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SINISTRA – ECOLOGISTI SI: “IL PERCORSO SI È ESAURITO. ORA SI DEVE INVESTIRE SUL CAMPO LARGO”

Con una lettera pubblicata oggi dal “manifesto”, Paolo Cento, dirigente di Sinistra italiana, dichiara “esaurito il percorso di Si, che appare inadeguato alla sfida di costruzione di un soggetto radicale unitario, ecologista e di sinistra”.

Nella lettera, che riflette le posizioni di altri dirigenti o ex dirigenti di Si come la presidente del gruppo Misto del Senato Loredana De Petris, che insieme al senatore Francesco Laforgia e al deputato Luca Pastorino ha dato vita alla piattaforma di discussione “Italia Verde e Giusta”, Cento indica invece la necessità di “investire su un campo largo, plurale, democratico e progressista” a partire dalle esperienze di una nuova generazione di ecologisti con ruoli di rilievo nelle amministrazioni locali come Elly Schlein e Amedeo Ciaccheri. Vengono poi salutate come positive e importanti sia l’adesione del sindaco di Milano Sala alla Carta dei valori dei Verdi europei sia la scelta di appartenenza al fronte progressista di Giuseppe Conte e del M5S. Per Cento: “È evidente che il Pd da solo non ce la fa e anche nella prospettiva di un accordo con il M5S rimane aperto un vasto spazio. Sono convinto che tornare in campo aperto, considerando esauriti i percorsi delle frammentate forze della sinistra e degli ecologisti, possa darci ancora una volta una possibilità”.

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REFERENDUM CACCIA – SARLI (MISTO) E LA MURA (SI): “FERMIAMO QUESTA BARBARIE”

 

Doriana Sarli (Misto) e Virginia La Mura (SI) hanno presentato un’interrogazione parlamentare, sottoscritta anche da altri deputati e senatori, indirizzata ai Ministri della Transizione Ecologica e della Giustizia. “Nell’interrogazione abbiamo riferito di un episodio recente avvenuto nelle Marche che ha visto protagonisti Birillo, un cane dei Pirenei di soli sei mesi, e Duna, un pastore dell’Asia Centrale, sparati da cacciatori entrati all’interno del terreno del proprietario dei cani che, infastiditi dal loro abbaiare che spaventava la fauna selvatica, avrebbero fatto fuoco. Inoltre, uno dei cacciatori ha ferito, fratturandogli una costola e perforandogli un timpano, il proprietario dei cani, sopraggiunto per capire cosa fosse accaduto. Ed ecco la vera faccia della caccia: violenza senza fine contro tutti. Una barbarie cui dobbiamo dire basta. Il Codice civile consente, entro certi limiti, l’accesso nei fondi per l’esercizio della caccia, seppure negli ultimi anni sono stati presentati diversi ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo da parte di agricoltori italiani per impedire l’attività di caccia nei loro fondi. L’interrogazione è volta dunque a chiedere se i ministri intendano adottare iniziative normative per far sì che il proprietario del fondo agricolo debba esprimere il consenso per l’accesso dei cacciatori”. Sarli e La Mura hanno partecipato inoltre alla conferenza stampa indetta dal Comitato del referendum per abolire la caccia stamane all’ingresso di Palazzo Montecitorio per protestare contro alcuni Comuni che hanno consegnato i certificati elettorali dei firmatari del referendum in estremo ritardo mettendo a rischio la validità dello stesso. “Un vero e proprio boicottaggio ad opera di pochi Comuni che hanno consegnato con ritardo o ancora devono consegnare la documentazione necessaria. Un problema di pochi Comuni che però ricade su tutta la cittadinanza italiana inficiando un diritto costituzionale che deve essere garantito. Parliamo della validità di circa 20mila firme su oltre 500mila raccolte. Siamo vicine al Comitato promotore del referendum e con tutti gli altri parlamentari vicini alla causa andremo avanti affinché i diritti degli italiani siano rispettati”.

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RIGENERAZIONE URBANA – NUGNES (SI): “È IN ATTO UN’AZIONE DI SABOTAGGIO PER AGEVOLARE I PRIVATI”

“Dal cambio della maggioranza che sostiene il governo Draghi è in atto, tra le altre cose, una precisa azione di sabotaggio della legge sulla “rigenerazione urbana”, dichiara la senatrice di Sinistra Italiana Paola Nugnes.
La legge, che segue la “morte” della legge sul suolo dell’anno scorso è da mesi in discussione in commissione ambiente al senato. L’obiettivo è creare un nuovo fondo pubblico per agevolare progetti privati, sempre in nome dei soliti interessi predatori del liberismo.
“Faccio presente che stiamo parlando di un testo parlamentare, già votato all’unanimità in commissione mesi fa, che non dovrebbe essere condizionato da cambi di maggioranze governative, a mio modestissimo parere, ma che la maggioranza attuale vuole interamente sostituire con altro testo completamente diverso, sebbene la proposta elaborata da me e dall’altro relatore, il senatore Mirabelli, sia in perfetta coerenza con le parole che leggiamo in questi giorni sia nella proposta del piano per la transizione ecologica che nelle parole del ministro Cingolani in audizione sulla proposta, che anticipano al 2030 l’azzeramento del consumo di suolo netto, e non solo.
Le leggi regionali non hanno prodotto i risultati auspicati, visto che dai dati Ispra e dal piano suddetto, consumiamo in Italia ancora 2 mq di suolo al secondo; queste leggi vanno coordinate da legge nazionale cui si dovranno adeguare necessariamente. Abbiamo partecipato all’assemblea internazionale pre Cop26 alla Camera e parteciperemo a Glasgow alla Cop26, le parole spese devono trasformarsi in azioni. Non è più tempo di assecondare posizioni negazioniste.
A causa dello smog muoiono prematuramente 60mila persone ogni anno, per COVID-19 sono morte 89mila persone solo nel 2020.Attrezzare alla resilienza ai cambiamenti in atto i nostri territori è questione inderogabile e necessita di piani urbanistici pubblici rigorosi. Salvaguardare i centri storici da speculazione ulteriore che vuole solo generare nuova rendita e gentrificazione è un altro dei nostri obiettivi irrinunciabili. Ma questi obiettivi sono perseguibili solo ridando all’urbanistica la sua funzione pubblica e sociale a tutela del bene pubblico, scippatale dagli scellerati accordi di programma degli ultimi decenni.Questa deve essere una missione comune, fuori da ogni posizione di parte ed interesse particolare.”

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AMBIENTE – VIRGINIA LA MURA (SI): “APPROVARE LA LEGGE SALVAMARE”

“Il mondo del mare unito per chiedere l’approvazione della legge SalvaMare mi emoziona e riempie d’orgoglio. Ieri il mondo delle associazioni, a partire da Marevivo che ringrazio, armatori, nautica, porti, costruttori navali, pesca, vela e così via ha chiesto con un video-appello che sia immediatamente approvata la SalvaMare di cui sono relatrice, ferma in Senato e in attesa che sia calendarizzata. A tal proposito ho inviato una lettera alla presidente Casellati affinché si impegni a far in modo che la legge riprenda velocemente il proprio iter. La SalvaMare è un provvedimento importantissimo, in linea con gli obiettivi del Green Deal e della transizione ecologica, che promuove l’economia circolare e la tutela ambientale consentendo ai pescatori di portare a terra i rifiuti raccolti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune senza il rischio di incorrere in sanzioni”.

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REFERENDUM CACCIA – VIRGINIA LA MURA (SI): “COMUNI IN RITARDO, SI PROROGHI LA SCADENZA”

“Il referendum contro la caccia ha abbondantemente superato la soglia delle 500mila firme. Purtroppo però, come d’altronde già accaduto per il referendum relativo alla cannabis, si registrano ritardi burocratici da parte dei Comuni per la certificazione delle firme raccolte. È bene ricordare che i Comuni hanno l’obbligo di consegnare i certificati elettorali dei firmatari entro 48 ore dalla richiesta del comitato promotore, cosa non avvenuta. Il Governo per il referendum sulla cannabis ha già adottato una norma che consente la proroga dei termini, per questo ho chiesto alla Ministra Cartabia di dare la possibilità di depositare le certificazioni necessarie all’indizione del referendum contro la caccia entro il 15 novembre, posticipando dunque la data prevista”.

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DL INCENDI – VIRGINIA LA MURA: “IL DECRETO CANCELLA LA NECESSARIA AUTONOMIA DELL’INGV”

“Il decreto Incendi rischia di ledere l’autonomia dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sottoponendolo ad un controllo formale del Dipartimento di Protezione civile. A tal proposito ho presentato un emendamento per eliminare tale previsione”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (SI). “Dopo gli incendi che hanno devastato l’Italia la scorsa estate è giusto rafforzare le azioni di prevenzione degli incendi boschivi e migliorare le capacità di lotta attiva agli incendi ed è questo lo scopo che deve avere il decreto, non certo quello di andare a impattare sull’autonomia scientifica delle attività dell’INGV, fondamentali tra l’altro per la valutazione dei rischi e della pericolosità delle aree boschive e degli interventi che si vogliono attuare. Per di più, l’articolo in questione modifica una precedente legge, la n. 106 di quest’anno, che aveva già modificato il rapporto tra l’INGV e il Dipartimento della protezione civile eliminando il regime di convenzione e introducendo quello di coordinamento. Perché tornare di nuovo indietro?”.

 

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AMBIENTE – VIRGINIA LA MURA (SI): “SUL MARE L’ITALIA SIA UN PUNTO DI RIFERIMENTO IN EUROPA”

“L’Italia, con i suoi oltre 8mila chilometri di costa, deve assumere un ruolo centrale nel Mediterraneo, e auspico diventi punto di riferimento in Europa per quanto concerne i settori del mare per preservare gli ecosistemi naturali, contrastare il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, nell’ambito della pianificazione dello spazio marittimo, che, tuttavia, ad oggi risulta gravemente carente”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (SI) intervenendo a Napoli presso l’Università Parthenope per il Workshop “Verso una visione 4-D dell’oceano: sinergie e integrazione delle iniziative italiane” dalla Joint Research Unit (JRU) EMSO–Italia, la rete che riunisce i principali enti e università italiane di ricerca marina. “Un primo importante passo avanti è stato fatto quando, con esponenti del mondo accademico e delle associazione, sono riuscita ad ottenere 400 milioni di euro per il restauro e la tutela dei fondali marini e degli habitat marini nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, anche attraverso l’assunzione di nuovi ricercatori, consentirà un monitoraggio marino integrato per il raggiungimento del buono stato ecologico e il sostegno alla pianificazione marittima. Ma la fase operativa sarà quella del ‘Rafforzamento del sistema di ricerca nazionale per l’osservazione per gli ecosistemi marini e costieri’. Per ottenere risultati adeguati alle Strategie dell’UE per la biodiversità entro il 2030 e di adattamento ai cambiamenti climatici, nonché con le più recenti indicazioni europee per l’economia blu sostenibile servono nuove infrastrutture per le osservazioni del mare profondo come, per esempio, la disponibilità di nuove navi da ricerca tecnologicamente adeguate alle nuove esigenze scientifiche e tecnologiche ponendo l’Italia al pari dei grandi paesi europei. La fase storica che viviamo, e tutti i provvedimenti normativi in corso di approvazione, rendono questo periodo estremamente delicato. È necessario porre la massima attenzione per scongiurare il rischio di rendere impossibile uno sviluppo blu integrato ed ecosostenibile. Allo stesso tempo si rende necessario che la ricerca italiana del settore marino si presenti in Europa chiara, univoca e forte manifestando necessità e problematiche. Che tutti i soggetti coinvolti si mostrino come fronte compatto al servizio di ministeri, industria, enti locali. È in questa direzione che dobbiamo lavorare”.

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NADEF – VIRGINIA LA MURA: “MI ASTENGO DAL VOTO, C’È IL RISCHIO DI GREENWASHING GOVERNATIVO”

“Bene che il documento rilevi che la politica resterà espansiva fino a quando il PIL e l’occupazione avranno recuperato non solo la crisi, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019, condizioni che secondo il documento saranno soddisfatte dal 2024, sebbene secondo la Corte dei Conti tali previsioni potrebbero essere fin troppo ottimistiche”. Lo ha dichiarato in Senato Virginia La Mura (SI). “L’economia italiana sarà certamente favorita anche dal PNRR quale occasione per il rilancio in chiave di sostenibilità ambientale e sociale, come sottolineato anche dalla terza raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea, anche se il PNRR presenta importanti criticità, che ho a suo tempo evidenziato. Bene che venga evidenziato che le entrate derivanti dalla revisione delle imposte ambientali e la riforma dei sussidi ambientalmente dannosi andranno utilizzate per ridurre altri oneri a carico dei settori produttivi, ma si dovrebbe specificare attività produttive ecosostenibili, secondo il regolamento tassonomia e il principio “non arrecare un danno significativo. Bene anche gli investimenti verso ricerca, innovazione e istruzione.
Inoltre, nel documento si tratta il tema della valutazione dell’impatto ambientale dei progetti ricompresi nel PNRR e nel PNIEC. Attenzione però, perché in questo caso un conto è l’ottimizzazione degli iter amministrativi, un conto è ad esempio dire che il parere della soprintendenza è non vincolante, ad esempio come è avvenuto nel testo dell’atto di governo di recepimento della direttiva sulla promozione dell’uso delle rinnovabili. Sempre in tema di semplificazione, ricordo anche che è grave che sia stato rimandata ad almeno un anno l’adozione della pianificazione delle attività marittime, mentre si va avanti con il PITESAI che dà il via alla ricerca e prospezione di idrocarburi lungo le coste e nelle aree protette. Il rischio, come manifestato anche dalle proteste dei giovani, è che tutte queste intenzioni e tutte queste misure si traducano poi in greenwashing governativo, far vedere che si presta attenzione alle tematiche ambientali, ma in realtà poi nulla o ben poco cambia! Investire sul gas è, ad esempio, un azzardo, che rischia di compromettere la transizione ecologica. Se, infine, ritengo positivo che la Nadef sottolinei la particolare importanza alla mobilità sostenibile e integrata di persone e merci e che gli investimenti pubblici dovranno contribuire a rendere il sistema infrastrutturale italiano più moderno e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione del sistema energetico, non è tollerabile che sia stato aggiunto all’ultimo tra i DDL Collegati alla prossima legge di bilancio, un ulteriore disegno di legge recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, comma 3 della Costituzione”. Questo disegno di legge riguarda l’ambiente perché tra le materie in cui si possono riconoscere ulteriori forme di autonomia c’è l’ambiente, e, più nel dettaglio “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”. E sul ruolo delle regioni ha già inciso la riforma Cartabia, prevedendo il concerto con il Ministero per gli affari regionali e le autonomie e il parere della Conferenza unificata, senza poi considerare l’improcedibilità per i giudizi di impugnazione. Concludendo, mi asterrò dal voto perché sebbene riscontri iniziative positive all’interno della Nota, non è stato dato al Parlamento il tempo per poterne approfondire i dettagli e fornire contributi per migliorare il testo. Viviamo un periodo delicato e cruciale, le misure finanziarie, soprattutto in tema ambientale, devono essere concrete e ben orientate, ce lo stanno chiedendo i giovani cui stiamo lasciando un mondo che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza”.

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DIRETTIVA RINNOVABILI – VIRGINIA LA MURA (SI): “IL GOVERNO DÀ LA PRIORITÀ ALLE FONTI FOSSILI E DIMENTICA LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ”

“Il testo del Governo per recepire nel nostro Paese la direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili presenta gravissime criticità che vanno nella direzione opposta a quella richiesta dall’UE e a tal proposito ho presentato osservazioni dettagliate utili a risolvere tali problematiche”, così la Senatrice in Commissione Ambiente Virginia La Mura (SI).
“Innanzitutto, il Governo non adotta un Piano di gestione dello spazio marittimo, cosa che avrebbe dovuto fare entro il 31 marzo scorso. Il piano è utile anche a indicare aree marine da tutelare. Invece, a breve sarà approvato il PiTESAI, con lo scopo di individuare le aree dove sarà possibile svolgere o continuare a svolgere le attività di ricerca, prospezione e coltivazione degli idrocarburi. Insomma, prima il Governo individua le aree dedicate alle fonti fossili e solo dopo si preoccupa di individuare quelle da tutelare. Peccato che se si inizierà a trivellare in un’area da tutelare, certamente non sarà più possibile proteggerla! E tutto questo in spregio a quanto previsto dalle direttive UE. Intanto, il Governo prevede anche che, nelle more dell’adozione del Piano di gestione dello spazio marittimo, sono idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile off-shore le piattaforme petrolifere in disuso e l’area distante due miglia nautiche da ciascuna di esse, oltre ai porti per gli impianti eolici. Per di più rendendo non vincolante il parere dell’autorità paesaggistica e riducendo i tempi per il rilascio delle autorizzazioni. Tutto ciò deve essere eliminato dal testo del Governo, altrimenti l’Italia rischierà un’ennesima procedura di infrazione. Come molto spesso accade, il Governo manca di una visione di insieme che promuova la coesistenza di tutte le attività relative al mare garantendo il buono stato ecologico delle acque marine, con il rischio di compromettere definitivamente alcuni settori economici, con le conseguenti ripercussioni sociali, di devastare interi territori e perdere l’occasione di assumere un ruolo centrale nel Mediterraneo e in Europa negli anni a venire”.

6/10/2021

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DIRETTIVA PLASTICHE MONOUSO – VIRGINIA LA MURA: “L’ITALIA RISCHIA UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE CON QUESTO TESTO DEL GOVERNO”

“Il testo del governo per recepire in Italia la direttiva europea (2019/904) per ridurre l’incidenza di prodotti in plastica monouso sull’ambiente non coglie tutte le prescrizioni che l’Europa richiede, risultando debole e poco incisivo. Per questo ho presentato alcune osservazioni che intendono risolvere le criticità riscontrate”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (SI).
“Il primo problema che salta all’occhio è proprio quello sulla definizione di plastiche. Infatti l’atto del governo esclude da tale definizione materiali quali vernici, inchiostri, adesivi nonché rivestimenti in plastica aventi un peso inferiore al 10 per cento rispetto al peso totale del prodotto. In realtà però la direttiva non fa alcuna differenza sul contenuto in plastica dei prodotti, ma definisce plastica qualsiasi materiale composto da un polimero. Se passasse tale versione, le aziende inizierebbero a produrre materiali misti che creano problemi in sede di riciclo.
Infine, non solo il testo di recepimento della direttiva non presenta una definizione quantitativa dell’obiettivo di riduzione che invece è elemento essenziale per comprendere se la riduzione del consumo che si intende conseguire è ambiziosa e duratura, ma le sanzioni previste risultano troppo blande rispetto ai danni ambientali derivanti dalle violazioni. Tali criticità non solo espongono l’Italia al rischio di una procedura di infrazione, ma possono compromettere lo sviluppo di un modello di business in linea con gli obiettivi europei con conseguente perdita di competitività delle imprese italiane sul mercato UE”.

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