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TAV – DE PETRIS (LeU): “CONTE HA SPIEGATO PERCHE’ SI TRATTA DI UN’OPERA INUTILE E DANNOSA. ORA SI ASSUMA LA RESPONSABILITA’ DI FERMARLA”

 

“Il presidente del Consiglio ha esposto chiaramente i motivi per cui la Tav è un’opera inutile, dannosa e follemente costosa, riconoscendo che quanto sostiene da anni il movimento no Tav è del tutto giusto e fondato. Sarebbe di conseguenza doveroso trarre le conseguenze di questa analisi e assumersi la responsabilità di bloccare un’opera, il cui bilancio non potrà che diventare col tempo, come lo stesso Conte ha fatto capire, sempre più negativo. Invece il premier, dopo aver spiegato perché quell’opera dovrebbe essere fermata una volta per tutte, cerca di nuovo una scappatoia evitando di dire una parola chiara e definitiva. E’ ora che questa farsa finisca. Sulla base di quanto autorevolmente affermato da Giuseppe Conte, il progetto Tav deve essere immediatamente cancellato”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris commentando le dichiarazioni del premier sulla Tav.

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TAV – DE PETRIS. DICHIARAZIONE DI VOTO SULLE MOZIONI E L’ODG

Signor Presidente, annuncio il voto contrario su tutte le mozioni e ovviamente il voto favorevole sull’ordine del giorno che abbiamo presentato. Il Sottosegretario auspica che si vada poi nella direzione indicata dal mio ordine del giorno, ma nel frattempo la mozione di maggioranza ancora una volta cerca di non decidere e di prendere tempo. Siamo arrivati a un punto – lo sapete perfettamente – per cui non è più possibile rinviare la decisione politica. I dati sono chiari e su questo mi permetterò di dire ancora alcune cose, ma è evidente a tutti che non si può pensare o illudersi di riuscire a tirare a campare, facendo partire le gare per poi magari revocarle, fino alle elezioni europee. Questo – lo dico dal punto di vista politico e mi rivolgo anche ai colleghi del Movimento 5 Stelle – non può continuare ad essere il modo di condurre e di non assumere le decisioni. La decisione politica, in questo caso, sulla TAV non solo non è più rinviabile, ma è ancora una decisione politica. Lo abbiamo ribadito varie volte e sono passati venti, trent’anni, abbiamo gli studi, le posizioni da questo punto di vista sono chiare, per quanto ci riguarda sono chiarissime. La valutazione costi-benefici l’abbiamo fatta da moltissimo tempo e, per cominciare a leggere i dati di cui disponiamo nello scenario di quello che accade nel commercio internazionale, noi sappiamo che questa opera rischia di essere un’opera non solo non prioritaria, ma che certamente, così come è stata concepita, sarà astrusa rispetto ad una decisione per quanto riguarda il piano generale dei trasporti e della logistica e rispetto ad una programmazione seria del futuro da parte del nostro Paese. Si rischia di fare un buco non solo nella montagna ma, ancora una volta, anche nei conti pubblici. Il famoso finanziamento dell’Unione europea – ricordiamocelo bene – riguarda soltanto la tratta transfrontaliera e non tutto il resto, che ovviamente è necessario a valle e dopo il buco nella montagna stessa.

Dico anche un’altra cosa: ho sentito molti interventi che richiamavano alla responsabilità le future generazioni, e proprio di questo voglio parlare. Mi dispiace, per esempio, che il nuovo segretario del Partito Democratico, come primo atto, sia andato a sponsorizzare il TAV e abbia annunciato contemporaneamente anche la partecipazione alla marcia per il clima il 15 marzo. I ragazzi che il 15 marzo faranno sciopero per richiamare tutti i governanti e i decisori politici alle proprie responsabilità per quanto riguarda l’attuazione degli accordi di Parigi – e quindi per il loro futuro – hanno risposto con chiarezza anche a quella presa di posizione. Il futuro dei nostri figli riguarda il fatto che finalmente, senza averlo fatto per anni, ci assumiamo sulle nostre spalle la decisione di un cambio di rotta, che però significa conversione ecologica dell’economia – lo dico con chiarezza in quest’Aula – e non la prosecuzione di un modello di sviluppo che non ci ha portato da nessuna parte, dopo aver messo al centro le grandi opere, senza peraltro neanche riuscire a realizzarle, e ha lasciato a se stesse le infrastrutture prioritarie.

Leggetevi i dati, non è un problema di contrapposizione tra gli investimenti per i pendolari e il trasporto pubblico locale, ma di come vengono collocate le risorse e di quale futuro si vuole disegnare, non solo per il trasporto, ma per questo Paese.

In questi anni di crisi, in cui abbiamo visto pochi posti di lavoro, le misure anticicliche che hanno funzionato sono state quelle che hanno privilegiato le opere che facevano bene al territorio, davano benessere e facevano lavorare le piccole imprese e l’economia locale. Questo è il futuro che dovremmo immaginare: quello della generazione nostra e dei nostri figli non è appeso a un tunnel di 56 chilometri, ma alla capacità di programmare e investire e di attuare una riconversione ecologica vera dei trasporti, dei consumi e del modo di concepire, sanare e curare il territorio.

Pertanto, coloro che adesso si sono svegliati tutti ecologisti, pensando che quell’investimento alla fine sia la prova della sostenibilità, si sbagliano: a nostro avviso, è esattamente il contrario, e vorrei soltanto richiamarvi a questo.

Oggi però è arrivato il momento di scegliere anche da quale parte andare, verso quale modello di sviluppo e quali investimenti per il nostro territorio e il nostro Paese. Servono razionalità e programmazione: altro che corridoi, quell’investimento sul TAV è fuori da una seria programmazione e una seria decisione per spostare drasticamente il trasporto delle merci dalla gomma al ferro, cosa che non è avvenuta. Andatevi a leggere sul sito del Ministero dell’ambiente – non di quello attuale, ma di quello precedente, in cui il dato era già presente – l’elenco dei 16 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi, gran parte dei quali va a foraggiare il trasporto su gomma e l’autotrasporto, quindi esattamente il contrario di quello che oggi i fautori del TAV vorrebbero venire qui a raccontarci.

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TAV – DE PETRIS (LeU): “NON C’ERA BISOGNO DI COMMISSIONI PER SAPERE CHE E’ UN’OPERA INUTILE E DANNOSA”

“Non c’era bisogno delle consulenze e delle analisi commissionate dal governo per sapere che la Tav è un’opera poco utile e molto dannosa, sulla quale molti si impuntano non per razionalità ma per difendere una bandiera. Del resto non è mica un caso se in decenni la Tav ha fatto così pochi passi avanti”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.

“Di opere questo Paese ha bisogno, ma di opere utili per i cittadini. Per esempio Salvini, dopo aver vinto le elezioni, potrebbe preoccuparsi dei pendolari dell’Abruzzo e investire i miliardi che dovrebbero essere sprecati per la tratta Torino-Lione in linee ferroviarie in grado di rendere i loro spostamenti meno drammatici, lunghi e difficoltosi. Non capisco poi il discorso sui posti di lavoro che senza la Tav andrebbero persi, ripetuto ogni giorno dal presidente di Confindustria Boccia. Investire in opere infrastrutturali utili non significherebbe anche posti di lavoro? Insistono solo sulla Tav perché hanno una passione per i tunnel o per calcoli meno infantili e innocenti?”.

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