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AGEA – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “CONFLITTO D’INTERESSI DEL DIRETTORE, AZIONISTA IN UNA SPA RICONDUCIBILE A COLDIRETTI”

“C’era un tassello che sfuggiva sia all’opinione pubblica sia agli addetti ai lavori, ma adesso è chiaro a tutti che il direttore di Agea non agiva con imparzialità e trasparenza. Gabriele Papa Pagliardini è infatti azionista dal 3 dicembre 2019 di AGRIREVI Spa, una società di revisione e certificazione di bilanci riconducibile direttamente a Coldiretti in quanto il suo presidente, Raffaele Grandolini, è consigliere delegato del CAA Coldiretti. Per fare chiarezza su questa eventuale incompatibilità ho presentato una interrogazione, firmata da numerosi senatori di diversi schieramenti, alla Ministra Bellanova”.

A dichiararlo è il Senatore De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, il quale ha presentato una interrogazione alla Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova in merito al presunto conflitto di interessi del direttore di AGEA. L’interrogazione è stata firmata anche dai senatori De Falco, Martelli, Giarrusso, Fantetti, Lonardo, Pacifico, Ruotolo, Saccone, Serafini, Cario, Buccarella, Trentacoste, Nugnes e Fattori.

Questo il link all’interrogazione: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1185347/index.html

“È questa la chiave di lettura che spiega il comportamento anomalo del direttore di AGEA, il quale ha sempre affermato di agire nel giusto e di non danneggiare nessuno di fronte all’ipotesi di vedere espulsi dal sistema dei CAA migliaia di professionisti, costringendoli invece ad andare tra le braccia dei CAA delle organizzazioni di categoria, tra cui il CAA Coldiretti. Alla Ministra avevamo già presentato numerosi atti di sindacato ispettivo. Ora spieghi con urgenza a tutto il Senato cosa succede nell’universo di AGEA, che non soltanto è l’agenzia preposta dal Ministero all’erogazione dei fondi comunitari in agricoltura, ma ha anche funzioni di vigilanza e controllo. Ma chi controlla il controllore? Chiediamo dunque alla Ministra Bellanova se non sia opportuno avviare la procedura di sospensione dell’incarico del direttore e della Convenzione CAA”.

 

 

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PANE – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “BELLANOVA SPIEGHI LE RAGIONI DELL’INCREMENTO DEL PREZZO E TUTELI LA FILIERA CEREALICOLA E DEI CONSUMATORI”

“In un momento di crisi economica così difficile per tutti non si capisce per quale motivo il prezzo del pane continui ad aumentare in modo sistematico, mentre l’andamento dei prezzi del grano duro si mantiene quasi sempre basso, addirittura inferiore a quello dello scorso anno. Mi auguro che la Ministra Bellanova riesca a spiegare le ragioni di questo incremento e intervenga al fine di tutelare non solo l’intera filiera cerealicola ma anche i consumatori di un prodotto di consumo primario”.

Lo ha dichiarato il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, in un’interrogazione al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali in cui denuncia il recente aumento del prezzo del pane, anche a Matera,  di 50 centesimi al chilo.

“Dal grano al pane il prezzo aumenta di quasi 15 volte soprattutto per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero. Secondo i dati dell’osservatorio prezzi c’è anche una forte variabilità di prezzi da una città all’altra, un’evidente dimostrazione che l’andamento del prezzo del pane dipende sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie speculative, favorite dalla mancanza di trasparenza. Ormai la situazione del grano italiano, stretto tra speculazioni di filiera ed importazioni fuori controllo e non più tollerabili, è “la punta dell’iceberg” delle difficoltà che deve affrontare l’agricoltura italiana. Il risultato è che gli agricoltori devono vendere ben 4 chili di grano per potersi pagare un caffè! E’ necessario e urgente garantire un giusto compenso agli agricoltori, senza pesare sui cittadini, realizzando al più presto la commissione unica nazionale per la trasparenza dei prezzi del grano duro e la valorizzazione dei primati del made in Italy, distinguendo il grano italiano da quello estero attraverso l’indicazione obbligatoria in etichetta. Solo così sarà assicurata la  sostenibilità della produzione in Italia e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”.

 

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CORONAVIRUS – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE AUMENTA LA FORBICE DI DISPARITA’ TRA NORD E SUD, AL MEZZOGIORNO SEMPRE E SOLO BRICIOLE”

 

“Cambiano gli orchestrali ma la musica è sempre la stessa: quando si tratta di distribuire risorse, al Mezzogiorno d’Italia vanno solo le briciole”. Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis del gruppo Misto che ha presentato un’interrogazione ai Ministri per il Sud e per la coesione territoriale, dell’interno e dell’economia e delle finanze, in cui denuncia i criteri adottati per la ripartizione ai comuni del “Fondo per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali”, elargito dallo Stato secondo il Dl Rilancio.

Queste risorse dovevano essere ripartite sulla base degli effetti dell’emergenza Covid-19, sui fabbisogni di spesa e sulle minori entrate, al netto delle minori spese. Invece così non è stato. Un esempio per tutti: a Verona sono andati 3 milioni di euro e a Messina, con pari abitanti, solo 50 mila euro. In merito al bonus sulle mense chiuse vi è un allegato del Ministero dell’interno con il riparto di 3 miliardi di euro fra tutti i comuni italiani più le unioni di comuni e le comunità montane. Un allegato in cui l’elenco comunale non segue alcun ordine logico. Inizia con Cinquefrondi, paese dell’Aspromonte e finisce con Trani, in Puglia. Il primo comune campano in lista è Benevento, preceduto da Agrigento e seguito da Thiesi, che è in provincia di Sassari. Insomma un ordine sparso che sembra fatto per non essere compreso. A definire i criteri per distribuire in modo appropriato i 3 miliardi di euro vi è un apposito tavolo tecnico presso il Ministero dell’economia e delle finanze con tre esperti nominati dagli enti locali, che ha prodotto  un documento di 40 pagine in cui in sostanza si afferma che le minori entrate (imposte, multe e così via) sono stimate in quasi 5 miliardi di euro mentre quanto alle minori spese per la “forte incertezza del contesto” non si considerano i risparmi nei servizi scolastici e nella raccolta dei rifiuti. A cambiare, con la “regola” dei servizi scolastici, è la distribuzione della somma fra i territori: il tempo pieno a scuola infatti è una delle disparità più accentuate in Italia. Nella primaria è una realtà per il 58% degli alunni del Lazio, il 57% del Piemonte, il 54% della Lombardia. Ma nel Mezzogiorno i valori si riducono alla metà se non a un quarto: in Campania il servizio è garantito solo al 22% degli iscritti, in Puglia al 19%, in Sicilia al 12%. Una vera vergogna nazionale che non andava certo corretta con il Fondo Covid da 3 miliardi. Inoltre, con la giustificazione dell’incertezza si è considerato inesistente il risparmio di spesa e come se non bastasse i comuni già beneficiati hanno pure ottenuto un secondo bonus, cioè il ristoro del mancato incasso del contributo delle famiglie, contributo per una spesa che con tutta evidenza non c’è stata. In definitiva, la concentrazione dei servizi al Centro-nord ha portato un doppio bonus alle aree già più ricche, riducendo il beneficio a disposizione di chi è indietro nei servizi. Chiedo quindi  al Governo quali iniziative, non più procrastinabili, intenda adottare perché questo indegno metodo di distribuire risorse, sempre a danno del Mezzogiorno d’Italia, non si ripeta più e se non ritenga utile dare attuazione a concrete misure in grado di evitare le sperequazioni e dirimere le disuguaglianze esistenti tra Centro, Nord e Sud del Paese”.

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GLIFOSATO – DE BONIS, DE FALCO, DE PETRIS, MARTELLI, NUGNES, CIAMPOLILLO, BUCCARELLA: “LA MOZIONE CATTANEO E’ STATA APPROVATA PER ERRORE. AUSPICHIAMO CHE L’INFORMAZIONE SUL TEMA SIA PRECISA E COMPLETA”

“L’aula di Palazzo Madama, dopo aver approvato la mozione contraria all’uso del glifosato presentata dai senatori De Bonis, De Falco, De Petris, Buccarella, Martelli, Nugnes e Ciampolillo, ha poi anche pilatescamente approvato la mozione favorevole al diserbante della senatrice a vita Cattaneo, con 89 a favore e 86 contrari. Tuttavia, quattro+ voti favorevoli erano stati espressi per errore, come è stato immediatamente fatto constatare a verbale dai senatori interessati. In sostanza, la mozione Cattaneo formalmente è stata approvata, ma politicamente il governo non può non tener conto del fatto che è stata in realtà respinta e che l’unica mozione approvata sia formalmente sia politicamente, con 222 voti a favore e uno solo contrario (quello della stessa senatrice Cattaneo), è quella contraria al glifosato. È bene quindi che gli organi di stampa ne prendano atto e diano una corretta informazione al pubblico. La questione del glifosato è troppo importante per generare confusione nei cittadini”.
 
Lo hanno dichiarato in una nota congiunta i senatori De Bonis, De Falco, De Petris, Buccarella, Martelli, Nugnes e Ciampolillo, firmatari della mozione sul glifosato che ha ottenuto ieri l’approvazione al Senato, e che chiede al governo di adottare precise misure, in ottemperanza al principio di precauzione comunitario, per monitorare e scoraggiare l’uso di questo diserbante, vietando inoltre la presenza di glifosato in tutte le stive di grano importato, anche se già sdoganato in altri porti europei, e intensificando contestualmente le attività di controllo e monitoraggio.

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AGRICOLTURA – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “UVA SENZA SEMI, VINO SENZA UVA…SUBITO MISURE DAL GOVERNO PER SALVARE MERCATO IL MADE IN PUGLIA GIA’ IN GINOCCHIO”

“Il settore agroalimentare pugliese delle uve e dei vini, già in ginocchio per la crisi post Covid, il maltempo, il traffico di vino adulterato e la carenza di un supporto adeguato da parte dello Stato alle aziende vitivinicole, sta per subire il colpo di grazia: l’arrivo dell’uva senza semi, importata dall’Olanda, che verrà immessa sottocosto nel mercato della grande distribuzione, senza il rispetto delle regole sulla concorrenza. I Ministri Bellanova e Amendola si attivino subito con misure concrete per bloccare l’ennesimo sopruso che creerà disoccupazione e un danno enorme alla nostra economia”.

E’ quanto chiede il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, in un’interrogazione ai Ministri delle politiche agricole, alimentari e forestali e per gli affari europei, in cui denuncia anche un altro aspetto inquietante appreso dalla stampa “un’ordinanza che ha chiuso le indagini partite un anno fa, che hanno portato alla luce un gigantesco traffico di vino adulterato prodotto per la maggior parte in Puglia. Infatti, dalla Megale Hellas di San Pietro Vernotico provenivano ogni anno milioni di bottiglie con etichette che ricordavano nomi famosi dell’enologia pugliese ma che, all’interno, contenevano una miscela ben congegnata di vino spagnolo scadente, contenente zucchero e additivi: un vero e proprio “liquido alcolico” indegno della definizione di “vino” “.

“Tra gli arrestati pare vi siano nomi noti, come un funzionario dell’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti) Domenico Barletta, che avrebbe agevolato gli imprenditori nelle pratiche, omettendo controlli e avvisando delle ispezioni e nomi della famiglia Botter, la cui azienda per volume di affari è la quarta in Italia, con 217 milioni di euro di fatturato (dati Mediobanca 2019)”.

“Per questi motivi, chiedo al governo quali misure sanzionatorie intenda adottare e se non ritenga necessario attivarsi affinché la Commissione Ue metta immediatamente a disposizione dell’Italia e degli altri Paesi membri strumenti finanziari reali per supportare le aziende del settore vitivinicolo, in particolare, delle filiere più corte. E’ necessario mitigare subito, prima che sia troppo tardi, le ripercussioni negative sulle produzioni locali e sui vini DOP e IGP. In particolare, servono strategie di intervento a supporto della loro commercializzazione, tutela e salvaguardia da contraffazione e concorrenza sleale. Le aziende agricole e agroalimentari non possono più aspettare e certamente non possono accettare dall’Europa solo briciole”.

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CRISI – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “LE NUOVE NORME UE SUL DEFAULT SONO UNO TSUNAMI PER LE AZIENDE GIA’ CON L’ACQUA ALLA GOLA, IL SISTEMA ECONOMICO RISCHIA IL COLLASSO”

“In questa fase così difficile che ci vede ancora alle prese con l’epidemia da Coronavirus, arriva da Bruxelles un vero e proprio tsunami per il nostro sistema economico: dal 1° gennaio 2021 chi non paga entro 90 giorni un arretrato, anche se è di modesta entità, finisce segnalato alla Centrale dei rischi, con la conseguenza che i creditori saranno molto meno propensi a concedere un finanziamento. Cosa intende fare il Governo per bloccare una tale sciagura?”.
Lo dichiara il senatore del gruppo Misto, Saverio De Bonis, che ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle Finanze, sottoscritta anche dai colleghi Sen. Lello Ciampolillo e Sen. Carlo Martelli, in merito alla notizia riportata dalla stampa online, di cui si chiede conferma.
“Le nuove regole europee di default che interessano le banche e che saranno applicate automaticamente ai cittadini privati ed alle piccole, medie e grandi imprese, porteranno rapidamente al collasso le nostre aziende, già gravemente colpite dalla crisi. Per questo, chiediamo al Ministro Gualtieri di attivarsi immediatamente affinché sia sospesa l’applicazione di tale normativa, al fine di evitare un rapido fallimento di migliaia di imprese in sofferenza, che già stentano a ricevere credito dalle banche e che, in questo modo, ne riceveranno ancora meno, con il rischio di indebitarsi presso gli usurai per il mancato pagamento di cifre irrisorie. Tra l’altro, la nozione di default, cosi come intesa dalla nuova normativa è contraria ai principi di diritto dello Stato italiano che disciplina il default come ‘incapacità di attendere a tutte le proprie obbligazioni’, in altri termini uno ‘stato prefallimentare’ e non il mancato pagamento di 100 o 500 euro, somme esigue, anzi irrilevanti. Le nuove regole europee ora quantificano il concetto di ‘rilevanza’, fissando la soglia oltre la quale l’impresa debba essere obbligatoriamente classificata in default. La banca sarà quindi tenuta a determinare l’inadempienza dell’azienda se la stessa sarà in arretrato di pagamento. In pratica si potrebbe verificare che molte aziende, semplicemente in sofferenza e non a rischio default, o saranno costrette a chiudere e a licenziare, oppure ad indebitarsi. Non si può accettare passivamente tutto questo”.
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CORONAVIRUS – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “LE AUTOPSIE AVREBBERO EVITATO LE TERAPIE SBAGLIATE, SPERANZA ORA FORNISCA I DATI REALI SUL NUMERO DEI DECESSI DA SARS-COV-2”

“In un periodo in cui il personale sanitario, soprattutto nella Regione Lombardia,  osservava turni al limite delle proprie possibilità fisiche e psicologiche, aver invitato a non procedere con gli esami autoptici, ed eventualmente a procedervi con notevoli restrizioni, non ha consentito di conoscere in tempi rapidi le vere cause dei decessi, né di poter praticare prima le terapie idonee, in totale contrasto con i protocolli attuati fino a quel momento e che determinavano il rapido peggioramento del quadro clinico dei malati”. E’ quanto denuncia il senatore del Gruppo Misto, Saverio De Bonis, in un’interrogazione in cui chiede al Ministro della Salute “di fornire ora, in base alle autopsie effettuate, i dati sul reale numero di decessi avvenuti a causa dell’infezione da Sars-CoV-2, oppure a causa di altre malattie. Voglio sapere se, a fronte dei 33.309 pazienti deceduti e risultati positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, al 18 giugno 2020, come riportato dall’infografica settimanale fornita dall’Istituto Superiore di Sanità, per il 4,2% che presentavano zero patologie pregresse, dei 3510 deceduti per i quali al 18 giugno 2020, sia stato possibile analizzare le cartelle cliniche, se sia stato effettuato esame autoptico ed eventualmente stabilito che la causa del decesso fosse attribuibile ad esito dell’infezione da SARS-CoV-2 ovvero altre cause. Solo oggi risulta essere stato definitivamente chiarito che gli esami post mortem erano consentiti, anche se a discrezione delle autorità giudiziarie e delle direzioni sanitarie, limitando l’esecuzione ai soli casi in cui fossero necessari per accertare la causa della morte o per fini di studio e approfondimento. Se si fosse praticata l’autopsia ai primi deceduti attribuiti alla malattia denominata Covid-19 si sarebbero evitati percorsi e rimedi sbagliati ed oggi, grazie alla svolta nelle conoscenze mediche, non si parlerebbe più né di rianimazioni e nemmeno di ventilazioni, che in questo caso si sono rivelate peggiorative del quadro clinico. Voglio sapere dal Ministro Speranza se, attualmente, per tutti i pazienti deceduti e dichiarati positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, si stia procedendo all’effettuazione dell’esame autoptico e, pertanto, conoscere il numero esatto tra questi, per i quali la causa del decesso sia con certezza attribuibile al solo ed esclusivo esito dell’infezione da SARS-CoV-2″.

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AGRICOLTURA – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “FONDAMENTALE L’APPROVAZIONE DEL MIO EMENDAMENTO SULLE RELAZIONI COMMERCIALI, MI APPELLO ALLE FORZE DI MAGGIORANZA”

“Nelle relazioni contrattuali esiste già una legge che vieta la vendita sottocosto, in particolare per i prodotti agricoli, peccato però che spesso non venga rispettata, ecco perché sono necessarie norme più puntuali e specifiche.  Per questo mi appello alle forze di Maggioranza affinché non perdano l’occasione di approvare l’emendamento volto a contrastare pratiche commerciali sleali, speculazioni e frodi, a tutela del principio della buona fede e della correttezza nella formazione dei prezzi, qualora questi siano palesemente al di sotto dei costi di produzione medi dei prodotti oggetto delle relazioni commerciali e delle cessioni da parte degli imprenditori agricoli. E’ importante, inoltre, che anche il Regolamento di funzionamento delle Commissioni uniche nazionali (CUN) preveda al suo interno il rispetto del divieto di vendita sottocosto.”

Lo dichiara il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, membro della commissione Agricoltura, in relazione al suo emendamento, presentato in commissione 9a, al ddl 1373, finalizzato all’effettivo rispetto del comma 2, dell’articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n.1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, della normativa antitrust e della recente normativa europea (direttiva (UE) 2019/633) in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare.

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UE – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “EVITARE IL TAGLIO DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI, CONTE GARANTISCA ADEGUATI INVESTIMENTI AL SUD”

“Per scongiurare che venga attuata da parte della Commissione europea una “rettifica finanziaria”, che equivarrebbe ad un taglio dei fondi europei strutturali, il Presidente del Consiglio deve attivarsi urgentemente varando misure volte a garantire un adeguato livello d’investimenti al Sud, così come da impegni presi con Bruxelles”.

Lo dichiara il senatore del Gruppo Misto Saverio De Bonis, che ha presentato in merito un’interrogazione al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. 

“A causa dell’emergenza Covid-19 , sono in arrivo, come ha riferito lo stesso Presidente Conte in Senato, cospicue somme di denaro, fondi che non devono essere distribuiti a pioggia a ogni categoria, ma devono servire per le riforme strutturali di natura economica: in primis far uscire il Sud dal ritardo di sviluppo. Questo è quello che l’Europa si attende. Ora si può e si deve fare al Sud l’Alta velocità ferroviaria, si possono collegare fra loro le città del Sud, si può ricucire il Sud al Nord lungo l’Adriatico, si può dare al Sud la banda larga su internet, si può convertire dal carbone l’Ilva di Taranto e così via, perché se tutto questo non si farà, non un euro arriverà all’Italia del recovery fund, riconosciuto come misura necessaria e a cui lavorare con urgenza per superare una crisi straordinaria. Occorre puntare su Napoli, Bari e Palermo oltre che su Milano, Treviso, Bologna, perché soltanto non lasciando il Sud vuoto e impoverito l’Italia potrà raggiungere e godere di un’economia reale florida. Serve, insomma una grande riqualificazione attraverso una visione di un’Italia unica e non scollegata tra il Nord ed il Sud. Un’idea di futuro italiano che, anche per l’Europa, si può, anzi si deve fare, avendo a disposizione anche dei fondi, oltre a quelli della proposta della Commissione europea su next generation EU e sul QFP 2021-2027, che altrimenti si perderebbero”.

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COVID-19 – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “PERCHE’ LA CURA SPERIMENTALE CON IL PLASMA IPERIMMUNE E’ STATA ASSEGNATA ALL’OSPEDALE DI PISA? IL MINISTRO SPERANZA CHIARISCA”

“Nonostante il successo ottenuto dagli ospedali di Mantova e Pavia nell’avvio, già nel mese di marzo, di un protocollo sperimentale per trattare i pazienti affetti da COVID-19 con il plasma iperimmune dei pazienti guariti, la  sperimentazione italiana della cura del coronavirus è stata assegnata a sorpresa all’azienda ospedaliero-universitaria di Pisa. Quali sono i motivi di questo ‘scippo’? Perché non si è puntato su chi è molto più avanti nella sperimentazione?”.

Lo chiede il Senatore del Gruppo Misto, Saverio De Bonis, in un’interrogazione indirizzata al Ministro della Salute in cui spiega bene come “Lo studio, condotto congiuntamente al policlinico San Matteo di Pavia, ha visto il coinvolgimento di varie strutture dell’ospedale di Mantova quali immunoematologia e medicina trasfusionale, pneumologia, medicina di laboratorio, malattie infettive. Attualmente è in corso l’analisi dei dati raccolti dagli specialisti nell’ambito del progetto e la successiva pubblicazione. Al servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del “Carlo Poma” di Mantova si è proceduto a pieno regime alla raccolta del plasma da pazienti guariti, con un ritmo di 6-7 prelievi al giorno. I decessi con questa terapia non si verificano più da qualche mese e il coronavirus sparisce dopo un trattamento che va dalle 2 alle 48 ore, eliminando ogni traccia di sintomo. Sono ormai un centinaio i pazienti dell’ospedale di Mantova curati con successo. Eppure, sulla pagina Facebook del regista e blogger Massimo Mazzucco si legge: ‘Qualcuno ha subito suggerito che Pisa non fosse affatto una scelta casuale, visto che è il feudo del virologo Lo Palco. In altre parole, si voleva togliere a De Donno il controllo della sperimentazione, per assegnarlo ad un altro ospedale’. Mazzucco riferisce di ‘un’ipotesi molto più complessa, che tira in ballo la famiglia Marcucci. Si tratta di un’azienda fondata nel 2001 e specializzata in produzione e distribuzione di prodotti medicinali derivati da plasma umano. Dal momento che adesso l’amministratore delegato è Paolo Marcucci, chiedo al Ministro Speranza se non vi possano essere eventuali conflitti di interessi”.  

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