PANE – DE BONIS (GRUPPO MISTO): “BELLANOVA SPIEGHI LE RAGIONI DELL’INCREMENTO DEL PREZZO E TUTELI LA FILIERA CEREALICOLA E DEI CONSUMATORI”

“In un momento di crisi economica così difficile per tutti non si capisce per quale motivo il prezzo del pane continui ad aumentare in modo sistematico, mentre l’andamento dei prezzi del grano duro si mantiene quasi sempre basso, addirittura inferiore a quello dello scorso anno. Mi auguro che la Ministra Bellanova riesca a spiegare le ragioni di questo incremento e intervenga al fine di tutelare non solo l’intera filiera cerealicola ma anche i consumatori di un prodotto di consumo primario”.

Lo ha dichiarato il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, in un’interrogazione al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali in cui denuncia il recente aumento del prezzo del pane, anche a Matera,  di 50 centesimi al chilo.

“Dal grano al pane il prezzo aumenta di quasi 15 volte soprattutto per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero. Secondo i dati dell’osservatorio prezzi c’è anche una forte variabilità di prezzi da una città all’altra, un’evidente dimostrazione che l’andamento del prezzo del pane dipende sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie speculative, favorite dalla mancanza di trasparenza. Ormai la situazione del grano italiano, stretto tra speculazioni di filiera ed importazioni fuori controllo e non più tollerabili, è “la punta dell’iceberg” delle difficoltà che deve affrontare l’agricoltura italiana. Il risultato è che gli agricoltori devono vendere ben 4 chili di grano per potersi pagare un caffè! E’ necessario e urgente garantire un giusto compenso agli agricoltori, senza pesare sui cittadini, realizzando al più presto la commissione unica nazionale per la trasparenza dei prezzi del grano duro e la valorizzazione dei primati del made in Italy, distinguendo il grano italiano da quello estero attraverso l’indicazione obbligatoria in etichetta. Solo così sarà assicurata la  sostenibilità della produzione in Italia e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”.