta in sicurezza il futuro lavorativo di centinaia di famiglie, per di più in un’area del paese già fortemente colpita da processi di deindustrializzazione e con una presenza di molteplici sofferenze di carattere sociale.
Proprio per questi motivi chiediamo a Lei e ai Ministri competenti di intervenire, a partire dalla prossima riunione del 19 novembre presso il Mise, affinché si trovi una soluzione adeguata a questo vero e proprio dramma sociale, adottando tutte le iniziative opportune al fine di ridefinire il progetto di organizzazione che garantisca l’attuale presenza industriale sul territorio napoletano, con l’obiettivo di salvaguardare e incrementare i livelli occupazionali, sostenendo credibili progetti industriali per la rigenerazione economica e produttiva dello stabilimento industriale di Napoli.

Con osservanza,

Gianluca Cantalamessa
Vincenzo Carbone
Federico Conte
Valeria De Lorenzo
Piero De Luca
Loredana De Petris
Nicola Fratoianni
Gennaro Migliore
Paola Nugnes
Angelo Pentangelo
Vincenzo Presutto
Walter Rizzetto
Sandro Ruotolo
Paolo Siani
Gilda Sportiello
Lello Topo
Valeria Valente
Antonio Viscomi
Catello Vitiello

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RIGENERAZIONE URBANA – NUGNES (SI): “È IN ATTO UN’AZIONE DI SABOTAGGIO PER AGEVOLARE I PRIVATI”

“Dal cambio della maggioranza che sostiene il governo Draghi è in atto, tra le altre cose, una precisa azione di sabotaggio della legge sulla “rigenerazione urbana”, dichiara la senatrice di Sinistra Italiana Paola Nugnes.
La legge, che segue la “morte” della legge sul suolo dell’anno scorso è da mesi in discussione in commissione ambiente al senato. L’obiettivo è creare un nuovo fondo pubblico per agevolare progetti privati, sempre in nome dei soliti interessi predatori del liberismo.
“Faccio presente che stiamo parlando di un testo parlamentare, già votato all’unanimità in commissione mesi fa, che non dovrebbe essere condizionato da cambi di maggioranze governative, a mio modestissimo parere, ma che la maggioranza attuale vuole interamente sostituire con altro testo completamente diverso, sebbene la proposta elaborata da me e dall’altro relatore, il senatore Mirabelli, sia in perfetta coerenza con le parole che leggiamo in questi giorni sia nella proposta del piano per la transizione ecologica che nelle parole del ministro Cingolani in audizione sulla proposta, che anticipano al 2030 l’azzeramento del consumo di suolo netto, e non solo.
Le leggi regionali non hanno prodotto i risultati auspicati, visto che dai dati Ispra e dal piano suddetto, consumiamo in Italia ancora 2 mq di suolo al secondo; queste leggi vanno coordinate da legge nazionale cui si dovranno adeguare necessariamente. Abbiamo partecipato all’assemblea internazionale pre Cop26 alla Camera e parteciperemo a Glasgow alla Cop26, le parole spese devono trasformarsi in azioni. Non è più tempo di assecondare posizioni negazioniste.
A causa dello smog muoiono prematuramente 60mila persone ogni anno, per COVID-19 sono morte 89mila persone solo nel 2020.Attrezzare alla resilienza ai cambiamenti in atto i nostri territori è questione inderogabile e necessita di piani urbanistici pubblici rigorosi. Salvaguardare i centri storici da speculazione ulteriore che vuole solo generare nuova rendita e gentrificazione è un altro dei nostri obiettivi irrinunciabili. Ma questi obiettivi sono perseguibili solo ridando all’urbanistica la sua funzione pubblica e sociale a tutela del bene pubblico, scippatale dagli scellerati accordi di programma degli ultimi decenni.Questa deve essere una missione comune, fuori da ogni posizione di parte ed interesse particolare.”

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CACCIA – DE PETRIS (LEU): “BOCCIATO L’EMENDAMENTO A TUTELA DEGLI ANIMALI CHE FUGGONO DAGLI INCENDI. I SOLITI DIFENDONO GLI INTERESSI DI POCHI”

“È vergognoso che oggi, in commissione Ambiente, durante l’esame del decreto Incendi, sia stato bocciato l’emendamento volto a sospendere la caccia in caso di incendi come quelli che hanno flagellato il nostro Paese durante l’ultima estate. Emendamento che peraltro si limitava a intervenire solo nei Comuni interessati dagli eventi e in quelli limitrofi”.
Lo dichiara la capogruppo di Leu-Ecosolidali, Loredana De Petris, prima firmataria dell’emendamento, insieme al Senatore Maurizio Buccarella (Leu Ecosolidali), le senatrici Paola Nugnes e Virginia La Mura del Gruppo Misto e i senatori dei 5S che hanno votato a favore, mentre hanno espresso voto contrario tutto il Centrodestra, le Autonomie e Italia Viva. Astenuti i senatori del Pd.
“È grave che sia stato respinto, dopo quello che è accaduto questa estate, con più di 140 mila ettari andati a fuoco e 15 milioni di animali periti tra le fiamme. Come al solito, il Centrodestra con le Autonomie e Italia Viva si sono ricompattati contro gli animali, bocciando l’emendamento e addirittura anche l’ordine del giorno dimostrando così, ancora una volta, tutta la loro inaffidabilità. La sospensione è indispensabile per consentire agli animali, costretti a fuggire dalle fiamme di trovare protezione ed evitare che siano di nuovo sottoposti alla pressione dei cacciatori e poter quindi permettere la ricostituzione della fauna. Ancora una volta anche di fronte a tragedie gravi come quella degli incendi di questa estate, la lobby dei cacciatori ha avuto la meglio sugli interessi dell’ambiente, della biodiversità e degli animali”.

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RIFORMA GIUSTIZIA – LA MURA, NUGNES, SARLI, FATTORI: “LE CONDANNE PER DISASTRO AMBIENTALE A RISCHIO”

“Con la riforma della giustizia i criminali che avvelenano l’ambiente non saranno puniti! Una criticità dell’attuale testo che è inammissibile e che rischia di rendere vani i seppur pochi passi in avanti fatti finora dalla normativa relativa al disastro ambientale”, così le parlamentari Virginia La Mura (SI), Paola Nugnes (SI), Elena Fattori (SI) e Doriana Sarli (Misto).
“Infatti la riforma prevede tempi massimi per i processi d’appello (2 anni) e Cassazione (1 anno) con la possibilità di proroga (in appello di un anno, e in Cassazione di sei mesi) solo per alcuni reati gravi o processi particolarmente complessi. In caso di mancato rispetto dei termini, scatta l’improcedibilità e quindi il processo non andrà più avanti.
Tra i reati gravi vengono elencati quelli per terrorismo, eversione dell’ordinamento costituzionale, associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, violenza sessuale aggravata e traffico di stupefacenti.
Esclusi da suddetto elenco i reati ambientali che, come la storia italiana dimostra, necessitano di processi giudiziari lunghi e molto complessi. Nello specifico, abbiamo presentato prima alla Camera e ora al Senato, un ordine del giorno che impegna il Governo ad assicurare la proroga del termine del giudizio senza limiti di tempo per il reato di disastro ambientale, introdotto nel 2015 e previsto dall’art. 452 quater del Codice penale. La riforma Cartabia rischia di rendere del tutto inutile tale norma e di regalare l’impunità a chi distrugge territori avvelenando chi li abita. Va infatti ricordato che l’inquinamento ambientale non si ferma con l’avvio del processo come avviene ad esempio con i delitti che sono circoscritti nel tempo ed è quindi giusto non fissare limiti di tempo per i relativi processi”.

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LICENZIAMENTI – CONFERENZA STAMPA AL SENATO GIOVEDI’ 10 GIUGNO

Giovedì 10 giugno presso la sala Nassirya del Senato, su iniziativa della senatrice del gruppo Misto Paola Nugnes, si terrà una conferenza stampa sulla proroga del blocco dei licenziamenti e la garanzia del salario in vista della manifestazione nazionale a Roma del 19 giugno. Interverranno Mohamed Arafat, della SiCobas di Piacenza, Eduardo Sorge, del Movimento 7 novembre, Lorenzo Lang, del Fronte della Gioventù Comunista. Concluderà la senatrice Nugnes.

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COLOMBIA – PARLAMENTARI ITALIANI: “TRIBUNALE INTERNAZIONALE APRA UN PROCEDIMENTO PENALE CONTRO IL GOVERNO PER OMICIDI E ARRESTI ARBITRARI”

 

“Ogni giorno ci arriva una notizia più drammatica, un video più crudele e la disperazione delle famiglie dei giovanissimi che sono scomparsi e che probabilmente non torneranno mai più”. Abbiamo quindi ritenuto di dover fare qualcosa di fronte a questa catastrofe umanitaria”, afferma la senatrice del Gruppo Misto Paola Nugnes.

“Dopo che la ONG Fundacion Internacional de Derechos Humanos ha sollecitato il tribunale internazionale del’Aja per presunti crimini contro l’umanità, con alcuni altri Senatori e Deputati italiani, riportati in calce, abbiamo chiesto al tribunale internazionale un procedimento penale per accertare le responsabilità del caso. Dal 28 aprile la Colombia vive uno dei momenti più drammatici della sua storia. E l’ONU e la UE hanno richiamato più volte il governo colombiano invitando al dialogo, si legge nella lettera dei parlamentari italiani, ma sembra che nessuno abbia voglia di ascoltare. Al 27 maggio, secondo la ONG Temblores, ci sono stati 43 morti, 1445 arresti arbitrari, 22 violenze sessuali, 175 casi di sparatorie per mano della forza pubblica. Un quadro drammatico, una violazione palese dai diritti umani e civili. Assistiamo alla più grande documentazione virtuale di atti di violenza di ogni genere. Cittadini e attivisti per i diritti umani hanno fatto un grande lavoro di raccolta degli interventi violenti da parte della polizia e dei paramilitari. Su queste basi, sulle migliaia di prove e di discipline di casi documentari crediamo che la comunità internazionale debba intervenire, sia ristabilendo la pace, ma soprattutto punendo i responsabili”.

Senatori: Elena Fattori, Virginia La Mura, Matteo Mantero, Paola Nugnes.

Deputati: Jessica Costanzo, Guia Termini, Doriana Sarli.

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SCONTRI ROMA – PARLAMENTARI SI E GRUPPO MISTO: “TENSIONE CREATA DALLA MANCATA CONVOCAZIONE DI UN TAVOLO ISTITUZIONALE SULLA VERTENZA FEDEX. IL GOVERNO ACCOLGA LE LEGITTIME ISTANZE DEI LAVORATORI”

“Stamattina una manifestazione organizzata dal SI Cobas presso Montecitorio è sfociata in scontri che hanno portato al ferimento e al fermo di almeno 7 manifestanti. La manifestazione era stata convocata dopo oltre due mesi di ostinato silenzio del MISE sulla vertenza FedEx, cioè sulla chiusura dell’hub di Piacenza e sulle centinaia di posti di lavoro messi a repentaglio dalla multinazionale americana con il suo progetto di internalizzazione. Fin dal momento della chiusura unilaterale del sito di Piacenza, a fine marzo, il SI Cobas ha chiesto inutilmente un intervento immediato dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, al fine di aprire un tavolo istituzionale tra le parti. Sembra, al contrario, che il ministro Giorgetti abbia nelle scorse ore incontrato i vertici di FedEx e i lavoratori protestavano proprio contro un possibile accordo al di fuori dei tavoli di contrattazione”, dichiarano le senatrici Fattori e Nugnes (Sinistra italiana), La Mura (Gruppo Misto) e la deputata Sarli (Gruppo Misto).

“La situazione è resa ancora più grave e più tesa in seguito al minacciato colpo di spugna del governo sui subappalti, inserito nel dl Semplificazioni, che renderebbe legali forme di sfruttamento, di caporalato e di abusi nel settore degli appalti pubblici anche peggiori di quelle già esistenti. La natura di classe filo-padronale delle istituzioni ‘democratiche’, denunciano i lavoratori, non è mai apparsa tanto chiara come nel caso del governissimo di Mario Draghi. Ribadiamo e facciamo un appello al governo, affinché smorzi le tensioni con l’ascolto e l’accoglienza delle legittime istanze dei lavoratori e dei disoccupati, soprattutto in questo delicato momento storico in cui si trova il Paese a causa della grave crisi economica e sociale che colpisce le fasce più deboli e che altrimenti non potrà che peggiorare sino a sfuggire di mano”, concludono le parlamentari.

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PNRR – NUGNES (SI): “LE PROPOSTE DEI MINISTRI CINGOLANI E PATUANELLI RIPROPONGONO LOGICHE ANTICHE A VANTAGGIO DI POCHI”

“Le proposte dei ministri Cingolani e Patuanelli sul ritorno al nucleare e sul Sud sono impraticabili e vanno nella direzione sbagliata. Investire sul gas e sul nucleare invece che sulle rinnovabili e sull’idrogeno verde come sarebbe necessario è un passo nella direzione peggiore e va a tutto favore di pochi, in particolare delle multinazionali del fossile. Con queste scelte perderemo solo soldi, tempo ed energia e mancheremo l’obiettivo finale, ambizioso ma anche vicinissimo, della riduzione del 55% di CO2 nel 2030 rispetto al 1990”, afferma la senatrice di Sinistra italiana Paola Nugnes.

“Anche l’ipotesi di distogliere i fondi FERS del Sud per dirottarli verso il nord è un tentativo del ministero dell’Agricoltura di puntare ancora una volta tutto sul vecchio ‘triangolo industriale’ come traino dell’intero Paese. È un’idea antica, fallimentare e superata che tuttavia pervade l’intero Pnrr e risalta persino nelle parole della ministra Carfagna. È il segno che non stiamo affatto andando nella direzione giusta, come ripete la comunicazione mainstream ma, al contrario, stiamo andando a sbattere contro il muro di gomma dei vecchi interessi e delle solite fallimentari logiche del passato”, conclude la senatrice Nugnes.

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