“Il testo del governo per recepire in Italia la direttiva europea (2019/904) per ridurre l’incidenza di prodotti in plastica monouso sull’ambiente non coglie tutte le prescrizioni che l’Europa richiede, risultando debole e poco incisivo. Per questo ho presentato alcune osservazioni che intendono risolvere le criticità riscontrate”, così la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura (SI).
“Il primo problema che salta all’occhio è proprio quello sulla definizione di plastiche. Infatti l’atto del governo esclude da tale definizione materiali quali vernici, inchiostri, adesivi nonché rivestimenti in plastica aventi un peso inferiore al 10 per cento rispetto al peso totale del prodotto. In realtà però la direttiva non fa alcuna differenza sul contenuto in plastica dei prodotti, ma definisce plastica qualsiasi materiale composto da un polimero. Se passasse tale versione, le aziende inizierebbero a produrre materiali misti che creano problemi in sede di riciclo.
Infine, non solo il testo di recepimento della direttiva non presenta una definizione quantitativa dell’obiettivo di riduzione che invece è elemento essenziale per comprendere se la riduzione del consumo che si intende conseguire è ambiziosa e duratura, ma le sanzioni previste risultano troppo blande rispetto ai danni ambientali derivanti dalle violazioni. Tali criticità non solo espongono l’Italia al rischio di una procedura di infrazione, ma possono compromettere lo sviluppo di un modello di business in linea con gli obiettivi europei con conseguente perdita di competitività delle imprese italiane sul mercato UE”.
DIRETTIVA PLASTICHE MONOUSO – VIRGINIA LA MURA: “L’ITALIA RISCHIA UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE CON QUESTO TESTO DEL GOVERNO”
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