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CACCIA – DE PETRIS (LEU): “BOCCIATO L’EMENDAMENTO A TUTELA DEGLI ANIMALI CHE FUGGONO DAGLI INCENDI. I SOLITI DIFENDONO GLI INTERESSI DI POCHI”

“È vergognoso che oggi, in commissione Ambiente, durante l’esame del decreto Incendi, sia stato bocciato l’emendamento volto a sospendere la caccia in caso di incendi come quelli che hanno flagellato il nostro Paese durante l’ultima estate. Emendamento che peraltro si limitava a intervenire solo nei Comuni interessati dagli eventi e in quelli limitrofi”.
Lo dichiara la capogruppo di Leu-Ecosolidali, Loredana De Petris, prima firmataria dell’emendamento, insieme al Senatore Maurizio Buccarella (Leu Ecosolidali), le senatrici Paola Nugnes e Virginia La Mura del Gruppo Misto e i senatori dei 5S che hanno votato a favore, mentre hanno espresso voto contrario tutto il Centrodestra, le Autonomie e Italia Viva. Astenuti i senatori del Pd.
“È grave che sia stato respinto, dopo quello che è accaduto questa estate, con più di 140 mila ettari andati a fuoco e 15 milioni di animali periti tra le fiamme. Come al solito, il Centrodestra con le Autonomie e Italia Viva si sono ricompattati contro gli animali, bocciando l’emendamento e addirittura anche l’ordine del giorno dimostrando così, ancora una volta, tutta la loro inaffidabilità. La sospensione è indispensabile per consentire agli animali, costretti a fuggire dalle fiamme di trovare protezione ed evitare che siano di nuovo sottoposti alla pressione dei cacciatori e poter quindi permettere la ricostituzione della fauna. Ancora una volta anche di fronte a tragedie gravi come quella degli incendi di questa estate, la lobby dei cacciatori ha avuto la meglio sugli interessi dell’ambiente, della biodiversità e degli animali”.

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AMBIENTE – VIRGINIA LA MURA (SI): “APPROVARE LA LEGGE SALVAMARE”

“Il mondo del mare unito per chiedere l’approvazione della legge SalvaMare mi emoziona e riempie d’orgoglio. Ieri il mondo delle associazioni, a partire da Marevivo che ringrazio, armatori, nautica, porti, costruttori navali, pesca, vela e così via ha chiesto con un video-appello che sia immediatamente approvata la SalvaMare di cui sono relatrice, ferma in Senato e in attesa che sia calendarizzata. A tal proposito ho inviato una lettera alla presidente Casellati affinché si impegni a far in modo che la legge riprenda velocemente il proprio iter. La SalvaMare è un provvedimento importantissimo, in linea con gli obiettivi del Green Deal e della transizione ecologica, che promuove l’economia circolare e la tutela ambientale consentendo ai pescatori di portare a terra i rifiuti raccolti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune senza il rischio di incorrere in sanzioni”.

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REFERENDUM CACCIA – VIRGINIA LA MURA (SI): “COMUNI IN RITARDO, SI PROROGHI LA SCADENZA”

“Il referendum contro la caccia ha abbondantemente superato la soglia delle 500mila firme. Purtroppo però, come d’altronde già accaduto per il referendum relativo alla cannabis, si registrano ritardi burocratici da parte dei Comuni per la certificazione delle firme raccolte. È bene ricordare che i Comuni hanno l’obbligo di consegnare i certificati elettorali dei firmatari entro 48 ore dalla richiesta del comitato promotore, cosa non avvenuta. Il Governo per il referendum sulla cannabis ha già adottato una norma che consente la proroga dei termini, per questo ho chiesto alla Ministra Cartabia di dare la possibilità di depositare le certificazioni necessarie all’indizione del referendum contro la caccia entro il 15 novembre, posticipando dunque la data prevista”.

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DL INCENDI – VIRGINIA LA MURA: “IL DECRETO CANCELLA LA NECESSARIA AUTONOMIA DELL’INGV”

“Il decreto Incendi rischia di ledere l’autonomia dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sottoponendolo ad un controllo formale del Dipartimento di Protezione civile. A tal proposito ho presentato un emendamento per eliminare tale previsione”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (SI). “Dopo gli incendi che hanno devastato l’Italia la scorsa estate è giusto rafforzare le azioni di prevenzione degli incendi boschivi e migliorare le capacità di lotta attiva agli incendi ed è questo lo scopo che deve avere il decreto, non certo quello di andare a impattare sull’autonomia scientifica delle attività dell’INGV, fondamentali tra l’altro per la valutazione dei rischi e della pericolosità delle aree boschive e degli interventi che si vogliono attuare. Per di più, l’articolo in questione modifica una precedente legge, la n. 106 di quest’anno, che aveva già modificato il rapporto tra l’INGV e il Dipartimento della protezione civile eliminando il regime di convenzione e introducendo quello di coordinamento. Perché tornare di nuovo indietro?”.

 

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AMBIENTE – VIRGINIA LA MURA (SI): “SUL MARE L’ITALIA SIA UN PUNTO DI RIFERIMENTO IN EUROPA”

“L’Italia, con i suoi oltre 8mila chilometri di costa, deve assumere un ruolo centrale nel Mediterraneo, e auspico diventi punto di riferimento in Europa per quanto concerne i settori del mare per preservare gli ecosistemi naturali, contrastare il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, nell’ambito della pianificazione dello spazio marittimo, che, tuttavia, ad oggi risulta gravemente carente”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (SI) intervenendo a Napoli presso l’Università Parthenope per il Workshop “Verso una visione 4-D dell’oceano: sinergie e integrazione delle iniziative italiane” dalla Joint Research Unit (JRU) EMSO–Italia, la rete che riunisce i principali enti e università italiane di ricerca marina. “Un primo importante passo avanti è stato fatto quando, con esponenti del mondo accademico e delle associazione, sono riuscita ad ottenere 400 milioni di euro per il restauro e la tutela dei fondali marini e degli habitat marini nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, anche attraverso l’assunzione di nuovi ricercatori, consentirà un monitoraggio marino integrato per il raggiungimento del buono stato ecologico e il sostegno alla pianificazione marittima. Ma la fase operativa sarà quella del ‘Rafforzamento del sistema di ricerca nazionale per l’osservazione per gli ecosistemi marini e costieri’. Per ottenere risultati adeguati alle Strategie dell’UE per la biodiversità entro il 2030 e di adattamento ai cambiamenti climatici, nonché con le più recenti indicazioni europee per l’economia blu sostenibile servono nuove infrastrutture per le osservazioni del mare profondo come, per esempio, la disponibilità di nuove navi da ricerca tecnologicamente adeguate alle nuove esigenze scientifiche e tecnologiche ponendo l’Italia al pari dei grandi paesi europei. La fase storica che viviamo, e tutti i provvedimenti normativi in corso di approvazione, rendono questo periodo estremamente delicato. È necessario porre la massima attenzione per scongiurare il rischio di rendere impossibile uno sviluppo blu integrato ed ecosostenibile. Allo stesso tempo si rende necessario che la ricerca italiana del settore marino si presenti in Europa chiara, univoca e forte manifestando necessità e problematiche. Che tutti i soggetti coinvolti si mostrino come fronte compatto al servizio di ministeri, industria, enti locali. È in questa direzione che dobbiamo lavorare”.

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NADEF – VIRGINIA LA MURA: “MI ASTENGO DAL VOTO, C’È IL RISCHIO DI GREENWASHING GOVERNATIVO”

“Bene che il documento rilevi che la politica resterà espansiva fino a quando il PIL e l’occupazione avranno recuperato non solo la crisi, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019, condizioni che secondo il documento saranno soddisfatte dal 2024, sebbene secondo la Corte dei Conti tali previsioni potrebbero essere fin troppo ottimistiche”. Lo ha dichiarato in Senato Virginia La Mura (SI). “L’economia italiana sarà certamente favorita anche dal PNRR quale occasione per il rilancio in chiave di sostenibilità ambientale e sociale, come sottolineato anche dalla terza raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea, anche se il PNRR presenta importanti criticità, che ho a suo tempo evidenziato. Bene che venga evidenziato che le entrate derivanti dalla revisione delle imposte ambientali e la riforma dei sussidi ambientalmente dannosi andranno utilizzate per ridurre altri oneri a carico dei settori produttivi, ma si dovrebbe specificare attività produttive ecosostenibili, secondo il regolamento tassonomia e il principio “non arrecare un danno significativo. Bene anche gli investimenti verso ricerca, innovazione e istruzione.
Inoltre, nel documento si tratta il tema della valutazione dell’impatto ambientale dei progetti ricompresi nel PNRR e nel PNIEC. Attenzione però, perché in questo caso un conto è l’ottimizzazione degli iter amministrativi, un conto è ad esempio dire che il parere della soprintendenza è non vincolante, ad esempio come è avvenuto nel testo dell’atto di governo di recepimento della direttiva sulla promozione dell’uso delle rinnovabili. Sempre in tema di semplificazione, ricordo anche che è grave che sia stato rimandata ad almeno un anno l’adozione della pianificazione delle attività marittime, mentre si va avanti con il PITESAI che dà il via alla ricerca e prospezione di idrocarburi lungo le coste e nelle aree protette. Il rischio, come manifestato anche dalle proteste dei giovani, è che tutte queste intenzioni e tutte queste misure si traducano poi in greenwashing governativo, far vedere che si presta attenzione alle tematiche ambientali, ma in realtà poi nulla o ben poco cambia! Investire sul gas è, ad esempio, un azzardo, che rischia di compromettere la transizione ecologica. Se, infine, ritengo positivo che la Nadef sottolinei la particolare importanza alla mobilità sostenibile e integrata di persone e merci e che gli investimenti pubblici dovranno contribuire a rendere il sistema infrastrutturale italiano più moderno e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione del sistema energetico, non è tollerabile che sia stato aggiunto all’ultimo tra i DDL Collegati alla prossima legge di bilancio, un ulteriore disegno di legge recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, comma 3 della Costituzione”. Questo disegno di legge riguarda l’ambiente perché tra le materie in cui si possono riconoscere ulteriori forme di autonomia c’è l’ambiente, e, più nel dettaglio “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”. E sul ruolo delle regioni ha già inciso la riforma Cartabia, prevedendo il concerto con il Ministero per gli affari regionali e le autonomie e il parere della Conferenza unificata, senza poi considerare l’improcedibilità per i giudizi di impugnazione. Concludendo, mi asterrò dal voto perché sebbene riscontri iniziative positive all’interno della Nota, non è stato dato al Parlamento il tempo per poterne approfondire i dettagli e fornire contributi per migliorare il testo. Viviamo un periodo delicato e cruciale, le misure finanziarie, soprattutto in tema ambientale, devono essere concrete e ben orientate, ce lo stanno chiedendo i giovani cui stiamo lasciando un mondo che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza”.

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DIRETTIVA RINNOVABILI – VIRGINIA LA MURA (SI): “IL GOVERNO DÀ LA PRIORITÀ ALLE FONTI FOSSILI E DIMENTICA LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ”

“Il testo del Governo per recepire nel nostro Paese la direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili presenta gravissime criticità che vanno nella direzione opposta a quella richiesta dall’UE e a tal proposito ho presentato osservazioni dettagliate utili a risolvere tali problematiche”, così la Senatrice in Commissione Ambiente Virginia La Mura (SI).
“Innanzitutto, il Governo non adotta un Piano di gestione dello spazio marittimo, cosa che avrebbe dovuto fare entro il 31 marzo scorso. Il piano è utile anche a indicare aree marine da tutelare. Invece, a breve sarà approvato il PiTESAI, con lo scopo di individuare le aree dove sarà possibile svolgere o continuare a svolgere le attività di ricerca, prospezione e coltivazione degli idrocarburi. Insomma, prima il Governo individua le aree dedicate alle fonti fossili e solo dopo si preoccupa di individuare quelle da tutelare. Peccato che se si inizierà a trivellare in un’area da tutelare, certamente non sarà più possibile proteggerla! E tutto questo in spregio a quanto previsto dalle direttive UE. Intanto, il Governo prevede anche che, nelle more dell’adozione del Piano di gestione dello spazio marittimo, sono idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile off-shore le piattaforme petrolifere in disuso e l’area distante due miglia nautiche da ciascuna di esse, oltre ai porti per gli impianti eolici. Per di più rendendo non vincolante il parere dell’autorità paesaggistica e riducendo i tempi per il rilascio delle autorizzazioni. Tutto ciò deve essere eliminato dal testo del Governo, altrimenti l’Italia rischierà un’ennesima procedura di infrazione. Come molto spesso accade, il Governo manca di una visione di insieme che promuova la coesistenza di tutte le attività relative al mare garantendo il buono stato ecologico delle acque marine, con il rischio di compromettere definitivamente alcuni settori economici, con le conseguenti ripercussioni sociali, di devastare interi territori e perdere l’occasione di assumere un ruolo centrale nel Mediterraneo e in Europa negli anni a venire”.

6/10/2021

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DIRETTIVA PLASTICHE MONOUSO – VIRGINIA LA MURA: “L’ITALIA RISCHIA UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE CON QUESTO TESTO DEL GOVERNO”

“Il testo del governo per recepire in Italia la direttiva europea (2019/904) per ridurre l’incidenza di prodotti in plastica monouso sull’ambiente non coglie tutte le prescrizioni che l’Europa richiede, risultando debole e poco incisivo. Per questo ho presentato alcune osservazioni che intendono risolvere le criticità riscontrate”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (SI).
“Il primo problema che salta all’occhio è proprio quello sulla definizione di plastiche. Infatti l’atto del governo esclude da tale definizione materiali quali vernici, inchiostri, adesivi nonché rivestimenti in plastica aventi un peso inferiore al 10 per cento rispetto al peso totale del prodotto. In realtà però la direttiva non fa alcuna differenza sul contenuto in plastica dei prodotti, ma definisce plastica qualsiasi materiale composto da un polimero. Se passasse tale versione, le aziende inizierebbero a produrre materiali misti che creano problemi in sede di riciclo.
Infine, non solo il testo di recepimento della direttiva non presenta una definizione quantitativa dell’obiettivo di riduzione che invece è elemento essenziale per comprendere se la riduzione del consumo che si intende conseguire è ambiziosa e duratura, ma le sanzioni previste risultano troppo blande rispetto ai danni ambientali derivanti dalle violazioni. Tali criticità non solo espongono l’Italia al rischio di una procedura di infrazione, ma possono compromettere lo sviluppo di un modello di business in linea con gli obiettivi europei con conseguente perdita di competitività delle imprese italiane sul mercato UE”.

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RIFORMA GIUSTIZIA – LA MURA (SI): “PEGGIO DI COSÌ QUESTO GOVERNO NON POTEVA FARE”

“Ho proposto alcune modifiche atte ad intervenire sul sistema della prescrizione attualmente previsto dal testo. Perché di fatto con questo provvedimento i processi evaporeranno. Con i cavilli che contraddistinguono il sistema italiano sarà possibile per gli avvocati cercare di far sforare il limite stabilito facendo sfumare così il processo e rendendo inutile il lavoro dei giudici di primo grado o dei pm. E ciò soprattutto per i processi più complessi, e dunque più lunghi.
Peggio di così questo governo non poteva fare, si legittimano le carenze che ci sono strutturandole in un sistema che cancella i processi più importanti e dando molte più opportunità ai criminali di farla franca”, così la senatrice Virginia La Mura (SI) intervenendo in Aula.

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AMBIENTE – LA MURA: “PER IL GOVERNO SONO PIÙ IMPORTANTI LE TRIVELLE DELLA TUTELA DEL MARE”

“Il Governo, e in particolare il ministro della transizione ecologica Cingolani, nei suoi piani dà priorità alle trivelle invece di dare il giusto spazio alla tutela del mare. Non c’è alcuno schema logico nei piani che stanno seguendo, e se invece uno schema c’è, mira a distruggere gli ecosistemi marini per regalare i nostri tesori naturali ai petrolieri”, così la senatrice e oceanografa Virginia La Mura (SI).

“Sono mesi che insisto sull’urgenza di approvare i piani di gestione dello spazio marittimo (MPS), che servono in sostanza a regolare e dividere in aree a loro destinate tutte le attività al mare, quali, ad esempio, la balneazione, il turismo, i trasporti, la produzione di energia, la pesca, l’acquacoltura, promuovendone la coesistenza e la prosperità, e mantenendo un buono stato ecologico delle acque marine e dei fondali. Il MIT (attuale MIMS) avrebbe dovuto approvare tali piani entro il 31 marzo 2021, e, invece, ad oggi non risulta neppure avviato il procedimento di valutazione ambientale strategica. Il mese scorso ho depositato un’interrogazione, rivolta anche al Ministro Cingolani, per chiedere conto di questo ritardo, senza, tuttavia, avere risposta. Sembrerebbe che si voglia ritardare la pianificazione dello spazio marittimo (MPS), che individuerebbe anche gli spazi da riservare alla natura proteggendoli, a favore delle sole attività di estrazione di petrolio e gas, e del potenziamento delle rinnovabili offshore, in violazione degli obiettivi della Marine Strategy e del principio di “non arrecare danno significativo” (DNSH). Del resto, oggi abbiamo una conferma di ciò che avevo già denunciato durante la redazione del PNRR. E infatti uniche priorità del Ministero della transizione ecologica sono il Piano che definisce le aree idonee per le trivellazioni, il cui nome “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee” (PiTESAI) confonde e nasconde la verità sulle trivelle, e l’Atto Governo 292 sulle rinnovabili (decreto FER II), che consentirà l’utilizzo delle piattaforme petrolifere in disuso e dei porti per l’installazione degli impianti offshore per la produzione di energia rinnovabile, a valle delle semplificazioni introdotte dal decreto Semplificazioni (DL 77/2021) in materia ambientale. Nel frattempo il “Governo dei migliori”, con il decreto FER II, ha spostato l’approvazione dei piani di gestione dello spazio marittimo intorno a giugno 2022, rimandando ulteriormente il rilancio dell’economia del mare e dei nostri 8500 km di costa, e, con il PiTESAI che invece sarà approvato a giorni, sta agevolando ancora una volta la lobby dei petrolieri. Infatti il PiTESAI consentirà di estrarre gas e petrolio, con nuove concessioni, anche lungo la fascia costiera e nelle aree protette e aprirà la strada anche allo stoccaggio di CO2 nei pozzi esauriti. La Strategia dell’UE per la biodiversità prevede entro il 2030 di ampliare le aree protette di almeno il 30% sia a terra che a mare. Ciò significa che bisogna considerare anche le aree che io definisco aree potenzialmente protette, ossia le aree che attualmente non sono giuridicamente protette, ma che, data la valenza ecologica, dovranno essere protette per conseguire l’obiettivo europeo del 30%. È ciò che dice anche la Commissione VIA-VAS che in tema di criteri ambientali, precisa che questi devono essere intesi come dinamici e adattivi per avere la possibilità, ogni volta che si individuano nuove aree ad elevato valore ecologico, di escluderle dallo sfruttamento economico. Il PiTESAI non ha recepito la sostanza di questa raccomandazione: di dare più spazio alla Natura! Se il Governo permette di trivellare ovunque non ci saranno più aree marine da proteggere, viceversa solo dopo aver individuato queste ultime è eventualmente possibile definire dove trivellare senza arrecare danni agli ecosistemi marini. Ma ognuno ha le sue priorità, quella del ministro Cingolani evidentemente è aiutare i petrolieri”.

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