RECOVERY FUND – LA MURA (GRUPPO MISTO): “TROPPE CRITICITA’, SE NON SI MODIFICA IL PIANO C’È IL RISCHIO CHE LA RIPRESA RALLENTI”

 

“Ho presentato la risoluzione di minoranza a mia prima firma affinché il governo si impegni a risolvere le criticità presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato alle Camere. Partendo dal presupposto che risulta fondamentale, per l’attuazione di progetti finanziati dal Recovery Fund, la necessità di affrontare i cambiamenti climatici e quella di preservare le risorse di cui ancora disponiamo ripristinando quelle degradate, che la transizione verde, compresa la biodiversità, è il primo pilastro del Recovery Fund, a cui è destinato almeno il 37% delle risorse complessive e che non sono finanziabili le misure che arrecano un danno significativo anche solo ad uno degli obiettivi ambientali, il Piano attuale non risulta in linea con quanto richiesto dall’Europa e per di più è stato trasmesso sprovvisto dell’elenco dei progetti che si intendono finanziare, così come dei relativi criteri di selezione, pregiudicando la possibilità per il Parlamento di operare un controllo puntuale ed effettivo sulle scelte operate dal Governo. Se non si allinea il nostro Piano nazionale agli obiettivi e ai criteri che l’Europa impone come obbligo e non a livello discrezionale, c’è il serio rischio che i progetti non vengano finanziati e dunque che la ripresa per il nostro Paese sia rallentata”. Lo ha dichiarato la senatrice del gruppo Misto La Mura.

“Le misure presenti nel Piano ai fini della tutela della biodiversità e degli ecosistemi non sono infatti assolutamente sufficienti, così come è assurdo il fatto che il mare sia del tutto assente. Ho chiesto nella risoluzione, in vista anche della realizzazione di una serie di opere sul nostro territorio, tra cui impianti a energia rinnovabile, di provvedere quanto prima alla pianificazione dell’utilizzo dello spazio terrestre, marino e marittimo. La pianificazione è infatti un aspetto molto importante, atteso che risponde alla necessità di destinare a una determinata area territoriale un’attività che sia compatibile con le caratteristiche dell’area medesima, anche in via esclusiva, laddove sia impossibile sulla stessa la coesistenza di più attività, focalizzando tale pianificazione ad una gestione sostenibile delle attività marittime in cui la conservazione della biodiversità diventi uno degli obiettivi strategici. Ho chiesto, a fronte di tutto ciò, che sia previsto il coinvolgimento di un team di lavoro di ricercatori specializzati in biodiversità ed ecosistemi, così da evitare che il piano sia espressione di visioni economiche tecnocentriche; di predisporre un sistema osservativo che permetta di tenere sotto controllo le condizioni del capitale naturale, per valutare l’efficacia delle misure proposte; di inserire misure volte a favorire la gestione forestale sostenibile, migliorare la capacità di assorbimento della CO2 delle superfici e dei suoli forestali e delle praterie e realizzare un programma nazionale di rinaturalizzazione e manutenzione di fiumi, laghi, lagune e zone umide.
Spero che si tenga in considerazione il lavoro svolto da me e dai colleghi cofirmatari della risoluzione affinché si risolvano le criticità presenti nel PNRR e non si metta a rischio la ripresa del Paese e la sua svolta green”.