All Posts Tagged: Virginia La Mura

RIFORMA GIUSTIZIA – LA MURA, NUGNES, SARLI, FATTORI: “LE CONDANNE PER DISASTRO AMBIENTALE A RISCHIO”

“Con la riforma della giustizia i criminali che avvelenano l’ambiente non saranno puniti! Una criticità dell’attuale testo che è inammissibile e che rischia di rendere vani i seppur pochi passi in avanti fatti finora dalla normativa relativa al disastro ambientale”, così le parlamentari Virginia La Mura (SI), Paola Nugnes (SI), Elena Fattori (SI) e Doriana Sarli (Misto).
“Infatti la riforma prevede tempi massimi per i processi d’appello (2 anni) e Cassazione (1 anno) con la possibilità di proroga (in appello di un anno, e in Cassazione di sei mesi) solo per alcuni reati gravi o processi particolarmente complessi. In caso di mancato rispetto dei termini, scatta l’improcedibilità e quindi il processo non andrà più avanti.
Tra i reati gravi vengono elencati quelli per terrorismo, eversione dell’ordinamento costituzionale, associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, violenza sessuale aggravata e traffico di stupefacenti.
Esclusi da suddetto elenco i reati ambientali che, come la storia italiana dimostra, necessitano di processi giudiziari lunghi e molto complessi. Nello specifico, abbiamo presentato prima alla Camera e ora al Senato, un ordine del giorno che impegna il Governo ad assicurare la proroga del termine del giudizio senza limiti di tempo per il reato di disastro ambientale, introdotto nel 2015 e previsto dall’art. 452 quater del Codice penale. La riforma Cartabia rischia di rendere del tutto inutile tale norma e di regalare l’impunità a chi distrugge territori avvelenando chi li abita. Va infatti ricordato che l’inquinamento ambientale non si ferma con l’avvio del processo come avviene ad esempio con i delitti che sono circoscritti nel tempo ed è quindi giusto non fissare limiti di tempo per i relativi processi”.

Approfondisci

CACCIA – LA MURA (SI): “UN REFERENDUM PER ABOLIRLA”

“Dal ieri e fino al 20 settembre si raccoglieranno le firme per indire un referendum per l’abolizione della caccia. Sarà possibile firmare presso gli uffici elettorali dei Comuni e ai banchetti nelle piazze. L’obiettivo sarà quello di eliminare dalla legge 157 del 1992 tutte le parti relative alle attività venatorie. Secondo stime delle LAV ogni anno possono essere uccisi legalmente circa 400 milioni di animali. Inoltre, per soddisfare le esigenze di ogni stagione di caccia, vengono acquistati e immessi in natura al solo scopo di essere uccisi per divertimento milioni di animali con effetti controproducenti per gli ecosistemi locali. Ritengo sia una barbarie continuare a permettere un’attività che ruota attorno al commercio delle armi. Alcuni la definiscono sport, ma nello sport si crea una competizione alla pari con l’avversario, mentre nella caccia c’è sopraffazione da parte del cacciatore che si pone in un ruolo di superiorità rispetto ad altri esseri viventi. Nel decreto Semplificazione di agosto 2020, in commissione al Senato, alle 5 di mattina durante le votazioni riuscimmo a bloccare ben 23 emendamenti sulla caccia “nascosti” tra migliaia di altri emendamenti. Azioni di lobbying inammissibili. È ora di dire basta a un’attività violenta come quella della caccia. Invito tutti a firmare nei prossimi tre mesi per porre finalmente fine a questo scempio”.

Approfondisci

COLOMBIA – PARLAMENTARI ITALIANI: “TRIBUNALE INTERNAZIONALE APRA UN PROCEDIMENTO PENALE CONTRO IL GOVERNO PER OMICIDI E ARRESTI ARBITRARI”

 

“Ogni giorno ci arriva una notizia più drammatica, un video più crudele e la disperazione delle famiglie dei giovanissimi che sono scomparsi e che probabilmente non torneranno mai più”. Abbiamo quindi ritenuto di dover fare qualcosa di fronte a questa catastrofe umanitaria”, afferma la senatrice del Gruppo Misto Paola Nugnes.

“Dopo che la ONG Fundacion Internacional de Derechos Humanos ha sollecitato il tribunale internazionale del’Aja per presunti crimini contro l’umanità, con alcuni altri Senatori e Deputati italiani, riportati in calce, abbiamo chiesto al tribunale internazionale un procedimento penale per accertare le responsabilità del caso. Dal 28 aprile la Colombia vive uno dei momenti più drammatici della sua storia. E l’ONU e la UE hanno richiamato più volte il governo colombiano invitando al dialogo, si legge nella lettera dei parlamentari italiani, ma sembra che nessuno abbia voglia di ascoltare. Al 27 maggio, secondo la ONG Temblores, ci sono stati 43 morti, 1445 arresti arbitrari, 22 violenze sessuali, 175 casi di sparatorie per mano della forza pubblica. Un quadro drammatico, una violazione palese dai diritti umani e civili. Assistiamo alla più grande documentazione virtuale di atti di violenza di ogni genere. Cittadini e attivisti per i diritti umani hanno fatto un grande lavoro di raccolta degli interventi violenti da parte della polizia e dei paramilitari. Su queste basi, sulle migliaia di prove e di discipline di casi documentari crediamo che la comunità internazionale debba intervenire, sia ristabilendo la pace, ma soprattutto punendo i responsabili”.

Senatori: Elena Fattori, Virginia La Mura, Matteo Mantero, Paola Nugnes.

Deputati: Jessica Costanzo, Guia Termini, Doriana Sarli.

Approfondisci

SCONTRI ROMA – PARLAMENTARI SI E GRUPPO MISTO: “TENSIONE CREATA DALLA MANCATA CONVOCAZIONE DI UN TAVOLO ISTITUZIONALE SULLA VERTENZA FEDEX. IL GOVERNO ACCOLGA LE LEGITTIME ISTANZE DEI LAVORATORI”

“Stamattina una manifestazione organizzata dal SI Cobas presso Montecitorio è sfociata in scontri che hanno portato al ferimento e al fermo di almeno 7 manifestanti. La manifestazione era stata convocata dopo oltre due mesi di ostinato silenzio del MISE sulla vertenza FedEx, cioè sulla chiusura dell’hub di Piacenza e sulle centinaia di posti di lavoro messi a repentaglio dalla multinazionale americana con il suo progetto di internalizzazione. Fin dal momento della chiusura unilaterale del sito di Piacenza, a fine marzo, il SI Cobas ha chiesto inutilmente un intervento immediato dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, al fine di aprire un tavolo istituzionale tra le parti. Sembra, al contrario, che il ministro Giorgetti abbia nelle scorse ore incontrato i vertici di FedEx e i lavoratori protestavano proprio contro un possibile accordo al di fuori dei tavoli di contrattazione”, dichiarano le senatrici Fattori e Nugnes (Sinistra italiana), La Mura (Gruppo Misto) e la deputata Sarli (Gruppo Misto).

“La situazione è resa ancora più grave e più tesa in seguito al minacciato colpo di spugna del governo sui subappalti, inserito nel dl Semplificazioni, che renderebbe legali forme di sfruttamento, di caporalato e di abusi nel settore degli appalti pubblici anche peggiori di quelle già esistenti. La natura di classe filo-padronale delle istituzioni ‘democratiche’, denunciano i lavoratori, non è mai apparsa tanto chiara come nel caso del governissimo di Mario Draghi. Ribadiamo e facciamo un appello al governo, affinché smorzi le tensioni con l’ascolto e l’accoglienza delle legittime istanze dei lavoratori e dei disoccupati, soprattutto in questo delicato momento storico in cui si trova il Paese a causa della grave crisi economica e sociale che colpisce le fasce più deboli e che altrimenti non potrà che peggiorare sino a sfuggire di mano”, concludono le parlamentari.

Approfondisci

TRIVELLE – LA MURA (GRUPPO MISTO): “UNA VERGOGNA, MINISTERO DELLA TRANSIZIONE VERSO COSA?”

“Come spesso accade in Italia si cambiano nomi alle istituzioni ma di fatto anziché andare avanti si torna sempre indietro. Esattamente vorrei sapere questa tanto declamata transizione ecologica verso cosa sia esattamente? Perché vorrei chiarire al ministro Cingolani che la direzione è opposta a quella intrapresa finora”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura commenta il via libera del ministro a sette progetti sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale relativi a ricerca e coltivazione di idrocarburi nell’ambito di concessioni già esistenti e per questo non sottoposti al blocco previsto fino a fine settembre. “Bisogna dire un secco no alle trivelle a favore di eolico e fotovoltaico, mentre al contrario questo governo va dritto per la sua strada semplificando fin troppo le procedure ed eludendo passaggi normativi importanti e le consultazioni pubbliche. È inoltre assurdo che si dia il via libera a questi progetti senza che sia prima stato approvato il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. Come ripeto da tempo, la pianificazione dello spazio marittimo e terrestre è fondamentale perché consentirebbe di definire in quali aree fare cosa senza creare danni agli ecosistemi e garantendo la tutela delle attività lavorative esistenti come pesca o agricoltura. Firmare questi progetti significa ignorare le priorità su cui lavorare e generare un caos che va a sostenere vecchi modelli senza guardare al futuro, inammissibile proprio oggi che si apre un nuovo importante periodo verso una svolta green che vedo allontanarsi sempre più. Ho analizzato e schematizzato tutti i progetti sottoposti a VIA in Italia. Questi approvati sono progetti che risalgono anche al 2016 e che riguardano Emilia Romagna, Veneto, Marche, Abruzzo e Sicilia. E sebbene si tratti di progetti rientranti in concessioni già attive, perché non approvare prima il Pitesai che consentirebbe di definire come non idonee anche aree in cui magari già ci sono concessioni? D’altronde, come sostenni votando contro questo governo, sapevo dove saremmo andati a finire e nulla di buono mi aspetto dal decreto Semplificazioni. Intanto gli inquinatori brindano con il petrolio, protetti dal governo Draghi”.

Approfondisci

AMBIENTE – LA MURA (GRUPPO MISTO): “GROENLANDIA ESEMPIO DI SVOLTA GREEN, LA GUERRA PER LE TERRE E I MARI NON FINIRA’ MAI”

 

“In Groenlandia hanno vinto le elezioni per la prima volta gli Inuit, ambientalisti e contro lo sfruttamento di un giacimento di uranio e terre rare, ossia quei minerali utilizzati per la fabbricazione di cellulari, pc, pannelli fotovoltaici, radar e così via. Un progetto minerario che se andasse in porto causerebbe danni enormi per l’intero ecosistema a causa delle polveri radioattive che si sprigionerebbero. Un esempio di svolta green dal nord Europa che dovrebbe far riflettere tutti noi su quanto sia necessaria la consapevolezza dei cittadini per riuscire a impedire che progetti inquinanti siano calati dall’alto”, così la senatrice Virginia La Mura (Gruppo Misto) della commissione Ambiente. “Molti ricorderanno di quando Trump voleva comprare la Groenlandia, ebbene il motivo di quella assurda proposta era nel fatto che con lo scioglimento dei ghiacciai la rotta artica è molto più agevole e proprio lì si sta giocando uno scontro importante tra le potenze mondiali (USA e Cina in primis) per l’accaparramento dello spazio marino e di quello terrestre. Le guerre per l’utilizzo delle terre e dei mari purtroppo non finiranno mai nel mondo, i cittadini devono poter impedire che ciò avvenga mantenendo la propria sovranità contro mire espansionistiche e sfruttamenti spregiudicati”.

Approfondisci

LEGGE ZAN – LA MURA (GRUPPO MISTO): “I PARTITI DI DESTRA SI VERGOGNINO, PREVALGANO I DIRITTI DEI CITTADINI”

“Gravissimo che la proposta di legge Zan contro l’omotransfobia, dopo il sì della Camera, sia bloccata in Senato. Questo governo, che mette insieme partiti con le visioni più disparate e distanti tra loro, velocizzi l’iter perché il Paese non può più aspettare. Non prevalga la volontà di non creare spaccature all’interno dell’esecutivo rispetto all’esigenza di sostenere il diritto di tutti a vivere la propria vita”, così la senatrice Virginia La Mura (Gruppo Misto). “Sto ricevendo centinaia di mail da cittadini di tutta Italia allarmati dai ritardi relativi alla legge Zan ostacolata in tutti i modi da partiti come Lega e Fratelli d’Italia che purtroppo restano ancorati ad una visione della vita retrograda e che, per mera e semplicistica propaganda, preferiscono limitare la libertà dei cittadini a non essere vittime d’odio e discriminazione in alcun modo, ma soprattutto che preferiscono che gli autori di tali crimini non siano adeguatamente puniti. Ostacolare che il Parlamento discuta e voti la proposta di legge Zan è un atto di disprezzo verso la democrazia e i diritti civili, questi partiti si vergognino e per una volta mettano tra le priorità la tutela di tutti gli italiani”.

Approfondisci

RECOVERY FUND – LA MURA (GRUPPO MISTO): “TROPPE CRITICITA’, SE NON SI MODIFICA IL PIANO C’È IL RISCHIO CHE LA RIPRESA RALLENTI”

 

“Ho presentato la risoluzione di minoranza a mia prima firma affinché il governo si impegni a risolvere le criticità presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato alle Camere. Partendo dal presupposto che risulta fondamentale, per l’attuazione di progetti finanziati dal Recovery Fund, la necessità di affrontare i cambiamenti climatici e quella di preservare le risorse di cui ancora disponiamo ripristinando quelle degradate, che la transizione verde, compresa la biodiversità, è il primo pilastro del Recovery Fund, a cui è destinato almeno il 37% delle risorse complessive e che non sono finanziabili le misure che arrecano un danno significativo anche solo ad uno degli obiettivi ambientali, il Piano attuale non risulta in linea con quanto richiesto dall’Europa e per di più è stato trasmesso sprovvisto dell’elenco dei progetti che si intendono finanziare, così come dei relativi criteri di selezione, pregiudicando la possibilità per il Parlamento di operare un controllo puntuale ed effettivo sulle scelte operate dal Governo. Se non si allinea il nostro Piano nazionale agli obiettivi e ai criteri che l’Europa impone come obbligo e non a livello discrezionale, c’è il serio rischio che i progetti non vengano finanziati e dunque che la ripresa per il nostro Paese sia rallentata”. Lo ha dichiarato la senatrice del gruppo Misto La Mura.

“Le misure presenti nel Piano ai fini della tutela della biodiversità e degli ecosistemi non sono infatti assolutamente sufficienti, così come è assurdo il fatto che il mare sia del tutto assente. Ho chiesto nella risoluzione, in vista anche della realizzazione di una serie di opere sul nostro territorio, tra cui impianti a energia rinnovabile, di provvedere quanto prima alla pianificazione dell’utilizzo dello spazio terrestre, marino e marittimo. La pianificazione è infatti un aspetto molto importante, atteso che risponde alla necessità di destinare a una determinata area territoriale un’attività che sia compatibile con le caratteristiche dell’area medesima, anche in via esclusiva, laddove sia impossibile sulla stessa la coesistenza di più attività, focalizzando tale pianificazione ad una gestione sostenibile delle attività marittime in cui la conservazione della biodiversità diventi uno degli obiettivi strategici. Ho chiesto, a fronte di tutto ciò, che sia previsto il coinvolgimento di un team di lavoro di ricercatori specializzati in biodiversità ed ecosistemi, così da evitare che il piano sia espressione di visioni economiche tecnocentriche; di predisporre un sistema osservativo che permetta di tenere sotto controllo le condizioni del capitale naturale, per valutare l’efficacia delle misure proposte; di inserire misure volte a favorire la gestione forestale sostenibile, migliorare la capacità di assorbimento della CO2 delle superfici e dei suoli forestali e delle praterie e realizzare un programma nazionale di rinaturalizzazione e manutenzione di fiumi, laghi, lagune e zone umide.
Spero che si tenga in considerazione il lavoro svolto da me e dai colleghi cofirmatari della risoluzione affinché si risolvano le criticità presenti nel PNRR e non si metta a rischio la ripresa del Paese e la sua svolta green”.

Approfondisci

RECOVERY – LA MURA (GRUPPO MISTO): “I POSSIBILI MIGLIORAMENTI AL NOSTRO PNRR”

“Con le osservazioni al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ho depositato in commissione Ambiente, ho voluto evidenziare le criticità presenti e proporre efficaci miglioramenti. Le osservazioni, frutto di oltre 6 mesi di lavoro, si sono focalizzate sul primo pilastro del Recovery, quello della transizione ecologica e della tutela della biodiversità. Si tratta di materie complesse che non possono essere trattate da economi o tecnologi, per questo tra le prime indicazioni che ho voluto dare, in conformità con quanto chiesto dalla Commissione europea, c’è quella di avvalersi di un team di ricercatori qualificati con un approccio ecosistemico”.

Lo ha dichiarato la senatrice Virginia La Mura del Gruppo Misto, che ha aggiunto: “Se l’obiettivo è quello di incentivare la crescita del capitale economico salvaguardando il capitale naturale, a differenza di come è stato fatto fino ad oggi, c’è bisogno di chi quel capitale naturale lo conosce bene e sia in grado di tutelarne la ricchezza. L’Italia è l’area a più elevata concentrazione di biodiversità in Europa e proprio per questo le politiche attuate nel nostro Paese saranno fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi complessivi europei. A tal proposito le mie proposte hanno riguardato il rafforzamento e l’espansione dell’attuale rete di Aree Protette terrestri e marine e della Rete Natura 2000 fino al 30% entro il 2030, eliminare il limite di spesa per beni e servizi in relazione ai parchi nazionali che impediscono agli stessi di spendere le risorse che hanno a disposizione. Insieme ad una gestione più sostenibile della pesca commerciale, che limiti anche la cattura accidentale di pesci, e sistemi di sorveglianza contro il bracconaggio, si potrebbe così ripristinare la natura della nostra penisola sia a terra che a mare impiegando circa 2 miliardi di euro. Altro elemento importante è quello dell’energia rinnovabile (mare, vento, sole, geotermia) che richiederà l’utilizzo di molto spazio sia a terra che a mare. La costruzione degli impianti di energia rinnovabile dovrà quindi convivere con le attività economiche, quali, ad esempio, il turismo, la pesca e l’acquacoltura e il trasporto marittimo. Per questo, è assolutamente fondamentale la pianificazione dello spazio dove costruire gli impianti in modo da escludere ulteriore consumo di suolo prediligendo invece aree già urbanizzate, non deturpando i paesaggi naturali, ma soprattutto facendo in modo di organizzare per località le aree in cui costruirli e fare in modo che le altre attività economiche non ne risentano. Tale organizzazione degli spazi dovrà essere effettuata anche e soprattutto a mare, sia ad esempio per l’eolico onshore che per l’offshore. Tutto ciò non viene fatto e, peggio ancora, il mare risulta essere il vero grande assente nel nostro Piano nazionale. E ciò è assurdo se si pensa che il Mediterraneo si sta riscaldando più rapidamente della media del pianeta ed è urgente intervenire per evitare conseguenze catastrofiche anche da un punto di vista economico. Inaccettabile che non si siano previste, ad esempio, misure per la tutela degli ecosistemi costieri intervenendo sulle fonti di inquinamento, regolamentazioni per la pesca e l’acquacoltura per porre fine al problema dell’overfishing, o che non sia stata prevista alcuna misura per limitare l’impatto ambientale dei porti o per attuare la digitalizzazione del mare per incrociare dati e monitorare gli effetti delle attività umane sugli habitat. Andrebbe anche finanziata adeguatamente la ricerca scientifica e a tal proposito ritengo necessaria l’istituzione di un Istituto Nazionale di ricerca marina che coordini le varie strutture di ricerca per raggiungere livelli altissimi razionalizzando e ottimizzando l’utilizzo delle risorse. Infine, ho voluto affrontare anche la tematica relativa ai corsi d’acqua e alle zone umide. Infatti, solo il 43% dei corpi idrici fluviali italiani e solo il 20% di quelli lacustri raggiungono lo stato di qualità buono richiesto dalla Direttiva Quadro sulle Acque; i nostri corsi d’acqua sono frequentemente interessati da devastanti interventi che ne modificano l’assetto compromettendo la biodiversità presente e aumentando il rischio di alluvioni. Per tali aree ho proposto di attuare un programma nazionale di rinaturazione e manutenzione attraverso l’utilizzo di specifici fondi che permettano il raggiungimento dello stato buono in tutti i corpi idrici. Il Piano di Ripresa e Resilienza italiano presenta quindi numerose criticità che possono essere risolte, così come dimostro nelle mie osservazioni. D’altronde dovrebbe essere obiettivo primario dato che almeno il 37% dei fondi stanziati dall’Europa dovrà essere utilizzato per la transizione ecologica e la tutela della biodiversità”.

Approfondisci

RECOVERY – LA MURA (GRUPPO MISTO): “NEL PIANO ITALIANO CI SONO GRAVI CRITICITÀ, A COMINCIARE DA UN GRANDE ASSENTE: IL MARE”

“Ho depositato le mie osservazioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Uno strumento fondamentale che punta alla fuoriuscita dalla crisi socioeconomica scaturita dalla pandemia cambiando al contempo i paradigmi che ci hanno portato al disastro ambientale, contrastando dunque i cambiamenti climatici e preservando ecosistemi e biodiversità. Un piano però che tutt’oggi presenta gravi criticità”, lo dichiara la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (Gruppo Misto). “Innanzitutto c’è un grande assente: il mare! Bene che il ministro Cingolani mi abbia chiesto un approfondimento specifico, mostrando un’apertura quanto meno al confronto, ma da ciò che lui stesso ha comunicato in Aula non c’è da star tranquilli. Si dimentica troppo spesso che l’Italia è una penisola con 8500 chilometri di coste, 32 Aree Marine Protette, 9 arcipelaghi, 27 isole minori abitate, oltre 500 porti e che dunque il mare e l’economia blu sono elementi fondamentali per il nostro Paese e quindi da tutelare. I cambiamenti climatici porteranno all’innalzamento del livello del mare e quindi alla scomparsa di buona parte delle nostre coste con danni umani ed economici enormi. Abbiamo assolutamente bisogno di una pianificazione dell’utilizzo non solo dello spazio terrestre ma anche dello spazio marino affinché le attività dell’uomo a mare siano gestite in un’ottica ecosostenibile e si tutelino coste ed ecosistemi anche attraverso processi di digitalizzazione dei nostri mari che consentano una mappatura completa e dettagliata delle aree marine e le relative specificità. Tutto questo nel Piano attuale manca ed è inammissibile.
Dal punto di vista energetico è assurdo continuare a parlare di gas e addirittura di nucleare! Siamo ricchi di risorse rinnovabili e dovremmo utilizzare innanzitutto queste. Così come è inconcepibile sentir parlare di modello Genova per tutte le opere pubbliche. Significherebbe gestire tutto come se fossimo in una costante emergenza. Il modello Genova anche per il ponte del capoluogo ligure ha presentato notevoli limiti, innanzitutto di costo, ma andava bene perché riferito ad un’unica opera. Sarebbe assurdo farne un modello per tutta Italia”, conclude La Mura.

Approfondisci