“Adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi 3 volte più alti, per accelerare lo sviluppo delle reti 5G, di comprovata pericolosità per la salute umana, è una proposta miope, da scongiurare e respingere al mittente. Con queste promesse non può esserci nessuna ripartenza post Covid-19”.
Così il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, in un’interrogazione, firmata anche dal collega Carlo Martelli, e indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute, in cui si boccia il punto 27, sviluppo reti 5G, del Piano di rilancio del dottor Colao.
“L’attuazione di questo punto è un attentato all’ambiente e rappresenta un’imposizione per azzerare i 516 Comuni d’Italia Stop 5G, irradiando chiunque fino a 61 V/m. Si tratta delle stesse richieste avanzate dalle compagnie telefoniche, recepite senza scrupolo dal Comitato di esperti in materia economica e sociale, guidato dal 10 aprile 2020 proprio dall’ex top manager di Vodafone. Verrebbe, in questo modo, disattesa qualsiasi tipo di civile opposizione e di moratoria territoriale adottata dai sindaci in difesa della salute dei loro concittadini, in attesa della riclassificazione della cancerogenesi delle radiofrequenze onde non ionizzanti annunciata con priorità entro il 2024 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (OMS). Nel Piano viene richiesto al Governo di non considerare la legittimità costituzionale delle ordinanze urgenti e contingibili Stop 5G, di eliminare la consolidata giurisprudenza amministrativa in materia sanitaria che trova nel Sindaco la massima autorità garante della tutela della salute pubblica. Escludere opponibilità locale se i protocolli nazionali sono rispettati.”
“Nessuno si era mai spinto fin qui!”, stigmatizza il senatore De Bonis, che similmente all’interrogazione, ha presentato un ordine del giorno al “decreto crescita” (AS 1354), accolto dal Governo e in una seconda interrogazione, 4-01991, ha messo in luce la denuncia di un’ecatombe di alberi che intralciano il wireless del 5G, oltre all’atto di sindacato ispettivo 4-01344, nel quale vengono evidenziati gli studi effettuati.
“Infine, considerata la lunga carriera di manager del Dott. Vittorio Colao nella compagnia telefonica multinazionale Vodafone, si profila un palese conflitto di interessi nel dedicare un ampio capitolo allo sviluppo della tecnologia 5G, oltre che eludere le varie ordinanze urgenti e contingibili Stop 5G ed eliminare la consolidata giurisprudenza amministrativa in materia sanitaria. Aspettiamo chiarimenti dal Governo, ma per ora siamo lontani da un’Italia più forte, resiliente ed equa”.