“La bozza di accordo sulle autonomie rafforzate presentata dalla ministra Stefani prefigura una trasformazione radicale del Paese, di portata persino superiore a una riforma della Costituzione. Non si tratta più di autonomia regionale ma di una secessione delle aree territoriali più ricche che viola princìpi fondamentale sanciti dalla Costituzione”, dichiara la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
“E’ del tutto inaccettabile un calcolo dei cosiddetti fabbisogni standard delle Regioni che chiedono maggiore autonomia sulla base del gettito fiscale di quelle stesse Regioni. E’ necessario ed è reso obbligatorio dalla nostra Costituzione partire invece dal calcolo dei Lep, i Livelli essenziali di prestazione, per evitare di dividere gli italiani in cittadini di serie A e di serie B. Per la stessa ragione non si può pensare di affidare alle singole Regioni la totale competenza su materie come la Sanità, l’Istruzione e le Infrastrutture, per non parlare dell’Ambiente. Intendiamo forse, dopo aver firmato l’accordo di Parigi, delegare alle singole Regioni la scelta sul rispettarlo o meno? In ogni caso è del tutto inconcepibile che una riforma di questa portata e che rischia di incrinare il principio dell’eguaglianza tra tutti i cittadini venga approvata con un solo voto del parlamento, come se fosse una mera ratifica. Deve essere discusso approfonditamente ed emendato dal parlamento e appellarsi all’art.8 della Costituzione per riapplicare il modello dei culti acattolici al regionalismo differenziato è una pura truffa che mira a imbavagliare il Parlamento costringendolo alla scelta tra prendere e lasciare”.